
Il periodo storico che stiamo vivendo ci deve portare a riflettere urgentemente sul concetto di Futuro.
Negli anni ‘80-‘90 del XX secolo vedevamo il Futuro come se fossimo sotto l’effetto degli effluvi di una sorta di ottimismo positivista che può trovare un parallelismo ed un antenato in quello ottocentesco che concepiva il Futuro come un periodo di crescita economica, tecnologica e culturale indefinita e senza fine sulla scorta delle grandi scoperte scientifiche del XVIII e del XIX secolo.
Così come la Prima Guerra Mondiale ha posto fine a tale illusione, i traumatici eventi di inizio Millennio come l’11 Settembre 2001, le guerre in Afghanistan e Iraq, la Crisi del 2008, la Pandemia da COVID 19 e la “Terza Guerra mondiale a pezzi” che stiamo oggi vivendo, hanno riportato l’Umanità in una realtà che le generazioni più giovani non avevano mai conosciuto.
Questa convinzione che lo sviluppo umano possa essere inarrestabile e contraddistinto da una crescita perenne, utilizzando risorse illimitate anche grazie alle nuove tecnologie, si infrange all’inizio di questo secolo quando gi studiosi, gli scienziati ed i movimenti ambientalisti di tutto il Mondo (fino a quel momento visti come utopisti e sognatori), vengono finalmente ascoltati.
Il concetto di Sviluppo Sostenibile, teorizzato e sviluppato fin dagli anni ’70 e fino a circa il 2001 (per fissare una data di riferimento) quasi completamente ignorato, inizia ad essere per lo meno analizzato ed i teorici, i progettisti ed i sostenitori riescono a farsi ascoltare e ad avvisare l’Umanità che non possiamo più sfruttare indiscriminatamente la Natura senza aspettarci delle conseguenze.
Le conseguenze si sono purtroppo concretizzate e sono sotto gli occhi di tutti: il repentino cambiamento del clima, l’avanzamento delle aree desertiche del Pianeta, l’esaurimento delle risorse naturali in alcune zone, catastrofi naturali come uragani ed alluvioni e la scomparsa di habitat naturali importanti e numerose specie animali.
Molte di queste problematiche sono dovute alle attività umane di tipo industriale, agricolo ed allo sfruttamento indiscriminato del territorio.
Einstein amava ripetere “Non smettere mai di farsi domande” ed in questo articolo abbracceremo questo motto per riuscire, attraverso le domande, ad individuare e percorrere una Strada Nuova.
Ma cosa possiamo fare per cambiare le cose?
Per fortuna negli ultimi anni, l’Uomo ha iniziato a preoccuparsi della situazione in cui versa il nostro Pianeta ed ha sviluppato degli “anticorpi” ponendo le persone davanti alla realtà cercando di fargli comprendere che l’Umanità non puo procedere sulla strada percorsa finora perché essa può portare a conseguenze gravi ed irreversibili.
Considerando il ruolo del Progettista, dell’Architetto e del Designer, sorge spontanea una domanda: “Possiamo noi progettisti cambiare veramente questa preoccupante situazione?”
Sono solo i grandi progetti (“Big Green Project”) che possono incidere e migliorare la Salute del Pianeta?
Io credo che, nonostante le grandi realizzazioni abbiano ovviamente un impatto positivo maggiore (lo abbiamo visto nei progetti realizzati negli ultimi anni), anche noi “semplici” Designer possiamo contribuire, nel nostro piccolo, a migliorare lo stato delle cose dando il nostro contributo. Ma come? Attraverso il Metodo.
Che si possa condividere o meno, che si tratti di un “cucchiaino” o di una “città”, il Metodo Progettuale è identico per diminuire l’impronta ambientale di ciò che ideiamo e costruiamo.
Ma come può un Architetto od un Interior Designer con la ristrutturazione di uno spazio interno contribuire a cambiare le cose?
“Può il battito delle ali di una farfalla in Brasile scatenare un tornado in Texas?”
(Lorenz all’American Association for the Advancement of Sciences, 1979)
È vero che una singola abitazione, un ufficio, uno spazio ricettivo o commerciale, da solo, non può cambiare granché a livello globale ma se consideriamo che, solo nel nostro Paese, il numero degli edifici residenziali, ad esempio, è pari circa a 12 milioni (85% del totale delle costruzioni) e che la maggior parte è costituita da immobili molto vecchi ed inadeguati dal punto di vista energetico, allora la situazione può davvero cambiare. Infatti, se molti dei proprietari interverranno riqualificando il Patrimonio Costruito Esistente secondo principi ecosostenibili migliorando non solo la prestazione energetica di tali ambienti ma creando luoghi sani e belli attraverso l’utilizzo di materiali locali privi di sostanze nocive, arredi recuperati non introdotti nel circuito delle discariche (che tanto danneggia il nostro ambiente), il battito di tutte queste “farfalle” potrebbe davvero cambiare qualcosa.
Cos’è il Bio Interior Design?

Non esiste una unica soluzione al problema ma, al contrario, la creatività e la fantasia dell’Uomo ha trovato diverse soluzioni e ne troverà sempre di nuove.
Due di queste, applicate al Design degli Interni, sono il Biophilic Design ed il Biomimicry Design (ne abbiamo parlato negli articoli precedenti) che si possono fondere ottenendo una sorta di Design organico-biologico che, al di là delle classificazioni ufficiali, potremmo definire Bio-Interior Design.
Già da diverso tempo, l’Uomo, intontito e confuso dal progresso tecnologico indiscriminato e normalizzato, ha preso come riferimento, come Mentore, la “Madre di tutti gli Architetti”: la Natura.
Le forme organiche, infatti, stanno ridefinendo il modo in cui progettiamo e abitiamo gli spazi interni. Curve morbide, volumi fluidi, texture ispirate a conchiglie, foglie e microstrutture naturali sostituiscono linee rigide e superfici sterili. Non è un vezzo estetico: è l’esito di una convergenza tra bioingegneria, sostenibilità, neuroscienze e progettazione digitale.
Il Design Biologico non si limita ad imitare la Natura ma ne integra i processi, i materiali e le logiche, generando interni più sani, efficienti e profondamente umani.
Nel XX secolo, infatti, alcuni “antesignani” come Pier Luigi Nervi, hanno tratto una importante lezione dalla Natura, applicando gli straordinari principi di efficienza alle strutture, ottenendo forme e prestazioni mai viste prima.
Ma possiamo applicare tutto ciò agli Interni?
Possiamo utilizzare oggi la straordinaria lezione della Natura utilizzandola per progettare Architetture di Interni sostenibili ed innovative?
Perché ora?

Prima dell’inizio del Millennio, forse l’Uomo non era ancora pronto ad accettare il fatto che lo sviluppo della nostra Civiltà, delle nostre Economie e Società non fosse infinito e prescindesse dalla Natura e dalle Risorse.
Oggi (in realtà da qualche decina d’anni) siamo finalmente pronti perché si sono sviluppate tecnologie, idee e condizioni per realizzare uno Sviluppo Sostenibile che possa veramente fare la differenza anche lavorando su progetti medio – piccoli:
- Salute e benessere: la biofilia, oggi confermata da studi su stress, memoria e performance, mostra che ambienti con elementi naturali migliorano umore, creatività e produttività;
- Sostenibilità concreta: materiali bio-based riducono l’impronta di carbonio, favoriscono la circolarità e limitano l’uso di risorse fossili;
- Tecnologie mature: stampa 3D in argilla, algoritmi generativi, robotica e biofabbricazione consentono forme complesse con precisione e costi gestibili;
- Normative e mercato: standard come LEED (www.usgbc.org/leed), WELL (https://www.wellcertified.com) e Living Building Challenge (https://living-future.org/) favoriscono soluzioni a basse emissioni, elevata qualità dell’aria e comfort multisensoriale.
I Principi del Design organico-biologico

Operativamente come possiamo applicare al nostro lavoro di Designer e Progettisti di Interni, principi di altissimo livello che sono sostanzialmente utilizzati per grandi interventi e strutture al fine di creare un maggiore impatto positivo sull’Ambiente?
Lo scorso anno ho partecipato, a Milano, ad un evento dedicato al settore del retail. In uno speech legato agli aspetti sostenibili del progetto di spazi commerciali di qualsiasi dimensione, mi ha fatto specie e colpito che, il massimo concetto di Sostenibilità risiedesse nel non utilizzare il metallo cromato per il pesante impatto ambientale che tale lavorazione comporta.
Occupandomi di “Green” in Architettura e Design da più di vent’anni, ho subito pensato che, nel Mondo dell’Interior, la strada verso la Sostenibilità è ancora lunga e per raggiungere la meta, serve cultura, studio, conoscenza e tanta tanta Formazione.
Lasciando alla fantasia ed alla sensibilità del Progettista la ricerca di nuove soluzioni, possiamo solo tracciare la strada con alcune suggestioni ed indicazioni riguardo i principi esistenti del Bio-Interior Design:
- Biomimicry: apprendere dalla Natura (strutture alveolari, micro-rugosità idrofobiche, nervature delle foglie, etc.) per efficienza, resistenza e leggerezza;
- Biophilic Design: integrare elementi naturali reali o evocati (luce, acqua, verde, materiali tattili) per un legame emotivo con lo spazio;
- Circolarità: materiali compostabili o riciclabili, progettazione per disassemblaggio, tracciabilità e passaporti dei materiali;
- Adattività: superfici e componenti che regolano luce, umidità e acustica rispondendo all’uso e alle condizioni ambientali;
- Multisensorialità: non solo vista ma percezione Tattile, acustica, olfattiva e termica diventano dimensioni di progetto.
Materiali Sostenibili e Naturali

Il Mercato, oggi, ci offre una gamma infinita di materiali anche con caratteristiche di Sostenibilità eccellenti ma che, per un motivo misterioso ed incomprensibile, tendiamo sempre a non utilizzare non abbandonando mai la nostra “Comfort Zone” che ci conferisce sicurezza e ci tutela dal commettere errori dovuti all’imbocco di una nuova strada.
Ma se non si osa, se non si sbaglia e non si sperimentano nuove soluzioni, non c’è Innovazione.
Visto che nuovi materiali e tecnologie sono disponibili e funzionano anche dal punto di vista della Sostenibilità, perché non utilizzarli?
Per citarne solo alcuni:
- Compositi bio-based: canapa, lino e basalto con resine a base biologica per pannelli, scocche di sedute e boiserie sono caratterizzate da leggerezza ed elevate prestazioni acustiche;
- Micelio (fungo): utilizzato per pannelli fonoassorbenti, rivestimenti e imballi strutturali leggeri, ottimi per acustica ed immagini tattili;
- Pelle di funghi e cellulosa batterica: impiegata per rivestimenti, paralumi ed accessori con texture organiche, è caratterizzata da impatto ambientale ridotto;
- Bioplastiche ottenute da alghe ed amidi: utilizzate per la produzione di diffusori luminosi, componenti stampati con traslucenze morbide;
- Terra cruda ed argilla: sono impiegate per la realizzazione di intonaci e modanature 3D che regolano l’umidità e disegnano curvature continue su pareti e soffitti;
- Sughero e cork-rubber: si possono realizzare pavimenti elastici, pannelli acustici e sedute leggere dotate di ottima resilienza e comfort termico;
- Legni igroscopici e lamellari: utilizzati per doghe e pannelli sagomati che “respirano”, con giunzioni ad incastro per reversibilità.
- Tessili naturali e tecnici: lana, ortica, cellulosa tinta con pigmenti bio hanno performance acustiche e tattili superiori.
Applicazioni negli Interni

Il Progettista, avendo a disposizione questa vasta varietà di materiali innovativi e sostenibili, deve utilizzare la propria creatività e sensibilità per progettare spazi che sappiano coniugare tecnologia con il rispetto del contesto in cui si interviene:
- Pareti e soffitti: intonaci in argilla modellati a rilievi, pannelli in micelio fonoassorbenti, lamelle lignee curvate che modulano luce e suono;
- Pavimenti: sughero o legno a doghe irregolari che accompagnano il movimento;
- Arredi: sedute con scocche biomorfe, elementi integrati nell’architettura per continuità spaziale;
- Illuminazione: diffusori in bioplastiche lattiginose, lampade in cellulosa batterica, sistemi di regolazione della luce e riflessioni su superfici curve.
- Verde integrato: pareti vegetali a bassa manutenzione, muschi stabilizzati, micro-orto indoor in cucina, sistemi idroponici decorativi.
- Bagni e cucine: superfici minerali o bio-composite antiscivolo con morbide raggiature; rubinetterie e canaline che evocano flussi naturali, vasche d’acqua che generano calma e rilassamento.
- Lavoro e ospitalità: phone booth (box per telefonare) fonoassorbenti in fibre naturali, lounge con “nicchie” organiche per micro-privacy, percorsi fluidi che riducono lo stress.
Il Bio Interior Design che incorpora tutti questi principi e l’utilizzo di nuovi materiali, “parla” un nuovo linguaggio architettonico ed estetico che dipende dalla creatività e soprattutto dalla sensibilità del Designer.
Linee sinuose o volumi netti e ben definiti, texture ispirate agli elementi naturali (coralli, dune, venature del legno, etc.), tinte (palette richiamanti i colori della terra, verdi e blu desaturati, bianchi caldi, accenti vividi derivati da pigmenti naturali) e luminosità morbide ed avvolgenti sono solo strumenti a disposizione del Progettista per creare spazi ed ambienti sempre diversi ed integrati nel contesto.
Oltre l’estetica, quindi. Le forme organiche parlano un linguaggio universale, attingono a tradizioni come il Modernismo Naturale di Aalto od un minimalismo “caldo” più contemporaneo, ma guardano avanti con tecnologie biodigitali. Riducono l’ansia da ambienti ipertecnologici, riumanizzano la casa ed i luoghi di lavoro ed offrono una sintassi spaziale più inclusiva ed intuitiva.
Il Futuro

Il Futuro del Bio Interior Design oggi è un concetto in divenire ma possiamo immaginare, in base allo “stato dell’arte” attuale, che avremo, nel giro di pochissimi anni, materiali viventi programmabili che riparano micro-danni o regolano porosità in base all’umidità, componenti stampati in loco con terre locali e fibre vegetali (a rifiuto quasi zero), superfici che comunicano con luce e temperatura anziché con schermi ed interni “Carbon-Negative” con materiali che assorbono CO2 ancora più performanti di quelli disponibili oggi.
Il Design Biologico non è quindi un trend passeggero ma un cambio di paradigma.
Le forme organiche e l’integrazione del Verde negli Interni traducono in spazio i principi con cui la Natura costruisce efficienza, bellezza e benessere.
Per Progettisti e Committenti, il Futuro non sta solo nel “come appare”, ma nel “come vive” uno spazio: Resiliente, Rigenerativo e profondamente Umano.
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