Milano è una città che non si esaurisce nelle vetrine del design o nei grandi musei. C’è un’arte che si manifesta all’aperto, nei suoi spazi pubblici, e spesso ci camminiamo accanto senza nemmeno accorgercene. È il caso delle sculture di Carlo Ramous, uno dei più importanti scultori astratti del secondo Novecento italiano, che ha saputo trasformare la città in un paesaggio artistico urbano.
Ramous ha vissuto e lavorato a Milano, lasciando un segno visivo e culturale indelebile. Le sue opere monumentali – in bronzo, acciaio, cemento – non raccontano storie ma plasmano il vuoto, il movimento, la tensione dello spazio. Le sue sculture non decorano: abitano il paesaggio.
Dove vedere le sculture di Carlo Ramous a Milano
Un vero e proprio percorso artistico si snoda tra i quartieri della città:
- Piazzale Cadorna ospita una delle sue opere più note: una scultura in acciaio inox del 1983, oggi restaurata e integrata nel tessuto architettonico del centro.
- Ai Giardini Montanelli, il Monumento al Caduto Ignoto (1965) svetta con eleganza verticale, carico di silenzio e memoria.
- In zona San Siro, la Spirale sembra piegare la materia alle leggi del pensiero, un esempio potente di equilibrio e tensione.
- Altre opere si trovano in viale Zara, via Padova, via Alcuino, precotto e persino nei cortili dell’Università Bocconi. Ogni scultura è un’epifania nel paesaggio urbano.
L’arte come segno urbano
Per Carlo Ramous, l’arte doveva essere pubblica, accessibile, capace di dialogare con la città e i cittadini. Le sue sculture non sono solo estetica: sono gesti architettonici, forme che danno ritmo agli spazi e aprono riflessioni. In un’epoca di comunicazione veloce, Ramous ci invita a rallentare e guardare.
Milano oggi custodisce questo patrimonio con discrezione: basta camminare con attenzione per ritrovarsi davanti a un’opera che non cerca attenzione, ma la merita tutta.
Alcuni cenni biografici su Carlo Ramous
Carlo Ramous nasce a Milano nel 1926; frequenta il Liceo Artistico presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, per poi continuare gli studi presso l’Accademia di Brera con Marino Marini e Giacomo Manzù, dove espone per la prima volta un’opera nel 1946. La serie delle mostre personali di rilievo comincia più tardi, con mostre importanti presso la Galleria del Milione di Milano (1956), la Galleria del Cavallino di Venezia (1962) la Galleira Jolas (1971). Risale al 1962 la sua prima partecipazione con un gruppo di opere alla Biennale di Venezia, dove viene presentato da Gillo Dorfles. Vi tornerà dieci anni più tardi (1972) con una sala all’interno della rassegna Aspetti della scultura contemporanea, con uno stile completamente mutato.
Mentre la critica più attenta, sia in Italia sia all’estero, scrive del suo lavoro (Giuseppe Marchiori, Giovanni Carandente, Guido Ballo, Enrico Crispolti, Herta Wescher, Marco Valsecchi), Ramous avvia una importante collaborazione con l’architetto Mario Tedeschi, che porta alla realizzazione delle facciate a rilievo per le chiese di Santa Marcellina a Milano e San Giovanni Bosco a Baggio, inizio di una lunga collaborazione con architetti e progettisti ben rappresentata dal monumentale intervento sullo stabilimento tipografico di Cino Del Duca progettato da Tullio Patscheider a Blois.
La sua scultura assume presto una importante dimensione urbana, ben rappresentata dalle grandi mostre di sculture all’aperto nel centro storico di Parma nel 1973 e in Piazzetta Reale a Milano nel 1974. Una delle opere esposte allora, Gesto per la libertà, troverà collocazione nel 1981 in piazza Conciliazione a Milano, prima di una serie di grandi sculture collocate dall’artista in Italia e all’estero, fino alla realizzazione di Ad astra nel Chou Park a Chiba City, in Giappone (1992).
Carlo Ramous muore a Milano nel 2003.
Vuoi scoprire dove si trovano tutte le sculture?
Scarica la mappa interattiva delle sculture di Carlo Ramous a Milano
![]()
Arthur vi invita ad iscrivervi alla nostra Newsletter!!





