In questi giorni ho scoperto una costruzione di cui non ero a conoscenza, un progetto avveniristico. Vi racconto la storia di un girasole dell’architettura italiana, un gioiello dell’ingegneria, un trionfo di razionalismo a metà strada fra Art Decò e Futurismo: la villa rotante di Marcellise (VR). Torniamo indietro di ben 92 anni, era il 1929 quando iniziò la costruzione di questo edificio. L’Ing. Angelo Invernizzi e l’Arch. Ettore Fagiuoli ebbero l’idea di progettare una villa che seguiva il sole proprio come fa il Girasole. L’idea di far ruotare l’edificio per esporre la villa alla luce per tutto il giorno di fatto ha creato uno dei primi prototipi di bio-edilizia moderna.

La villa, nata come casa di villeggiatura della famiglia Invernizzi, è stata costruita sopra ad un corpo centrale fisso a forma circolare su cui si sviluppa un edificio rotante di due piani a forma di V con un solarium che occupa tutta la superficie del tetto. La villa si sviluppa attorno al vano scale dove, oltre la scala elicoidale, al centro troviamo l’ascensore. Questo vano termina con una torretta panoramica che supera in altezza il piano di calpestio del solarium.

All’interno della villa troviamo un quadro elettrico con tre pulsanti: avanti, indietro e arresto. Premendo il primo pulsante l’edificio comincia a muoversi alla velocità di 4 mm al secondo riuscendo a compiere un giro di 360° in nove ore e venti minuti. Attualmente, a causa di un cedimento del terreno sottostante avvenuto negli anni 2000, il movimento è fermo e non è più stato attivato.

La villa è stata costruita in cemento armato tamponato con delle pareti in laterizio e un sistema di pannelli di Eraclit (per la parte fissa), sistema molto innovativo per l’epoca. Questi pannelli sono stati scelti per conferire leggerezza alla struttura, ma soprattutto per garantire un isolamento notevole per l’epoca. La parte mobile della villa è stata invece rivestita di lastre di Alluman, una lega leggera prodotta da un’azienda milanese che conferisce alla villa un aspetto lucente.

Le tapparelle di colore celeste sono azionate elettricamente tramite dei comandi posti sui comodini nelle varie camere, un sistema oggi molto utilizzato, ma raro e tecnologico per l’epoca. La figlia dell’Ing. Invernizzi ricorda ancora oggi come il movimento della villa fosse assolutamente impercettibile regalando alla famiglia, attraverso le finestre, una vista sempre nuova del panorama circostante. Gli ingranaggi funzionavano in modo fluido e silenzioso, senza trasmettere scossoni alla struttura e senza creare nessun tipo di movimento percettibile.

Gli interni sono contraddistinti dalle tipiche forme geometriche del periodo Art Decò, ma con abbinamenti cromatici tipici del Futurismo italiano dove gli stessi diventano elemento di arredo. Le stanze sono calde ed accoglienti, gli arredi moderni e funzionali, ma è la luce la vera protagonista, che inonda i locali seguendo il sole per garantire la massima illuminazione proprio perché segue il sole in ogni minuto della giornata.

Oltre la villa, nell’ampio giardino rigoglioso collinare su cui è posta, troviamo anche un campo da tennis ed una piscina. Attualmente l’intero complesso non è aperto al pubblico poiché la struttura necessita di un restauro conservativo; i lavori dovevano partire nel 2020, ma, causa Covid si sono fermati e speriamo presto di poter nuovamente visitare questo gioiello tutto italiano, unico nel suo genere.


Arthur vi invita ad iscrivervi alla nostra Newsletter!!