Il Feline Chalet, ubicato nella rurale Collingwood in Canada, è la rappresentazione di come l’architettura non solo si debba integrare con la natura, ma che anche ne possa e ne debba trarre ispirazione, distinguendosi per un approccio architettonico che unisca eleganza formale, funzionalità e appunto una profonda connessione naturalistica.
Il progetto, realizzato da Atelier RZLBD, studio multidisciplinare canadese, rompe gli schemi architettonici tradizionali concependo l’edificio come un rifugio, come la metafora del gatto disteso (l’effetto gatto è facilmente rilevabile osservando la piantina, che ne ricalca idealmente la sagoma), evocandone tanto la grazia felina quanto l’istinto di ricerca di un rifugio sicuro.
L’idea di strutturare l’edificio in tre volumi differenti è volta a una suddivisione funzionale dell’ambiente che al contempo ne tuteli l’organicità, la connessione fra le parti e il tutto.

La Capanna” è il cuore sociale dell’intero edificio: accoglie internamente un’ampia e articolata superficie a doppia altezza che ripartisce lo spazio pur lasciandolo completamente libero da divisioni, rendendolo di fatto un open space dotato di zona kitchen, dining e living in grado di accogliere i vari ospiti.
Il “camino sospeso” è il punto focale dell’intero apparato architettonico, inserito a rievocare i rituali intorno al fuoco, e posto al centro di due finestre triangolari che celebrano le montagne circostanti.                                                                                               
La facciata esterna è rivestita in legno carbonizzato mediante una tecnica giapponese chiamata “shou sugi ban”, che rende il materiale più resistente agli agenti atmosferici e ai fenomeni parassitari, oltre a conferirgli un aspetto scuro e drammatico; all’interno, invece, il compensato che riveste pareti e soffitti crea un’atmosfera calda e naturale contrapponendosi all’estetica esterna; il pavimento in cemento è in continuità con il resto dell’edificio e le travi in acciaio brunito ne evidenziano gli aspetti tecnico costruttivi.                                                                                    
La “Caverna” è pensata come spazio intimo e funzionale, in grado di ospitare i luoghi del privato come camere e servizi, è progettata garantendo condizioni analoghe per tutti gli abitanti; le finestre distribuiscono un’illuminazione equilibrata e naturale nonché una rara connessione con l’ambiente circostante, permettendo a tutti gli ospiti di godere della stessa vista.                                                             
Il “Ponte” rappresenta il terzo e ultimo volume della costruzione. Esso, come suggerito dal nome, funge da transizione fluida tra le due sezioni della casa, rappresentandone metaforicamente il “collo” che unisce la “testa” e il “corpo” del gatto.
Si comprende così come uno degli elementi chiave del Feline Chalet sia la sua perfetta integrazione con il paesaggio naturale, non soltanto mediante l’utilizzo di materiali naturali ed ecosostenibili, ma soprattutto grazie alla filosofia adottata dallo studio canadese, capace di disporre le strutture lungo il margine settentrionale del sito e non al centro. SI consente così a ciascuno degli ambienti della casa di ricevere una buona dose di “luce diretta” durante l’intera giornata e di minimizzarne l’impatto ambientale, preservando la flora esistente e mantenendo intatte le caratteristiche fisiche del sito, proteggendone l’ecosistema. L’architettura del Feline Chalet si propone, pertanto, come un valido esempio di un’architettura che, pur curando gli indispensabili aspetti tecnico-funzionali del progetto, non perda di vista la poesia del costruire un luogo allo stesso tempopratico e spirituale.