Tre Stelle Michelin, una Stella Verde ed un posto sempre presente nella classifica di “The World’s 50 Best Restaurants”. Stiamo parlando del ristorante “Piazza Duomo” di Enrico Crippa, aperto ad Alba nel 2005 insieme alla famiglia Ceretto, già proprietaria dell’omonima, prestigiosa, azienda vitivinicola langarola.

Si raggiunge inoltrandosi in una delle vie del centro di Alba, nei pressi di Piazza Risorgimento.
Collocato al primo piano del palazzo, l’interno stupisce subito per la sua luminosità, garantita soprattutto dalle finestre che affacciano sulla piazza nella sala principale: “La Sala Rosa”. Le pareti, qui, sono la tela di una vera e propria opera d’arte figurativa firmata dall’artista Francesco Clemente. Da subito è chiaro ed evidente il forte legame tra arte e cucina che caratterizza l’intera esperienza. Questo grazie anche all’influenza della famiglia Ceretto, che da sempre partecipa alla promozione artistica e culturale del territorio delle Langhe con opere come “La Cappella” di Sol Lewitt e David Tremlett.


“Piazza Duomo propone un’esperienza dell’arte a tutto tondo. Se l’interior è del curatore newyorkese Bill Katz, diversi artisti definiscono l’atmosfera. Nella sala principale, quella rosa, una grande foglia d’uva abbraccia il mappamondo e i continenti: è un’opera di Francesco Clemente – 4 giorni di lavoro non stop e la scelta di un colore luminoso quanto inaspettato. La seconda sala è arricchita da due sipari d’opera creati da Louise Nevelson.
Appese lungo le stanze e la lounge spiccano opere e immagini di altri artisti, compresi quelli che nel corso degli anni hanno incontrato e ispirato Enrico Crippa nella creazione di menù-tributo, da Marina Abramovic a Kiki Smith, da Anselm Kiefer a Patti Smith e Lynn Davis. Non è raro che lo chef omaggi i clienti con menù da loro autografati.”
Nella sua proposta attuale, che prevede due diversi percorsi di degustazione, “Barolo” e “Il Viaggio”, Enrico Crippa rivela il suo legame con il territorio ed in particolare con l’orto di Piazza Duomo: un elemento fortemente caratterizzante, che rende la componente vegetale influente e centrale in molti dei suoi piatti.
“L’elemento vegetale è oggi uno dei punti cardine della mia cucina e fa sì che le sfumature dei miei piatti cambino, di giorno in giorno”
Località e stagionalità delle materie prime incontrano poi il vissuto dello chef, con le sue esperienze in Italia, partendo dagli insegnamenti di Gualtiero Marchesi, fino al viaggio in Giappone, che ispirerà ed influenzerà la sua idea di cucina. Alle materie prime locali e dell’orto si intrecciano quindi “suggestioni internazionali”, dando così vita ad un menù fortemente dinamico, introspettivo ed artistico, in perfetta armonia con il fascino scenografico della location.


Anche nelle proposte della cantina, con percorsi di abbinamento su misura per il menù e per il commensale, si rivela la connessione tra territorio e internazionalità. Si può infatti decidere di intraprendere esperienze di degustazione senza confini come quelle offerte dal menù di abbinamento “Wine’s Seasons”, dove possono susseguirsi specialità provenienti dalle diverse regioni del mondo: nel mio caso, Francia, Austria, Spagna, Ungheria, Germania. Allo stesso modo, si possono trovare proposte che si legano alla grandiosa cultura locale e regionale del vino, grazie a percorsi come “Nebbiolo Grand Tasting” o “Grande Piemonte”.
Nonostante il ritmo incalzante, ma mai frettoloso del servizio, con piatti, posate e calici che si susseguono in una meravigliosa ed elegante coreografia, Piazza Duomo è un luogo dove il tempo sembra quasi fermarsi, offrendo un’esperienza unica nel suo genere.
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