Quando si parla di Aimo e Nadia, ci si sta riferendo naturalmente ai coniugi Moroni. Arrivati in città dalla Toscana, il loro primo locale arrivò nel ’55 accanto alla Stazione Centrale divenendo, nel corso degli anni, un noto punto di riferimento per la ristorazione milanese.

Inaugurato nel novembre 2018, Vòce è il ristorante più recente della storica famiglia, che oggi vede alla guida dell’attività la figlia Stefania. Firmato dallo Studio aMDL e Michele De Lucchi e collocato nientemeno che in piazza della Scala, proprio alla sinistra della statua di Leonardo da Vinci fronteggiante Palazzo Marino, il locale milanese è uno spazio dal design tanto curato quanto essenziale.

Il filo rosso concettuale del ristorante è proprio il viaggio artistico ed eno-gastronomico che mira a rappresentare idealmente la ricchezza culturale dell’Italia. L’interior design è una fusione suggestiva di rimandi stilistici di epoche diverse, richiamando il momento storico di costruzione dei palazzi che compongono il complesso architettonico in cui Vòce Aimo e Nadia è inserito: esso è composto dal settecentesco Palazzo Anguissola, l’ottocentesco Palazzo Canonica, Palazzo Brentani, Palazzo Beltrami e Casa Manzoni. Dalle influenze francesi tipiche del Settecento agli elementi decorativi dell’Ottocento austroungarico, fino al Novecento del legno di rovere, del marmo botticino, delle colonne di granito e dell’arredo, dove spiccano le sedie Thonet.

Il ristorante colpisce per la poliedricità dei suoi elementi architettonici e decorativi. Vòce combina l’eccellenza gastronomica milanese attraverso piatti delle tradizioni rivisitati con elementi che parlano a gran voce della storia di Milano, come una macchina per il caffè espresso degli anni ’60 completamente rinnovata. Non ultima l’arte, poiché collocato all’interno dello storico palazzo della banca Commerciale di Milano, oggi polo museale di Intesa San Paolo.

Insomma, Vòce è un ristorante che ripercorre le epoche milanesi grazie a una progettazione di alto design. Ma anche attraverso la cucina, di cui gli chef Fabio Pisani e Alessandro Negrini propongono un approccio ad una visione dell’arte culinaria italiana che intreccia sapori e arti attraverso le proposte artistiche del museo, per un’esperienza che funge da ideale completamento della visita alle Gallerie d’Italia.