“To have it all”: gli anglosassoni, sintetici e diretti come la loro lingua, utilizzano questa espressione per riferirsi al dissidio moderno di ogni mamma. Essere una madre perfetta ma gestire anche il proprio lavoro, avere degli hobby e intrattenere una relazione sentimentale soddisfacente con il proprio partner
In sintesi, ma io posso avere tutto?
La domanda di per sé è spinosa, ci sono donne che anche solo ricevendola si adirano, dato che un interrogativo simile non verrebbe mai posto a un uomo, per cui il dubbio di dover scegliere tra famiglia e carriera non si pone nemmeno. Allo stesso tempo resta un quesito fondamentale, con cui molte donne, purtroppo, si scontrano ogni giorno nella loro quotidianità.
Il tema è dunque quanto mai attuale e la fotografa Olga Steinepreis, che lo vive sulla sua pelle, ha realizzato una serie chiamata “I’ve Had a Dream” che attinge alla sua intimità per affrontare questo dissidio e renderlo universalmente comprensibile.
Olga Steinepreis è in maternità da 9 anni per crescere i suoi tre figli. Ha dichiarato che la sua routine quotidiana sembra senza fine e la assorbe completamente. Cerca di svolgere in modo impeccabile il ruolo di moglie e di madre, cucinando e mantenendo la casa sempre in ordine ma anche leggendo libri sulla psicologia infantile per diventare una “mamma professionista”. Allo stesso tempo in questa serie denuncia quanto alienante sia il tentativo di ricoprire questo ruolo perfetto e idealizzato e il senso di annullamento che ne è derivato secondo la sua personale esperienza.
Negli scatti si vede Olga stessa post-prodotta in modo da apparire più di una volta nella stessa immagine. Si evince da questo espediente la doppiezza del suo ruolo di madre ma anche di donna, che vorrebbe portare avanti le sue passioni ma non riesce. La si vede intenta a fare il bagno a suo figlio mentre fissa la sua controfigura che si gode un bagno rilassante, come probabilmente vorrebbe fare lei. Oppure mentre stende al sole, un occhio rivolto a suo figlio, mentre la sua controfigura prende il sole su una sdraio. Il nome della serie in questo caso ci aiuta a dedurre la chiave di lettura delle immagini. Il celebre incipit del discorso di Martin Luther King viene declinato al passato per rendere un messaggio quasi opposto a quello del pastore. Non dà speranza per il futuro, anzi pone il focus sui sogni che la donna ha avuto e che non si concretizzeranno più per la scelta di vita da madre perfetta che ha fatto.
Per questo Olga Steinepreis giunge alla conclusione che “la verità è che sono così esausta che non ho alcun desiderio di rientrare in questo stereotipo esigente. Non voglio essere perfetta. Voglio vivere una vita in cui i miei sentimenti, interessi e obiettivi siano importanti.”