L’Università Bocconi ha da pochissimo terminato e aperto ai suoi studenti il primo pezzo del progetto di espansione del proprio campus: i “DORMS”, lo studentato milanese firmato dallo studio giapponese SANAA di Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa.
Questa nuovissima residenza per studenti è solo il primo tassello di un ampio masterplan che prevede entro alcuni anni la totale riqualificazione dell’ex “Centrale del Latte”, a due passi dal Parco Ravizza e dalla sede principale – bellissima (https://www.graftonarchitects.ie/Universita-Luigi-Bocconi) – di Bocconi in viale Bligny, con l’aggiunta di aule, uffici, servizi e una piscina olimpionica.
L’edificio. Con la clemenza del meteo in questi giorni di pioggia incessante e grazie alla disponibilità dell’ufficio stampa di Bocconi, ho potuto visitare in anteprima esclusiva l’edificio che fin da lontano attrae per la sua immagine candida e per la sua forma così inattesa. La geometria curva, estrusa per dieci piani (numero considerevolmente ridotto dal Comune rispetto al progetto iniziale), genera un volume stereometrico lontanissimo dalla città circostante che allude quasi ad un paesaggio lunare, raffinato nella forma e sperimentale per l’approccio urbano.
La facciata. La purezza del volume architettonico è tutta nel vestito dell’edificio: un tessuto bianco di lamiera metallica stirata e ondulata a ritmi irregolari avvolge le camere degli studenti. Di giorno la facciata lascia trasparire sotto l’elegante gioco di linee d’ombra verticali la scansione delle finestre delle stanze; di sera le luci nelle camere punteggiano l’edificio accendendolo come una lanterna.
All’interno, sul cortile centrale – per il vero un po’ troppo asettico e impersonale nella sua uniforme finitura di cemento bianco – affacciano i ballatoi di distribuzione agli alloggi che vengono animati dalla vivacità con cui gli studenti vanno e vengono da casa.
Gli spazi interni. L’intero piano terra è un lungo ambiente continuo, curvo, senza partizioni fisiche. La suddivisione degli spazi comuni avviene grazie alla posizione centrale dei blocchi di risalita che, occupando e comprimendo lo spazio, gestiscono il passaggio dall’area relax all’area studio.
La facciata metallica, interrompendosi a poco più di due metri dal suolo, protegge gli spazi comuni dalla luce diretta e li inonda di luce diffusa.
Le forme morbide degli arredi, i colori chiari, le ampie vetrate, tutto risulta pervaso di eleganza e serenità d’ispirazione giapponese.
All’Università Bocconi va il merito di aver saputo scegliere tra i progetti degli studi d’architettura internazionali invitati al concorso nel 2012, quello più evocativo e al contempo azzardato. Un azzardo architettonico costante nel lavoro di ricerca di SANAA che, in giro per il mondo, ha già prodotto innumerevoli capolavori.
Non ci resta che aspettare il termine dei lavori per tornare e vedere il nuovo brano di città, un po’ lunare, un po’ giapponese, che Bocconi regalerà a Milano.