Secondo la filosofia del Ma, di origine giapponese, il vuoto ha pari dignità di significato rispetto allo spazio pieno e tra i due devono vigere armonia e equilibrio. A ben pensarci, è dal vuoto che nascono le forme: in sua assenza non potremmo osservarne il contrario, il pieno.
Proprio per questo l’architettura e l’arte giapponesi fanno particolare attenzione al vuoto e ai significati che esso è in grado di veicolare.
Hiroshi Sugimoto, famoso architetto e fotografo giapponese, esemplifica bene il concetto di vuoto con la sua arte. Un pomeriggio entra in un cinema economico dell’East Village con una macchina fotografica di grande formato e all’inizio del film fissa l’otturatore alla massima apertura per chiuderlo solo alla fine della proiezione. Una volta tornato a casa sviluppa il film e ciò che vede lo colpisce profondamente: è nata la serie “Theaters” in cui mostra il vuoto del palcoscenico, illuminato solo dalla luce della proiezione, impressa sulla pellicola dalla lunga esposizione. Grazie a questa tecnica riesce a conferire una luce al tempo stesso di calma e di mistero ai teatri che immortala. Il vero protagonista non è però il teatro, ma il vuoto che lo riempie.




Photo Credits© Hiroshi Sugimoto, Yellow Sea, 1992
Photo Credits© Hiroshi Sugimoto, Dioramas, 1994
Se l’estetica della vacuità nell’arte e nella cultura nipponica riveste un ruolo di particolare valore, lo stesso non si può dire per quella Europea. Noi occidentali siamo figli di una cultura che fra i primi virgulti ha prodotto opere la cui descrizione passa attraverso il termine “horror vacui”, letteralmente “terrore del vuoto”. Tendenza che si è poi ripresentata ciclicamente all’interno della nostra arte, basti pensare al Barocco e al Rococò. Va da sé che un simile utilizzo del vuoto nella fotografia occidentale sia molto più raro, ma non è inesistente. Fra coloro che gli conferiscono un particolare significato merita una menzione Michael Kenna. Kenna è infatti in grado di unire nelle sue fotografie l’ispirazione al disegno orientale con il sentimento romantico, tutto occidentale, del sublime di fronte a paesaggi naturali vasti e dunque caratterizzati anche dal vuoto.


Photo Credits© Michael Kenna, 1988
Photo Credits© Michael Kenna, Italia, 2018


Photo Credits© Michael Kenna, Cina, 2010
Photo Credits© Michael Kenna
In conclusione, il vuoto, lungi dall’essere semplice assenza, si rivela elemento essenziale per generare significato, equilibrio e bellezza. La filosofia del Ma ci insegna a guardare oltre la materia visibile, a dare valore agli spazi silenziosi, ai margini, al non detto. Nell’opera di Sugimoto, così come in quella di Kenna, il vuoto diventa protagonista, spazio di contemplazione e mistero, capace di evocare emozioni profonde e sospese. Forse è proprio da questa tensione tra pieno e vuoto che nasce l’arte più autentica, quella che non riempie per forza, ma che lascia spazio per pensare, sentire, immaginare.
Cover Photo Credits© Michael Kenna