“Quando utilizzo un tema di Bramante o di Borromini lo faccio guardando a questi modelli attraverso le esperienze di Gaudí, di Le Corbusier, di Terragni, di Ridolfi, di Kahn, di Pietila, di Gehry” e “L’architettura è un aspetto corale del lavoro umano che raccoglie in sé l’opera di operai, tecnici, artigiani rispetto ai quali l’architetto ha il compito di non annullarne la partecipazione creativa” sono due recenti quotes dell’architetto Paolo Portoghesi che chiarificano molto bene il suo approccio progettuale al mondo esterno e l’analisi concettuale precedente ad ogni atto del disegno.
Paolo Portoghesi è scomparso questa mattina nella sua amatissima casa di Calcata, in provincia di Viterbo, dove da più di trent’anni risiedeva e operava all’interno del mondo dell’architettura italiana ed internazionale. È stato architetto e storico dell’architettura, nato a Roma il 2 novembre 1931 e laureatosi nel 1957, nel corso della sua carriera è stato docente universitario sia all’Università di Roma che presso il Politecnico di Milano, ricoprendo successivamente anche la carica di preside. È stato chiamato a dirigere il settore architettura della Biennale di Venezia alla fine degli anni ‘70 e successivamente ne è stato nominato anche presidente.
L’elenco delle sue opere è davvero molto lungo e articolato, si parte dalla casa Baldi del 1959 per passare alla moschea di Roma, che forse è il suo progetto più conosciuto, al restauro della piazza del Teatro alla Scala negli anni ’90, fino all’ultimo lavoro del 2019 che vede nella Concattedrale di Lamezia Terme il riassunto del suo linguaggio legato agli edifici sacri.
Tra tanti progetti ci piace citarne uno in particolare: casa Papanice nel quartiere Nomentano di Roma, che fu set cinematografico nel 1970, ospitando le riprese di Dramma della Gelosia con la regia di Ettore Scola e un cast tra i più belli di quegli anni con Monica Vitti, Marcello Mastroianni e Giancarlo Giannini.
L’ultimo atto poetico di Paolo Portoghesi saranno le sue esequie funebri: verranno infatti celebrate nella chiesa dei Santi Cornelio e Cipriano progettata da lui stesso negli anni 2000, secondo il suo desiderio.
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