La fotografia contemporanea non è un’arte amena e slegata dalla realtà. È un oggetto che viene estratto dalla realtà sensoriale e che viene poi paradossalmente re-inserito in quello stesso ambiente, rendendo la sua dimensione di oggetto fisico centrale, tramite tecniche come fotoricamo, bricolage, collage. Si parla dunque di expanded photografy. É una fotografia lontana da quella degli anni Novanta. Michel Poivert, autore di Contre-culture dans la photographie contemporaine, mira a rovesciare il paradigma dell’estetica della distanza e della composizione perfetta della patinata fotografia degli anni Novanta. La fotografia attuale è assolutamente concreta, nell’accezione più ampia di questo termine.


Il suo stretto rapporto con l’ambiente ci fa pensare a quanto questo sia un tema centrale nel presente, che non può essere separato dal climate change e da quanto questo tema stia condizionando la nostra epoca e il nostro sentire di esseri umani. L’expanded photography entra nell’ambiente e interagisce con esso ma non solo: la fotografia contemporanea ha anche una vena etica e di partecipazione attiva alla vita umana che ben si ricollega alla centralità della dimensione fisica dell’oggetto fotografico.


Nel senso più ampio del termine la fotografia non si appropria di spazi ulteriori rispetto ai propri ma è effettivamente un concetto che non si può limitare alla fotografia digitale, agli editoriali, ai libri di fotografia.
È effettivamente un concetto “espanso” che tocca molti altri significati. Il lavoro di alcuni artisti come Annegret, Soltau, Yvette Hamilton, Noelene Lucas e è particolarmente esemplificativo di questo concetto perché la loro fotografia dialoga con l’ambiente circostante.
How does expanded photography engage with contemporary environmental issues, and in what ways does it reflect an ethical and participatory approach towards human life and the physical dimension of the photographic object?
Regard IT Telkom