In questa intervista abbiamo il piacere di incontrare Cinzia Pagni, presidente della Delegazione Lombardia dell’Associazione per il Disegno Industriale (ADI). Con una carriera dedicata alla promozione del design italiano, Cinzia ci offre uno spunto prezioso sulle dinamiche attuali del design, sulle iniziative ADI e sul suo impegno nel creare un dialogo continuo tra professionisti, giovani talenti e aziende. Un’occasione per comprendere meglio il ruolo cruciale di ADI nella valorizzazione e diffusione della cultura del design.

DT – L’ ADI Associazione per il Disegno Industriale è un punto di riferimento per il design italiano e ADI Lombardia è la sezione regionale con la maggior penetrazione sul territorio. Quali sono le principali sfide che sta affrontando oggi l’associazione e come intende superarle?

CP – Le sfide che un’associazione come la nostra deve affrontare sono molteplici. Da un lato, rappresentiamo un’eccellenza nel panorama del design, essendo l’ente promotore del Compasso d’Oro, il riconoscimento più prestigioso in questo settore. ADI Nazionale svolge un ruolo centrale in questa dimensione, e la Delegazione Lombardia, tra le più consistenti a livello nazionale, si distingue non solo per la sua posizione geografica, ma soprattutto per il numero e la qualità dei suoi soci. Questi ultimi comprendono aziende, professionisti, istituti di formazione e il mondo dell’editoria, rappresentando un autentico spaccato del sistema design italiano.
La principale sfida consiste nel mantenere elevata la qualità delle attività dell’Associazione, promuovendo al contempo una diffusione capillare sul territorio. Il nostro obiettivo non è limitarsi alla città di Milano, ma affermare la nostra presenza su tutto il territorio lombardo, rafforzando il ruolo di interlocutore privilegiato per le realtà locali. Fin dall’inizio del mio mandato, avviato un anno e mezzo fa, ho lavorato per trasmettere con chiarezza questa visione: non rappresentiamo ADI Milano, ma ADI Lombardia. Il nostro impegno è quello di instaurare un dialogo aperto e costruttivo con tutte le realtà regionali, valorizzando il loro contributo e la loro specificità.
Il design italiano si distingue a livello internazionale come un caso unico e straordinario. Il suo valore risiede nella capacità di integrare in un’unica rete una molteplicità di competenze: imprenditori, aziende, artigiani e designer concorrono insieme alla creazione di un sistema produttivo che è il vero cuore del Made in Italy. Basti pensare ai distretti produttivi del Veneto, del Lazio e della Toscana, in cui si è sviluppata una sinergia virtuosa tra industria e artigianato.
Preservare e rafforzare questa filiera è una responsabilità fondamentale. Il design italiano è il risultato di un ecosistema complesso in cui ogni elemento – dalla progettazione alla produzione – gioca un ruolo essenziale. Per questo, il nostro impegno deve essere quello di valorizzare questo modello, garantendo il dialogo tra tradizione e innovazione, tra il sapere artigianale e le nuove tecnologie, affinché il design italiano continui a essere riconosciuto come un’eccellenza nel mondo.

DT – La Lombardia è da sempre considerata il cuore pulsante del design italiano. Come contribuisce ADI Lombardia a rafforzare e innovare questa tradizione?

CP – ADI Nazionale porta avanti la propria attività con una forte proiezione internazionale, sviluppando relazioni con realtà estere e partecipando a iniziative di alto profilo, come la missione istituzionale con il Presidente Mattarella e il Presidente Xi Jinping. Questo impegno consente di consolidare il ruolo dell’Associazione come interlocutore globale nel mondo del design.
A livello regionale, la Delegazione Lombardia ha avviato un percorso di valorizzazione del territorio attraverso un vero e proprio brand: Lombardia = Design. Come sottolineato da Luciano Galimberti (Presidente ADI Nazionale, ndr) si tratta di un’iniziativa che esprime l’orgoglio lombardo, ma che al contempo si propone come un format replicabile su altri territori, come Veneto = Design o Marche = Design. Questo progetto si concretizza attraverso l’organizzazione di una serie di talk, avviati lo scorso anno e giunti oggi alla terza edizione. L’obiettivo è affrontare tematiche di attualità legate al design, offrendo un servizio ai soci e stimolando il coinvolgimento di nuovi membri, anche di coloro che potrebbero non riconoscersi immediatamente nell’Associazione. ADI, invece, si pone come uno spazio di dialogo aperto e multidisciplinare.
I primi due incontri si sono svolti a Meda e Lecco, toccando temi centrali come formazione, sostenibilità, tecnologia, innovazione e qualità della ricerca. Il primo talk, organizzato presso l’Istituto Terragni di Meda, ha voluto sottolineare l’importanza della sostenibilità, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche sociale. La scelta di un istituto tecnico-professionale è stata un segnale forte: il design italiano e il Made in Italy necessitano di un sistema che li alimenti e che formi nuove generazioni capaci di portare avanti il patrimonio manifatturiero e artigianale del Paese.
La Brianza, con il suo straordinario tessuto di maestranze e saperi tramandati da secoli, rappresenta un esempio emblematico di questa continuità tra tradizione e innovazione. È essenziale promuovere il dialogo tra scuole, aziende, università, professionisti ed editoria, affinché il design resti un ecosistema vivo, fondato sulla passione e sulla competenza. La formazione e la trasmissione del sapere non sono processi immediati, ma richiedono impegno e dedizione costanti per garantire un futuro solido al sistema design italiano.

DT – In che modo ADI e ADI Lombardia supportano i giovani designer nel loro percorso professionale e quali iniziative sono in programma per valorizzarli?

CP – Una sezione di ogni edizione del Compasso d’Oro, la Targa Giovani, è dedicata ai progetti realizzati, con la guida dei docenti, da studenti delle scuole di design come progetti di tesi o esercitazioni di laboratorio.Tre progetti vengono premiati, ad altri dieci viene riconosciuta con un attestato una qualità superiore alla media. Sostenibilità, funzionalità e attenzione al sociale si impongono nel mondo del design già attraverso i corsi in cui si formano i designer della prossima generazione.
ADI Nazionale ha avviato inoltre diverse iniziative, tra cui mostre e eventi, per promuovere il design e coinvolgere i giovani. Un esempio è la mostra per i giovani under 35, che fa parte di un programma più ampio che include eventi multidisciplinari in collaborazione con istituzioni come l’Istituto Terragni di Meda e il Politecnico di Lecco. Un focus importante è il design immateriale, che si affianca a settori tradizionali come il design di prodotto e industriale.
Un altro focus che verrà indagato a breve in maniera approfondita è il ruolo innovativo del tessile, che oggi è al centro della sostenibilità e dell’economia circolare. Non solo nella moda, ma anche in architettura, interior design e altre applicazioni, il tessuto si è evoluto in un materiale altamente tecnologico, con performance come la protezione dal fuoco o da materiali pericolosi.
L’obiettivo è far comprendere ai designer il potenziale del tessuto come materiale per progetti innovativi, anche al di fuori del settore fashion. Con iniziative come queste, si vuole superare la visione tradizionale del tessuto come materiale obsoleto e, al contrario, valorizzare le sue capacità tecniche ed estetiche, integrandolo nel design moderno.

DT – Il Compasso d’Oro non è solo un premio, ma un vero e proprio patrimonio culturale del design italiano. Come si svolge il processo di selezione e di assegnazione di questo importante riconoscimento?

CP – La commissione territoriale Lombardia per la selezione ADI Index, guidata da Giorgio Caporaso e di cui faccio parte, svolge un ruolo fondamentale nella valutazione del miglior design italiano. Ogni anno, la commissione – composta da esperti altamente qualificati – esamina con rigore le candidature, garantendo standard elevati di qualità e professionalità.
Recentemente, la commissione è stata ampliata per includere specialisti del design digitale e delle app, rispondendo alla crescente importanza di questi ambiti. Con 13 sezioni di valutazione, ognuna richiede competenze specifiche per un’analisi approfondita e responsabile.
L’ADI Index è riconosciuto a livello internazionale come una selezione autorevole del design italiano, e il lavoro dei 130 esperti dell’Osservatorio è essenziale per mantenere questo prestigio. L’impegno della commissione è rivolto a premiare l’eccellenza, offrendo alle aziende, ai professionisti e alle università un riconoscimento di grande valore nel panorama del design.

DT – Guardando al futuro, quali sono le sue priorità come Presidente di ADI Lombardia e quali obiettivi spera di raggiungere entro la fine del suo mandato?

CP – ADI Lombardia si pone come un punto di riferimento fondamentale per il mondo del design, creando un dialogo aperto tra giovani, aziende e professionisti di ogni ambito. L’obiettivo è far sentire ADI come una vera casa per chiunque operi nel settore, un luogo di scambio, confronto e crescita condivisa.
Attraverso eventi, mostre, presentazioni di libri e momenti di networking, ADI Lombardia da confermarsi come un provider culturale, non un semplice ente istituzionale, ma una comunità viva e accogliente. La volontà è quella di stimolare il confronto in maniera naturale e accessibile, anche con semplici chiacchierate informali.
L’iniziativa “Nice to meet you” nasce proprio con questa finalità: incoraggiare il contatto diretto con i soci e dare voce alle loro idee e proposte. ADI Lombardia non è un sindacato dei designer, ma un luogo di dialogo e networking, volto a valorizzare la cultura del progetto e a rafforzare il senso di appartenenza alla grande famiglia del design italiano.

Photo credits: Angelo Iaia