Da quando ho memoria fotografica ricordo, nella mia casa di famiglia, alcuni preziosi pezzi di design, tra cui: un divano e due poltrone Cassina, che resistono tuttora all’usura del tempo e a qualsiasi moda, un’applique Tolomeo di Artemide sulla testata del mio letto, che tante sere ha accompagnato le mie letture, e poi un dondolo Thonet, insieme a cinque sedie, originali, nere, attorno ad un tavolo rotondo in legno di ciliegio.

Di quelle sedie Thonet n°14 (così chiamate dal suo ideatore Michael Thonet) ricordo l’eleganza, priva di riverenza, la classicità, al di sopra dello spazio e del tempo, e l’incredibile adattabilità a qualsiasi luogo e circostanza. Da piccola non potevo comprenderne del tutto il valore, ma percepivo dalle parole di mia mamma che si trattava di sedie di pregio, che avevano fatto la storia del design, erano originali e pertanto andavano trattate con parsimonia, soprattutto per via di quella seduta in paglia, tanto bella quanto delicata.

Una volta cresciuta, e iniziando a studiare design, ho approfondito le vicende che hanno portato alla creazione di questa sedia, percependone l’importanza e apprezzandone l’anima che l’ha resa famosa per sempre.

La sua storia è unica e ricca di fascino. Messa in produzione nel 1860, in realtà fu ideata intorno al 1830, per mano e mente di Michael Thonet: un ebanista austriaco che, forse a sua insaputa, in quell’anno iscriveva il suo nome nella storia del design.  Egli fu Infatti il primo a sperimentare una lavorazione che ad oggi sembra assodata e quasi scontata ma che allora, con le tecniche a disposizione, rappresentò una vera e propria innovazione: la piegatura a vapore del legno, allo scopo di dargli la forma desiderata e adattandola al nuovo gusto e alle nuove necessità.

Il procedimento era “semplice”: lunghi listelli di faggio massello inumiditi (rigorosamente freschi e non stagionati in quanto più facili da lavorare), prima con acqua e in seguito colla, una volta migliorata la tecnica con il vapore, che assumevano poi forme curvilinee tramite “stampi” metallici. Infine, la sedia rimaneva ad asciugare all’interno di un grande forno, ritornando così il legno solido, robusto ma al contempo incredibilmente leggero. Al legno di faggio veniva abbinato un materiale più morbido per la seduta: la paglia di Vienna intrecciata a mano. Un’unione di materiali destinata a fare la storia.

Era il 1859 quando la sedia fu brevettata, diventando così un’icona del design.

Il successo della sedia non fu dato solo dalla piegatura del legno, ma anche dall’averla resa comoda, economicamente accessibile a tutti e facile da produrre e trasportare, una volta terminato il processo.  Michael e i suoi figli, infatti, stimolati dal successo dei pezzi realizzati, decisero di fondare la famosa azienda, tuttora esistente, Gebrüder Thonet Vienna (GTV), cercando di rendere il processo di produzione il più semplice e rapido possibile, allo scopo di favorirne la realizzazione in grande serie. La sedia veniva così scorporata in soli sei pezzi, trasportabili in un contenitore cubico e facili da assemblare: il passaggio da una produzione artigianale ad un vero e proprio processo industriale diventava realtà.

Oltre ad avere inventato e battezzato una tecnica nuova, Thonet fu in un certo senso precursore dell’Art Nouveau, che da lì a poco avrebbe decretato il trionfo delle forme curvilinee, floreali e organiche.

Nel tempo si assiste alla creazione di centinaia di nuovi modelli e la tecnica si affina, dando sempre spazio alla fantasia, senza tuttavia mai dimenticare la praticità e la versatilità degli oggetti. Non solo sedie, ma anche poltrone, poltroncine, appendiabiti freestanding, sedie a dondolo, coffee table, complementi d’arredo: Gebrüder Thonet Vienna ha rappresentato una delle aziende più prolifiche tra la fine dell’800 e metà del ‘900.

Collaborarono ai disegni e alla creazione decine di famosissimi designer ed architetti austriaci e non: famosissima è la sedia Loos Cafè Museum, opera di Adolf Loos (uno dei più grandi architetti austriaci) per arredare il celebre viennese Cafè Museum; ma anche più di recente Vico Magistretti, Michele De Lucchi, Michael Anastassiades e Cristina Celestino.

I prodotti Gebrüder Thonet Vienna vennero esportati in tutto il mondo: dal 1860 al 1930 furono vendute 50 milioni di Thonet n°14, che costituirono l’arredo dei più celebri bistrot, caffè, ristoranti, entrando anche nelle case di tutti, inclusa la mia più avanti.

La sedia fu amata e celebrata da artisti come Picasso o Renoir e lo stesso Le Corbusier la utilizzò in molti dei suoi progetti affermando che “…la più banale ed economica tra tutte le sedute, utilizzata in milioni di esemplari dall’Europa alle Americhe, possiede nella sua essenzialità, una sua nobiltà, poiché la sua semplicità è compressione delle forme che si adatta armoniosamente al corpo”.

L’azienda, nonostante siano passati quasi 200 anni dalla prima sedia, non ha perso l’originalità, lo spirito di innovazione nelle tecniche e nei modelli. Inoltre, è giusto ricordare che Gebrüder Thonet Vienna adotta nella propria produzione un approccio sostenibile, per questo ha ottenuto la FSC® (Forest Stewardship Council®): la certificazione internazionale che garantisce la provenienza del legno, utilizzato per la realizzazione dei prodotti, da foreste in cui vengano rispettati standard ambientali ed ecosostenibili.

È dunque un’attività che affonda le sue radici in un confronto generazionale continuo fra tradizione e innovazione, tra artigianato e industria, dando vita costantemente a prodotti sempre nuovi con richiami e reinterpretazioni dei classici, come quella “mitica, ma semplice” sedia nera attorno a quel tavolo rotondo del salotto di casa mia.

Credits: https://www.gebruederthonetvienna.com/