Voi vi ricordate di quando vi ho parlato di Farm Cultural Park, vero?
Sono certa di si. Nel caso voleste rischiarirvi la memoria o ve lo foste perso, prima di continuare questo bellissimo viaggio di crescita assieme alla famiglia Farm, eccovi il link.
A gennaio 2022 è nata The Embassy Farm, la nuova ambasciata di Farm, con sede a Mazzarino (CL) in Sicilia, destinata a diventare epicentro delle attività di diplomazia culturale.

Sono passati dodici anni da quando Florinda Saieva e Andrea Bartoli hanno dato vita a questa splendida famiglia sociale, il progetto FARM, ormai modello inequivocabile di rinascita urbana e fulcro dello sviluppo culturale, economico e sociale, tutto al siciliano.
Da qualche settimana a Mazzarino, in questo piccolo centro nell’entroterra di Caltanissetta, sventola la Happiness Flag (la bandiera della community di Farm Cultural Park). Anche qui il progetto parte da una mission ben precisa, contrastare l’inevitabile spopolamento dei centri minori. Purtroppo, questo è un tema che si può spalmare in quasi tutti i piccoli paesi di provincia siciliani: i giovani se ne vanno, le attività commerciali chiudono, l’economia va in down, il centro muore. Questo processo irreversibile sta fagocitando moltissimi paesi, con un’incombenza sempre più veloce.
E anche io, siciliana di provincia emigrata al nord, ho tanta paura, come molti. La solita domanda che mi pongo è “ma io, da sola, che posso fare?”
Per fortuna la paura è una medaglia che, in Sicilia, per me ha un lato bellissimo: è la forza e l’energia di un team, una famiglia per l’appunto, di nome Farm, che quando hai paura ti abbraccia e ti dice che non sei solo e che insieme, questa terra, la salviamo.
“L’arte è capace di creare cambiamento, noi diamo valore ai luoghi. E questo basta a far parlare di un’altra Sicilia.” afferma Andrea Bartoli.
Mazzarino diventa il nuovo motore di sviluppo culturale ed economico, luogo in cui figure dalle diverse sfaccettature si incontrano, interagiscono e dialogano tra loro e con i cittadini attivi, per un nuovo indirizzo di sviluppo che parta proprio dai centri periferici, trasformandoli in propulsori di rinnovo culturale.
“Quello che ci interessa è rimettere le periferie al centro, ma non calando dall’ alto i progetti, bensì educando i cittadini a prendersi cura del luogo in cui abitano. Il modello Farm fa dell’arte uno strumento di emancipazione. Ma funziona solo se a crederci è la collettività.” hanno dichiarato Andrea Bartoli e Florinda Saieva.
L’epicentro di questa onda positiva di arte civica è Palazzo Bartoli che è stato, per l’occasione, restaurato e riallestito. Il Riad è uno dei tre giardini di The Embassy of Farm, un omaggio alla città di Marrakech, grande e incessante fonte di ispirazione per Florinda e Andrea.
Attorno a Palazzo Bartoli si sviluppano i padiglioni, esuberanti e dissacranti, che ospitano installazioni, opere artistiche, una biblioteca, salotti, spazi conviviali e una cappella. Qui arredi antichi e affreschi si mixano a colonie vegetali e opere contemporanee e pop, in un gioco di continui e disarmanti contrasti.
Ne è un esempio il Padiglione dell’Accoglienza, qui l’installazione in bianco e nero di Motore Fisico rappresenta il continuo confronto tra passato e presente, è il luogo della conciliazione, dove quelle che possono sembrare divergenze o contrasti in realtà comunicano e si completano.
Nel Padiglione della Consapevolezza, l’artista Ciredz si dedica al tema del cambiamento climatico intitolato “Ephemeral Volume”. Vi è rappresentato un paesaggio glaciale che lentamente muta, cambiando forma e colore. L’intento dell’opera è di sensibilizzare il visitatore al problema globale dello scioglimento dei ghiacciai. L’intero spazio diventa un luogo per riflettere sull’impegno e sul ruolo che possiamo e dobbiamo avere nella società.
Il Padiglione del Desiderio è un labirinto vegetale; questo è il luogo della natura, dove cresce il desiderio di ritrovare un equilibrio con le piante come presenza fisica, ma anche metafora di desiderio di crescita interiore e di volontà di migliorare il nostro spirito e la nostra anima.
La sala della Speranza è il luogo della calma e della gentilezza, qui ci si sofferma e si pensa al futuro, con uno sguardo di speranza e ottimismo. Ospita l’opera A-Mori di Domenico Pellegrino.
La religione laica che Farm ha creato si sta espandendo, ne vediamo le radici proprio dove prima c’erano solo rovine, ma soprattutto riusciamo adesso a riconoscere quelle periferie, quei luoghi dimenticati che oggi diventano i centri propulsori e motore fisico del progetto.
Il modello Farm, mentre scrivo, sta già mettendo radici a Bivona, Gela, Riesi e Naro.
“Alla base di tutto, alla base di questo progetto, c’è tantissimo Amore. Come mi hanno insegnato i miei genitori, le cose vanno fatte con Amore perché oggettivamente poi riescono meglio.” afferma Carla Bartoli.
Grazie Carla, perché anche io ci credo in quell’amore, perché anche la Sicilia vuole continuare ad amarsi ed essere amata, così. Grazie Andrea e Florinda, il vostro amore ha dato e continua a dare molto a tutti noi. Vi saremo grati per sempre.
Photo credits: © farm cultural park