Situato alle pendici dei Monti Prenestini, strategicamente dominante la Valle del Sacco, il paesaggio di Genazzano è caratterizzato da castagni e ulivi. Il toponimo deriva probabilmente dalla gens Genucia, proprietaria di un Genucianus fundus nel territorio, luogo scelto per i propri ritiri di campagna da molte famiglie patrizie romane (ad esempio da Claudio Tiberio). Fin dal X secolo (documento del 1022) è attestata l’esistenza di un piccolo insediamento: fu in questo periodo che furono costruite le prime chiese dei Santi Stefano e Lorenzo (l’attuale Santa Croce) e di Santa Maria. Nel 1151 papa Eugenio III concesse il feudo di Genazzano alla famiglia Colonna, che ne determinò la fortuna e lo sviluppo fino all’abolizione dei privilegi feudali agli inizi dell’Ottocento. Il periodo di maggior prestigio per la città fu raggiunto in seguito all’elezione a Papa di Oddone Colonna, che prese il nome di Martino V (1417-1431) e che, secondo la tradizione, nacque o nell’antico castello Colonna o nella Casa Apolloni, poi detta “Casa di Martino V”.

E qui, nella campagna di Roma, nascosto nella foresta appena fuori questo piccolo villaggio, c’è un padiglione rinascimentale dimenticato: il Ninfeo del Bramante. Progettato dal famoso architetto italiano Donato Bramante, fu costruito all’inizio del XV secolo dalla famiglia Colonna a Genazzano, vicino a Roma. Il Ninfeo era il fulcro di un vasto giardino, caratterizzato da laghi e un piccolo fiume, situato su una collina accanto alla porta principale della città. Tuttavia, fu abbandonato poco dopo il suo completamento.


I partecipanti a questo concorso furono incaricati di riutilizzare questo spazio come teatro e parco pubblico.

Tobias Rabold

Lorenzo Novajra, Giovanni Stoppoloni

Ana Luísa Schoenell, João Victor Ortiz
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