La scultura incontra la luce. Almeno questo è quello che ho pensato quando ho visto queste splendide lampade. Il loro aspetto scultoreo avvicina questi modelli a vere e proprie sculture di luce, in cui la stessa attraversa materiali e texture del tutto innovative, che ancora oggi sono vere icone del design. L’illuminotecnica a volte ci stupisce per le sue forme e le sue idee. Ma quando l’immaginazione va oltre il disegno, quando si pensa a qualcosa di unico, la luce prende una forma diversa, quasi magica. Vi racconto la storia di quattro lampade che ancora oggi creano stupore… e passione!
Max Sauze, nel 1969 progettò una monumentale lampada per il Palais des Congrès di Aix-en-Provence, di cui la Cassiopé è una versione più piccola. Realizzata in alluminio, per rendere la struttura più leggera, è composta da innumerevoli fogli piegati, fissati ad una struttura reticolare dove all’interno sono stati inseriti i portalampade. Per un gioco di rifrazione della luce, grazie alle posizioni diverse dei fogli di alluminio dalle forme semi-circolari, la luce si diffonde in modo uniforme, ma allo stesso tempo genera effetti ottici particolari, proiettando fasci luminosi sulle pareti, come ad amplificare il gioco geometrico della lampada stessa. Un attento studio di forme, posizionate in modo che l’illuminazione venisse diffusa in modo regolare, ha fatto entrare nell’olimpo delle più belle e particolari lampade mai realizzate la Cassiopé. Una scultura leggera, forgiata nel metallo, ma al tempo stesso materica e funzionale.
Poul Christiansen, nel 1972 ideò una lampada rivoluzionaria per l’epoca, la Model No. 172 Giant Sinus hanging light. La parola latina Linus significa “curva”, ma anche “piega”. Questa lampada a sospensione, realizzata in lastre di PVC tagliate e piegate in forme sinusoidi, rimanda immediatamente a una scultura leggera e luminosa. Identici quadrilateri, incastrati l’uno con l’altro, rivelano un approccio materico alla forma sferica, creando fantastici effetti di luci e ombre che conferiscono all’oggetto formidabili impressioni di pieni e vuoti. I vari elementi sono configurabili in molte forme e dimensioni, senza bisogno di una struttura di supporto. Per effetto del PVC, che lascia passare la luce, la sensazione è quella di guardare una scultura illuminata dal sole, qualcosa di plasmato dalla natura. Montare questa lampada, simile ad un puzzle, per le sue numerose varianti, è una sorta di test d’intelligenza.
Achille Castiglioni, nel 1988 creò una lampada che, ancora oggi, è uno dei modelli più richiesti per chi cerca un oggetto unico e dal design irripetibile. La lampada a sospensione Taraxacum si distingue per la sua trasparenza, con 60 lampadine trasparenti che emettono una luce diffusa e uniforme. La sua struttura è composta da innumerevoli triangoli in acciaio inox, ognuno dei quali ospita tre lampadine, creando un affascinante intreccio che costituisce il cuore del design della lampada. Le lampadine, una volta accese, diffondono una luce riflessa, aiutata dal metallo lucido a spargersi in tutto l’ambiente. La presenza delle nude lampadine è un elemento chiave nella concezione del design. Una struttura semplice, scultorea e geometrica, diventa arte della luce una volta che le lampadine sono state montate. Questa lampada è stata paragonata ad un bellissimo mazzo di fiori sfavillanti. Acciaio e vetro, nulla di più!
Ingo Maurer, nel 1995, presenta il suo genio creativo sognatore in una lampada a sospensione: Porca Miseria! Chandelier. Geniale, pazza e luminosa visione della luce, si tratta di una scultura composta da elementi che esplodono in una rara configurazione di fantastica ironia. Leggeri fili metallici, alle cui estremità sono appesi frammenti di porcellana bianca e posate, creano un effetto “fermo immagine” come se fosse stata catturata l’esplosione di una tavola apparecchiata. La luce, per riflessione, esce da questo impeto di elementi, creando essa stessa una sorta di scia luminosa che accompagna i vari pezzi. Non esiste materiale che Ingo Maurer non abbia utilizzato per le sue creazioni, ma per questa lampada si è superato, ha “congelato” un momento preciso, ha saputo catturare la luce e fermare un’immagine, semplicemente con l’utilizzo della sua fantasia visionaria.