Una mostra come retrospettiva dal chiaro intento biografico, ma anche specchio di quello che eravamo. Un percorso che include le vicende umane, imprenditoriali e culturali di Elio Fiorucci, portando uno sguardo nuovo sulla sua figura. La nuova mostra Elio Fiorucci, fino al 16 marzo 2025 in Triennale Milano, presenta le ricerche sviluppate da accademici e dai suoi collaboratori, raccontando la visione unica di un maestro che ha rivoluzionato la moda e il marketing italiano e mondiale. Un percorso a cura di Judith Clark con progetto di allestimento di Fabio Cherstich, che diventa in assoluto la più grande e ricca di opere e documenti mai dedicata a questa figura unica: imprenditore, cool hunter e fondatore dell’omonimo marchio che a partire dagli anni Sessanta ha rivoluzionato il costume, la moda e la scena dell’arte contemporanea in Italia.
Una mostra non solo per celebrare il grande stilista, ma per ricordare chi eravamo noi, la nostra adolescenza e quelle vetrine colorate che ci facevano sognare in piazza San Babila.
“Abbiamo voluto riempire, proprio qui, dove il fenomeno Fiorucci è nato ed esploso, il vuoto di una formidabile amnesia. Milano, grazie a Fiorucci, è stata infatti per almeno due decenni uno dei magneti delle idee più avanzate della cultura giovanile internazionale e la culla delle contaminazioni più fertili e audaci non solo tra moda, design, arte visiva e pubblicità, ma anche tra cultura e commercio. Invadendo di colori e forme la Milano cupa degli anni Settanta e poi esportando la sua cometa cromatica nel mondo, Elio Fiorucci ha dato alla sua città il regalo di un primato nella creatività internazionale”, ha commentato Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano. L’esposizione si focalizza in particolare sulla vita e sulla biografia dello stilista: vengono presentati, seguendo un ordine cronologico, sia materiali provenienti dal suo archivio personale sia prodotti industriali, raccontando l’inconfondibile estetica di Fiorucci.
Il progetto di allestimento mette in risalto la teatralità delle diverse parti che compongono il racconto: l’intera mostra è attraversata dalla voce di Elio Fiorucci che ripercorre alcuni momenti personali e che viene messa in dialogo con le voci di altri protagonisti della storia dello stilista, dando vita a una narrazione che si intreccia al racconto del marchio. La grafica e il linguaggio ironico e provocatorio a cui lo stilista si ispirava sono elementi centrali dell’esposizione. Questi sono espressi attraverso una varietà di media, documenti e opere, che vanno dalle polaroid all’installazione ambientale, includendo video, fotografie, plastici di architettura, abiti, accessori e opere d’arte contemporanea, evidenziando come il marchio abbia sempre mantenuto un’identità strettamente legata alla personalità del suo fondatore. Da dicembre sarà disponibile anche un podcast, prodotto da Triennale Milano e scritto da Andrea Batilla, con un racconto in sette episodi capace di esplorare la vita e la carriera dell’imprenditore, in un viaggio da Milano a New York.