Lo “scultografo” e artista poliedrico Daniele Papuli ha presentato “Fragmenti” presso la galleria Dilmos, profondendosi in un’esplorazione scenografica della materia dove il frammento non è sinonimo di rottura, ma piuttosto origine di nuove geografie formali, un dialogo tra scultura e oggetto in cui l’artista sale in cattedra facendosi portavoce di una concezione spaziale propriamente abitativo-sensoriale.
La materia regina di questo esercizio artistico è la carta, approcciata con uno sguardo avanguardistico, trasformata in superfici fluide, volumi vibranti e texture scultoree, destrutturandola mediante un lungo processo di lavorazione in una materia duttile e visivamente plastica, che porta di fatto l’artista a definirsi come “scultografo”. Il processo artistico si rivela particolarmente complesso, una moltitudine di piccoli frammenti di carta che vengono assemblati e intarsiati singolarmente e poi combinati con la fibra isocell, un impasto cellulosico di utilizzo industriale, rimodellato, misto a terre naturali e ossidi al fine di dar vita a nuove identità materiche e cromatiche.

Ogni pezzo è frutto di uno specifico gesto artigianale: fogli tagliati, modulati e stratificati con rigore quasi architettonico. Le forme si piegano, si aprono, si espandono nello spazio come strutture vive, tra micro-architetture organiche e paesaggi astratti. Le cromie, mai casuali, oscillano tra neutri caldi, toni grafici e accenti vibranti, perfette per ambienti contemporanei in cui il design incontra l’arte facendosi esso stesso arte.
Daniele Papuli, in effetti, porta avanti da un trentennio una ricerca complessa, volta ad approfondire lo studio della carta e il suo utilizzo come materiale scultoreo e funzionale. Un’indagine fluida e dinamica, quella di Papuli, che coniuga le volumetrie delle forme della scultura con le molteplici densità e restituzioni materiche della carta stessa. Nello scenario visivo ed onirico di Fragmenti , si distingue ULA, un’opera d’arte composta da fogli bianchi di carta tagliati a mano che filtrano la luce, che prende vita come un impianto scenografico capace di evocare la leggerezza delle nuvole, una distesa fluttuante posta a diverse altezze che, tra giochi di luce e ombra, accompagna il visitatore nell’esperienza della collezione; altro esempio emblematico dell’approccio con la materia è inoltre il tavolo rettangolare che nella giuntura tra piano e gamba osserva un nodo simile a quello di un albero così come le scanalature, per analogia, rimandano alle superfici naturali della corteccia. Fragmenti è, quindi, una collezione pensata per interior curator, architetti e collezionisti che cercano pezzi unici capaci di dialogare con lo spazio in modo fluido ma deciso. Ideale per residenze di pregio, hospitality di alto livello o installazioni site-specific, ogni opera si connota, a un tempo, per presenza scultorea e elemento narrativo.
Con questa nuova collaborazione, Daniele Papuli suggella il suo studio dell’armonia vivente tra materia e movimento, mentre Dilmos si conferma come hub visionario per il design d’autore, dove ogni oggetto è racconto, esperienza e visione.

Photo credits ©Margherita Bonetti


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