Nel panorama mutevole delle sfide globali contemporanee, emerge con sempre maggiore rilevanza un approccio innovativo al Design: la Biomimetica (Biomimicry).
Questa affascinante disciplina studia i modelli della Natura e cerca di emularli e rielaborarli per risolvere i problemi dell’Uomo in modo sostenibile. Guardando alla Natura non solo come fonte di ispirazione, ma come modello da cui apprendere, la Biomimetica offre soluzioni rivoluzionarie che possono trasformare il nostro modo di vivere ed interagire con l’ambiente.

Se il Design e la Progettazione Biomimetica saranno sempre più applicati e modelleranno l’ambiente costruito, realizzando così un “circolo virtuoso verde”, le nostre città potranno diventare più sane e vivibili per i loro abitanti e dei “motori” di rigenerazione per i relativi “hinterland”. Inoltre, gli edifici potranno utilizzare solo una parte delle risorse e dell’energia che impiegano oggi ed integrarsi maggiormente con l’ambiente e la Natura.
L’obiettivo finale che tutti noi ci dobbiamo prefiggere è, come affermava Buckminster Fuller (il grande e visionario Architetto e Designer americano), “Far funzionare il mondo per il cento per cento dell’umanità, nel più breve tempo possibile, attraverso la cooperazione spontanea, senza offesa ecologica e svantaggio di nessuno”.

Ma come riuscire a perseguire ed ottenere un risultato così ambizioso, soprattutto oggi che la Natura ed il clima sembrano rivoltarsi contro l’Uomo?
L’unico modo possibile è quello di attuare dei cambiamenti nel nostro modo di vivere, produrre e consumare, risparmiando energia, realizzando lo spostamento dei consumi energetici da quelli basati sui combustibili fossili a quelli fondati sulle energie rinnovabili a bassissimo impatto ambientale. Infine, per avere una reale speranza di cambiare le cose, dobbiamo trasformare le nostre economie “lineari” (“dalla culla alla tomba”) in “economie circolari”, “dalla culla alla culla” per citare il motto e titolo del libro di William Mc Donough e Michael Braungart.

Obbiettivi che costituiscono una grande sfida per l’Umanità che deve affrontare enormi problemi che non hanno una unica soluzione. Una “strada” può sicuramente essere quella di seguire i suggerimenti dell’unico sistema infallibile, la Natura che, attraverso la Biomimetica, ci offre molte delle soluzioni di cui abbiamo bisogno.
La Natura, con la sua incredibile complessità e bellezza, ha affinato soluzioni intelligenti durante milioni di anni di evoluzione. Le foglie degli alberi, ad esempio, sono maestri nell’arte della fotosintesi, convertendo efficientemente la luce solare in energia. Le conchiglie marine, con le loro forme a spirale, non solo resistono alla pressione delle onde, ma utilizzano anche il minimo materiale per massimizzare la resistenza strutturale. Il fiore di loto, grazie alla sua superficie idrofoba, riesce a respingere sporco e acqua, mantenendosi sempre impeccabilmente pulito.

In un’era in cui la Sostenibilità è diventata una necessità ineludibile, l’Architettura ed il Design possono trarre enormi benefici dal Design Biomimetico introducendo nella progettazione nuovi concetti e principi altamente innovativi ed avveniristici in grado di trasformare positivamente il modo di progettare degli Architetti e dei Designer.
Essi hanno sempre guardato alla Natura come una fonte di ispirazione per le forme degli edifici e per l’elaborazione di elementi decorativi (l’Art Nouveau ad esempio) considerandola un semplice “serbatoio” estetico alla quale attingere.
Biomimicry invece si riferisce a soluzioni funzionali e non necessariamente estetiche.

Compito del Designer e dell’Architetto è quello di tradurre tali sistemi (adottati dagli organismi biologici) in soluzioni architettoniche e di design.
Consideriamo, ad esempio, il potenziale per gli edifici di autoregolarsi termicamente, imitando il modo in cui i termitai mantengono temperature costanti nonostante le notevoli variazioni esterne di temperatura.

Uno degli esempi più emblematici del Design Biomimetico è l’Eastgate Centre ad Harare, Zimbabwe. Questo edificio, progettato dal noto architetto Mick Pearce, si ispira ai già citati tumuli dei termitai, utilizzando un sistema di ventilazione naturale che minimizza la necessità di riscaldamento e raffreddamento artificiali, riducendo enormemente il consumo energetico.

Gli edifici potrebbero anche utilizzare forme e strutture che riecheggiano quelle degli organismi viventi, riducendo la quantità di materiali impiegati e migliorando al contempo l’efficienza funzionale.
Un progettista molto attento a questi aspetti è Pier Luigi Nervi, Ingegnere ed Architetto di fama globale che ha dedicato la sua vita professionale alla costante ricerca di nuove soluzioni anche attraverso lo studio delle “strutture biologiche” al fine di individuare e sperimentare nuovi organismi strutturali a guscio (shell) ad elevatissima efficienza strutturale.
Nella progettazione del Palazzetto dello Sport di Roma, Nervi, ispirandosi quasi sicuramente al modello strutturale della conchiglia (resistente per forma), ha progettato e realizzato un edificio a pianta circolare coperto da una sottile struttura in calcestruzzo armato costituita da una maglia di “costolature” radiali (che sembrano seguire le “linee di forza” penetranti e viaggianti all’interno del “guscio”) sorretta da pilastri inclinati a “Y” modellati sull’andamento dei carichi.
Tale edificio costituisce l’elegante modo con cui Nervi ha tradotto in Architettura e Struttura ciò che la Natura ha suggerito all’Uomo.

Il Design Biomimetico va oltre l’efficienza energetica e strutturale e persegue un’interazione più sana e profonda tra Edificio ed abitante. Gli spazi possono essere progettati per favorire il benessere umano, integrando elementi naturali come la luce ed il verde, che hanno dimostrato di migliorare l’umore e la salute mentale delle persone.
I principri di Biomimicry possono essere applicati alla progettazione per concepire e costruire “zero – waste systems”, edifici e sistemi la cui costruzione è basata su un metodo volto ad eliminare gli sprechi durante l’intero processo edilizio, dalla progettazione alla demolizione (modello circolare). Inoltre, il Design Biomimetico affronta anche la gestione delle risorse idriche sfruttando i principi di vita e funzionamento delle “strutture viventi” animali e vegetali per minimizzare le perdite d’acqua ed ottimizzare la raccolta, il trasporto, lo stoccaggio e l’utilizzo di quello che, nel XXI secolo, viene definito “Oro Blu”.
La sfida ed il fascino della Biomimetica risiedono nella sua capacità di farci riconsiderare il nostro rapporto con la Natura; infatti, invece di imporre ad essa la nostra volontà, le nostre trasformazioni ed i nostri tempi, tramite il Design Biomimetico, possiamo lavorare in armonia con essa.
Questo approccio ci permette di vedere l’architettura non solo come costruzione, ma come un’estensione del nostro ambiente naturale, in grado di adattarsi e funzionare come un ecosistema vivente.
Mentre ci immergiamo nel cuore del XXI secolo, il Design Biomimetico ci offre un faro di Innovazione Sostenibile capace di illuminare il futuro del Progetto e di innescare un ciclo virtuoso che possa cambiare intimamente un processo progettuale che deve essere profondamente rinnovato per soddisfare le necessità del mondo contemporaneo.
Guardando alla Natura, possiamo scoprire innumerevoli soluzioni che, non solo affrontano le sfide di oggi, ma pongono anche le basi per un Futuro più Equo e Sostenibile. In questo modo, il Design Biomimetico si afferma non solo come tendenza, ma come necessità per un Mondo che cerca di riconnettersi con i suoi fondamenti naturali.