Nel mese di ottobre si avrà la possibilità di approfondire la ricerca di due grandi personalità del XX e XXI secolo, due artiste diverse per codici e linguaggi, tra la chiusura di una mostra e l’apertura di un’altra.
Un avvicendamento nella programmazione autunnale, con Louise Bourgeois protagonista dell’esposizione ormai agli sgoccioli, al Museo del Novecento a Firenze e la retrospettiva dedicata a Niki de Saint Phalle in arrivo al Mudec di Milano. Un dialogo a distanza tra due artiste che hanno segnato con la loro estetica le vicende dell’arte contemporanea mettendone al centro la figura della donna, la maternità e il femminino, in un chiaro scuro di forme e tematiche.

Nata nel 1911, la travagliata storia di Louise Bourgeois è una narrazione che si snoda tra patriarcato, psicanalisi e mitologia, una chiara testimonianza della condizione femminile del secolo scorso.
Conosciuta soprattutto per le sue sculture di ragni giganti, nella sua produzione l’artista ha indagato i traumi psichici che abitano il nostro inconscio, ha raccontato la complessità della maternità e ha mostrato cosa significasse per le donne essere soggetti piuttosto che oggetti d’arte.
Una produzione, la sua, che riflette il disagio che ha vissuto da bambina in famiglia (le relazioni malcelate del padre, la figura controversa della madre) che l’ha spinta ad elaborare immagini davvero angoscianti e claustrofobiche.
La sua poetica del perturbante, in grado di esorcizzare traumi e inibizioni, è giunta al Museo del Novecento di Firenze con la mostra Do Not Abandon me e Cell XVIII (Portrait), (fino al 20 ottobre) un repertorio delle tematiche più care all’artista dal ricordo all’inconscio a cui si uniscono metamorfosi e femminismo. Qui, dei ragni imponenti che raccontano una relazione complessa con il femminile ce ne sono ben due, uno dei quali posizionato ad accogliere i visitatori nel cortile interno dell’edificio delle Ex Leopoldine.

Tra le 100 opere in mostra spicca un corpus di gouaches caratterizzato da una monocromia porpora, un racconto forte e coinvolgente sulla maternità. La sfera autobiografica entra prepotentemente in questo repertorio nonostante l’artista affermi che le opere debbano conservare il mistero della propria genesi. Bourgeois, infatti, perde la madre nel 1932, dopo esserle stata accanto nella malattia, evento che segnerà tutta la sua vita. La maternità è qui rappresentata in tutta la sua potenza tra alchimia, disperazione, dolore, forza, desiderio di accudimento, ma anche abbandono. Una narrazione che si articola anche annettendo il punto di vista del figlio nel suo essere trascinato fuori dal ventre (The Birth) per poi spostare l’attenzione sulla simbiosi tra mamma-bambino (Mother and child). Il distacco, il taglio del cordone ombelicale diviene un atto violento mentre l’allattamento resta qualcosa di mitologico e magico, tanto da essere rappresentato con l’uso dell’argento.
È così fuori dal comune vedere come una artista giunta quasi al termine dalla della vita abbia saputo interpretare in maniera così forte il tema della nascita, il ciclo della natura oltre alle istanze della femminilità.

Così come è unico e avvolgente il mondo colorato, polimorfo, tondeggiante di Niki di Saint Phalle, dal 5 ottobre in mostra al Mudec.  Cittadina del mondo, aristocratica, dotata di un talento artistico che la porta a fare parte del movimento d’avanguardia Nouveau Réalisme, l’artista diviene celebre per opere quali le allegre e potenti Nanas e il Giardino dei Tarocchi, l’emblematico parco scultoreo in Toscana. La prima grande retrospettiva italiana dedicata all’artista franco americana affronta tematiche ricorrenti in tutto il suo percorso, come il tributo al potere del femminile e l’attacco alle convenzioni sociali.

Niki de Saint Phalle è considerata anche la prima grande artista femminista del XX secolo, una pioniera che sovverte cliché e canoni prestabiliti proponendo una nuova rappresentazione del corpo femminile, rivendicando il potere della donna e il suo ruolo nella società.
Ballerine, acrobate, guerriere e dee: così sono etichettate le sue celebri Nanas, espressione di un femminismo sorridente e individualista.  Nate negli anni Sessanta come rappresentazione della sua concezione della donna, che ha smesso di essere passiva e inespressa per diventare allegra e trionfante, le Nanas diventano sempre più monumentali, con il corpo sproporzionato, colorato, sinuoso. A ogni nuova commissione segue uno scandalo come la Nana gigantesca ideata per il Museo di Stoccolma distesa supina a gambe divaricate in modo che il pubblico possa entrare attraverso il suo sesso e visitare il cinema, il toboggan e il planetario che ha installato all’interno. Nel 1969, invece, installa la sua prima Nana fontana, a Ginevra, che spruzza acqua dai seni.
Queste figure (che ricordano Botero) sono di ispirazione anche per il famoso Giardino de Tarocchi dove si staglia l’Imperatrice o la Sfinge, la figura più imponente ed opulenta, che è stata abitata dall’artista durante la realizzazione del parco. Con la camera da letto in un seno e la cucina nell’altro, oltre agli interni completamente specchiati, questa “Dea Madre” è un’evoluzione delle Nanas. Il parco è una summa dell’arte di Saint Phalle: un inno al femminino che si accompagna ad una riflessione sulla maternità e sul concetto di nascita (e rinascita), tra esoterismo ed esaltazione all’ennesima potenza del corpo femminile. Oltre alla celebrazione della forza creatrice, un’energia primigenia che sembra serpeggiare tra le forme tondeggianti e le figure sinuose che abitano l’area.

Elenco opere:

  • Louise Bourgeois 1
    SPIDER
    2000
    Steel and marble
    52.1 x 44.5 x 53.3 cm
    Photo: Christopher Burke, © The Easton Foundation/Licensed by S.I.A.E., Italy and VAGA at Artists Rights Society (ARS), NY
  • Louise Bourgeois 2
    THE GOOD BREAST
    2007
    Gouache on paper
    59.7 x 45.7 cm
    Photo: Christopher Burke, © The Easton Foundation/Licensed by S.I.A.E., Italy and VAGA at Artists Rights Society (ARS), NY
  • Louise Bourgeois 3
    ©photoElaBialkowskaOKNOstudio
  • Louise Bourgeois 4
    MAMAN
    2000
    Gouache on paper
    45.7 x 61 cm
    Photo: Christopher Burke, © The Easton Foundation/Licensed by S.I.A.E., Italy and VAGA at Artists Rights Society (ARS), NY
  • Louise Bourgeois 5
    ©photoElaBialkowskaOKNOstudio
  • Louise Bourgeois 6
    ©photoElaBialkowskaOKNOstudio
  • Niki de Saint Phalle 1
    Le Trois Graces / Le tre Grazie
    1995-2002
    © 2024 NIKI CHARITABLE ART FOUNDATION
    All rights reserved.
    Photo: Katrin Baumann
  • Niki de Saint Phalle 2
    Lily ou Tony / Lily o Tony
    1965
    Prestatore: Collezione privata
    © 2024 NIKI CHARITABLE ART FOUNDATION
    All rights reserved.
    Photo: Aurélien Mole
  • Niki de Saint Phalle 3
    Nana Moyenne Danseuse / Nana Ballerina Media
    Piedistallo di Jean Tinguely
    1982
    Prestatore: Collezione privata, Belgio
    © 2024 NIKI CHARITABLE ART FOUNDATION
    All rights reserved.
    Photo: Aurélien Mole
    Courtesy Galerie Mitterrand
  • Niki de Saint Phalle 4
    The Tarot Garden / Il Giardino dei Tarocchi
    1991
    Prestatore: Il Giardino dei Tarocchi
    © 2024 NIKI CHARITABLE ART FOUNDATION
    All rights reserved.
    Photo: Ed Kessler