Un nuovo volto per la città sull’acqua

Nordhavn, letteralmente “porto nord”, è uno dei più ambiziosi progetti di rigenerazione urbana dell’Europa contemporanea. Situato a nord del centro storico di Copenhagen (nonché capitale mondiale dell’architettura), questo ex distretto portuale e industriale si estende su oltre 200 ettari di superficie affacciata sul Mar Baltico. La trasformazione dell’area, avviata ufficialmente nel 2008, mira a riconvertire un paesaggio di infrastrutture e magazzini dismessi in un quartiere multifunzionale, sostenibile e a zero emissioni. L’obiettivo è chiaro: creare una città nella città, dove abitare, lavorare e vivere in simbiosi con l’acqua e la natura.

Dal porto industriale al quartiere del futuro

Per decenni, Nordhavn ha rappresentato il cuore produttivo e logistico di Copenhagen, ospitando attività marittime, depositi e cantieri navali. Con la progressiva delocalizzazione delle funzioni portuali verso aree più periferiche, la zona è rimasta parzialmente abbandonata, diventando un’enorme riserva di suolo urbano in cerca di una nuova identità. La rigenerazione nasce quindi dalla volontà di riconnettere la città con il mare, trasformando un’area chiusa e monofunzionale in un tessuto urbano aperto, accessibile e vibrante.
Il masterplan, sviluppato da Cobe, Sleth e Polyform Architects, interpreta questo passaggio come un processo di metamorfosi graduale, in cui il passato industriale diventa fondamento del futuro urbano.

Una visione urbana integrata e sostenibile

Nordhavn è concepito come una smart district completamente sostenibile, capace di ospitare circa 40.000 abitanti e altrettanti posti di lavoro una volta completato. L’intero progetto si fonda sui principi dell’economia circolare, della neutralità carbonica e della mobilità dolce.
Le strategie includono: un sistema energetico basato su fonti rinnovabili (geotermia, eolico e teleriscaldamento); un’infrastruttura di mobilità a basse emissioni, con linee della metropolitana, piste ciclabili e percorsi pedonali; un sistema di gestione intelligente delle acque meteoriche e reflue; uso di materiali da costruzione riciclati o locali.
Ogni edificio è progettato secondo criteri di efficienza energetica e flessibilità d’uso, contribuendo alla creazione di un quartiere capace di adattarsi nel tempo alle evoluzioni climatiche e sociali.

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Memoria industriale e linguaggio architettonico

Una delle caratteristiche più affascinanti della riqualificazione di Nordhavn è il rispetto per la memoria del luogo. Invece di cancellare le tracce del passato, il progetto le reinterpreta come elementi identitari.
Esemplare in questo senso è The Silo, progettato dallo studio Cobe: un ex deposito di grano degli anni ’60 trasformato in un edificio residenziale e spazio pubblico. La struttura in cemento grezzo è stata mantenuta e rivestita da una nuova pelle metallica riflettente, che dialoga con la luce e il paesaggio marino.
Allo stesso modo, i magazzini portuali sono stati convertiti in uffici, gallerie, ristoranti e spazi culturali, generando una continuità visiva e materica tra passato e presente. Questa attenzione alla stratificazione storica rende Nordhavn un esempio paradigmatico di “rigenerazione senza tabula rasa”.

La rete degli spazi pubblici e il rapporto con l’acqua

L’acqua è l’elemento generatore dell’intero progetto urbano. Canali, darsene e pontili strutturano il tessuto del quartiere, creando una costellazione di spazi pubblici connessi da passerelle e percorsi pedonali.
La presenza costante dell’acqua influisce sulla percezione dello spazio, sulla luce e sulla qualità dell’aria, rendendo Nordhavn un luogo in cui la natura diventa parte integrante dell’esperienza urbana.
Le aree verdi e le piazze, spesso sopraelevate o collegate da ponti leggeri, favoriscono la socialità e la fruizione collettiva. I residenti possono nuotare nei canali durante l’estate, partecipare a eventi all’aperto o semplicemente godere del panorama costiero: un modello di vita urbana che promuove il benessere fisico e mentale.

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Mobilità dolce e accessibilità

Il quartiere è stato progettato per ridurre al minimo l’uso dell’automobile. Le strade sono pensate principalmente per pedoni e ciclisti, mentre i parcheggi sono collocati ai margini del distretto.
Dal 2020 Nordhavn è servito da una linea metropolitana che lo collega direttamente al centro città in pochi minuti, integrandolo pienamente nel sistema urbano di Copenhagen.
La priorità è data alla prossimità: scuole, negozi, uffici e aree ricreative si trovano a distanza pedonale, rafforzando la dimensione di quartiere di comunità. Questo approccio riduce non solo le emissioni ma anche la dipendenza da infrastrutture complesse, contribuendo alla resilienza urbana.

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Nordhavn come modello internazionale

La rigenerazione di Nordhavn non è solo un intervento architettonico, ma una vera e propria strategia culturale e ambientale. Il progetto è diventato un riferimento per molte città che affrontano la sfida di riconvertire aree portuali o industriali in declino.
Il suo successo risiede nella capacità di combinare qualità architettonica, sostenibilità ambientale e vitalità sociale. Copenhagen, attraverso Nordhavn, riafferma la propria visione di capitale verde europea e dimostra come la progettazione urbana possa essere uno strumento di trasformazione etica e collettiva.

Una città che cresce sull’eredità del mare

Oggi, passeggiando tra le banchine e i nuovi isolati residenziali, è possibile percepire la continuità tra la città storica e questa nuova estensione sul mare. Nordhavn non è una città artificiale, ma un organismo vivo che evolve nel tempo, mantenendo un legame profondo con l’identità marittima e produttiva di Copenhagen.
La sua forza risiede nella capacità di integrare memoria e innovazione, natura e tecnologia, in un equilibrio che riflette perfettamente la cultura scandinava del progetto: sobria, attenta, umana.
Le riqualificazioni urbane scandinave le trovo d’esempio, bilanciano funzionalità ed estetica arricchendo la città senza mai stonare. Un esempio è Stoccolma, sono certa di non essere l’unica che ci andrebbe a vivere!

Cover credits ©we build value


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