«Una collezione, anzi, un incontro». È così che Dainelli Studio presenta la sua ultima creazione: non un semplice progetto di arredi, ma un dialogo vivo tra epoche, visioni e linguaggi. Un incontro tra il fascino discreto degli anni ’20-’30 e una contemporaneità dinamica in costante mutamento. Un design che non corre dietro alle mode, ma che le osserva con distacco, per poi rielaborare forme e suggestioni secondo un’estetica personale, matura, profondamente radicata.

Alla base della collezione, a ben vedere, è possibile trovare una ricerca formale e stilistica che affonda le radici nella memoria storica del design italiano ed europeo, un patrimonio che Dainelli Studio non cerca mai di “superare” o demolire, ma piuttosto di accogliere, ascoltare e reinterpretare. In un tempo in cui l’innovazione è spesso sinonimo di rottura, i designer hanno scelto un’altra via: quella della continuità consapevole, dove il passato non è un ostacolo, bensì una preziosa risorsa.

A incarnare e “richiamare” questa visione è Atelier, nome prescelto per la collezione: un termine che evoca lo spazio intimo e riflessivo della creazione, il luogo sacro dove l’idea prende forma attraverso il gesto. Atelier è una collezione in divenire, uno studio aperto, un laboratorio sartoriale del pensiero progettuale, dove ogni elemento è frutto di un affinamento lento, ragionato, sensibile.
Questa collezione è una dichiarazione d’intenti: non tutto va cancellato affinché possa essere propriamente nuovo. Al contrario, è proprio nell’eredità formale di certi decenni – nel rigore razionalista, nelle geometrie art déco, nella raffinatezza delle proporzioni – che si nasconde la possibilità di un design capace di essere insieme colto e attuale. Una nuova sartorialità, come la definiscono gli stessi autori: concepita non esclusivamente come attenzione al dettaglio o alla qualità artigianale, ma piuttosto come cura progettuale in senso ampio, come misura speciale dello spazio, design a misura d’uomo.

Ogni pezzo della collezione diventa quindi un frammento narrativo, un tassello di una visione che non si limita a produrre oggetti, ma costruisce relazioni: tra materiali e superfici, tra pieni e vuoti, tra memoria e sperimentazione. L’uso raffinato di legni, metalli e tessuti naturali restituisce così una sensazione di equilibrio e intimità, mentre la pulizia delle forme rivela un desiderio di essenzialità che non rinuncia mai all’eleganza.

Sul piano concettuale, il lavoro di Dainelli Studio si inserisce in un dibattito più ampio sulla cultura del progetto: come possiamo innovare senza distruggere? La risposta del duo toscano è chiara: riconnettendoci con la storia, non come vincolo, ma come stimolo creativo. In questo senso, la loro collezione è anche un atto di resistenza poetica contro la velocità e l’obsolescenza programmata del design contemporaneo.

Con questa nuova proposta, Dainelli Studio riafferma le proprie identità e dimensione, confermandosi un laboratorio di idee dove passato e presente si incontrano, non per competere, bensì per generare qualcosa di inaspettatamente nuovo e duraturo. Un design che parla sottovoce, ma resta impresso. Non gridato, ma ragionato. Non nostalgico, ma memore.
In un mondo che corre senza una direzione, Atelier invita a fermarsi, ad abitare. A osservare. A ricordare che il futuro si costruisce nel solco del passato, nella cura della sua eredità.


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