La riqualificazione urbana di Bologna, con la nascita di Filla nel Parco della Montagnola, non si limita solo all’aspetto architettonico e ambientale, ma si intreccia profondamente con una dimensione umana e sociale che mira a migliorare la qualità della vita dei cittadini e a favorire l’inclusione e la partecipazione attiva della comunità.

Parco della Montagnola, Bologna. Photo Courtesy ©wikipedia

Il Parco della Montagnola, storicamente un luogo di aggregazione per la cittadinanza, ha visto negli anni un cambiamento significativo. La nuova progettazione di Filla risponde alla necessità di un centro che non solo offra spazi per eventi e attività culturali, ma che diventi anche un punto di riferimento per tutti i gruppi della comunità. La riqualificazione del parco e la costruzione di un edificio multifunzionale come questo intendono creare un ambiente più inclusivo e accessibile per tutte le età e per tutti i ceti sociali, essendo tutt’ora zona nota ai cittadini per la presenza di persone senza fissa dimora o di situazioni di disagio sociale e spaccio.

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Un elemento fondamentale di questo progetto è l’accessibilità sociale. La struttura è pensata per essere un luogo aperto, dove tutti, dalle famiglie con bambini alle persone anziane, possono essere coinvolti nel cambiamento che sta avvenendo nel quartiere. Le attività rivolte a scuole, famiglie e cittadini non sono solo legate alla cultura e all’educazione ambientale, ma servono anche come spazi di incontro e socializzazione. Il Kinder Caffè, ad esempio, è uno degli spazi pensati per rispondere alle esigenze delle famiglie, favorendo l’interazione e la creazione di una rete di supporto tra residenti e visitatori.
La gestione del centro è affidata alla Fondazione IU Rusconi Ghigi, che ha un’esperienza consolidata nel campo dell’educazione e della sensibilizzazione ambientale. L’obiettivo è quello di stimolare la partecipazione della comunità nelle attività del centro, creando uno spazio dove i cittadini possano esprimere le proprie esigenze, proporre iniziative e collaborare per il miglioramento del quartiere.

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Inoltre, la riqualificazione del parco è un’occasione per affrontare tematiche importanti come la sostenibilità e la cura del territorio. Con l’investimento per disigillare i suoli e potenziare l’illuminazione, si è puntato a migliorare non solo l’estetica del parco, ma anche a ridurre l’impatto ambientale. Le nuove infrastrutture non solo garantiscono un ambiente più sano e vivibile, ma sono anche il punto di partenza per promuovere comportamenti più responsabili e consapevoli da parte dei cittadini, invitandoli a prendersi cura di ciò che li circonda.

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L’aspetto sociale della riqualificazione si vede anche nella collaborazione tra diverse realtà locali, come Arci Bologna, Frida nel Parco, e Officine Solidali Bologna, che gestiscono insieme il Kinder Caffè. Questa cooperazione tra diverse associazioni e realtà locali sottolinea l’importanza di un approccio collettivo alla rigenerazione urbana, dove tutti sono chiamati a partecipare alla vita del quartiere e a contribuire al suo sviluppo.
La riqualificazione del Parco della Montagnola e la costruzione di Filla sono esempi di come un intervento urbanistico possa avere un impatto positivo non solo sull’ambiente, ma anche sulla coesione sociale, promuovendo l’inclusività, la partecipazione e la cura del territorio. Il progetto punta a rendere il quartiere un luogo più vivibile, accogliente e sostenibile per tutti, contribuendo a costruire una comunità più forte e coesa.

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Nonostante gli sforzi e gli investimenti per rendere il Parco della Montagnola un luogo più vivibile con questo progetto, ad oggi il quartiere continua a fare i conti con problemi sociali come la presenza di persone in difficoltà, spesso legate a dipendenze e situazioni di disagio, che frequenta il parco. Questo fenomeno, che include attività illegali come lo spaccio, mina la sicurezza e l’efficacia della riqualificazione.
Investire in strutture moderne come Filla è positivo, ma se non vengono affrontati anche i problemi di sicurezza e inclusione sociale, questi interventi rischiano di essere inefficaci. Il cambiamento urbanistico dovrebbe essere accompagnato da politiche sociali per migliorare la vita di tutti, non solo di una parte della popolazione.

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