Quando scegliamo i progetti di interior design da presentare nei nostri articoli alleghiamo sempre delle fotografie esplicative, immagini di elementi che ne contraddistinguono i caratteri, dettagli che rendono identitario quel luogo.
Su quelle immagini, però, non ci siamo mai effettivamente soffermati più di tanto, e se ci fermiamo un attimo a pensare, senza di esse, senza il loro supporto visivo, tante informazioni passerebbero in secondo piano.
L’immagine oggi è la forma più potente ed esplicita di comunicazione, ed è proprio di questo che vogliamo raccontarvi in questo articolo: immagine, estetica e funzionalità della fotografia nei progetti di interior design.
Ovviamente, tutto ciò, lo faremo accompagnati da uno specialista in materia, che abbiamo intervistato e che ci ha dato molti spunti per riflettere sull’importanza dell’immagine nel racconto dei nostri interiors.

Federico Villa è un fotografo milanese che, oltretutto, quest’anno festeggia dieci anni di carriera. Dietro questi dieci anni c’è un’esperienza crescente in campo fotografico, in particolare nel design di interni, maturata dopo la laurea in Design al Politecnico di Milano, con una specializzazione in lighting design.
Da quel momento Federico condivide i suoi progetti fotografici con Domus, Interni, Abitare, Icon Design e altre riviste di settore.

“Quando ho deciso di concentrarmi sulla fotografia per me è stato naturale abbracciare sia il prodotto che lo spazio. L’interior condensa sia le qualità del prodotto che dell’architettura e mi piace molto muovermi in questo continuum.”

Progetto: BOMORI Architetti

DT – Quello che subito ci preme chiedere è un pensiero abbastanza condiviso nel nostro campo, che è quello secondo cui gli interni sono spesso “sottovalutati” in campo fotografico rispetto per esempio al design del prodotto o all’architettura delle costruzioni.
Da dietro l’obiettivo, invece, Federico ci risponde così:
FV – Credo che prodotto, interior e architettura siano un ambito unico che viene declinato poi in maniere diverse. Certo è una semplificazione utile, ma in fondo io non vedo molte differenze: come fotografo l’approccio è diverso ma il racconto è il medesimo.
DT – Allora quale, tra le tre categorie sopra citate, è più complesso, secondo te, fotografare?
FV – Ogni categoria ha le sue complessità narrative e diversità tecniche, per esempio la luce che in studio è sempre controllata mentre in architettura dipende dai periodi dell’anno, del giorno e dai materiali utilizzati. In ogni shooting d’interni apprendo molto, e dopo dieci anni di lavoro ho capito che ogni progetto fa parte di un percorso di conoscenza sempre in costante aumento.
Nella mia professione è difficile avere una routine per cui le complessità sono sempre positivamente presenti e stimolanti

Progetto: Ortalli Verrier

DT – Quale è il principio base della composizione fotografica degli interni? Quali sono le caratteristiche e gli elementi che rendono un interno interessante?
FV – Mi piace lavorare sui progetti a quattro mani con l’architetto che ha progettato lo spazio e farmelo raccontare nel suo insieme e nei dettagli. Cerco di interpretarlo partendo dalla pianta, che credo sia l’elemento fondamentale del progetto, poi entro nel dettaglio sempre di più, dagli arredi alle finiture ai modi in cui la luce naturale interagisce con i materiali. La composizione per me è il risultato di questi fattori, tenendo sempre in considerazione la funzionalità dello spazio e l’onestà degli allestimenti.

Progetto: dxp Architetti

DT – Quanto tempo ci vuole per fare una bella foto?
FV – Credo che in questo particolare momento storico il concetto di bella foto non possa pienamente riassumere il lavoro di un fotografo; ogni immagine fa parte di un racconto nel quale influiscono moltissime variabili, sia estetiche che di significato ma anche di committenza e di comunicazione, all’interno di un sistema ancora più complesso. Semplificando, come una sedia, per me, una foto deve funzionare non deve essere bella.

DT – Quanto è importante e/o aiuta la fotografia e i social per le attività professionali?
FV
– I social sono un ottimo strumento; è affascinante vedere come solo negli ultimi cinque anni siano cambiati i modi di relazionarsi con i clienti anche grazie ai social. Cerco però di non dimenticare che, appunto, sono uno strumento e come tale non devono confondersi con l’obiettivo dei nostri impegni professionali e relazionali.

Progetto: MartinelliVenezia

Come tutti sappiamo, la fotografia è in grado di “manipolare” la nostra percezione estetica.
Spesso è usata per mediare con la realtà e regalare un’immagine confezionata ad hoc per essere venduta.
Ricordo un libro a me molto caro “complessità e contraddizioni nell’architettura” di Robert Venturi. Tra le tante egli, parlando di contraddizioni insite ed esplicite nei progetti di architettura, affermava che proprio queste contraddizioni “risultano molto più familiari e gradite alle persone comuni che hanno tutto il giorno a che fare con una città piena di elementi discontinui e contraddittori”; ciò in contrapposizione all’immagine pulita e lineare che molti professionisti di oggi tendono a raggiungere.  

Progetto: Ortalli Verrier

DT – Anche in fotografia, credo, possiamo declinare questo stesso pensiero. Quanto e in che misura ciò è un aspetto positivo?
FV – Mi piace considerare la fotografia come un qualsiasi altro linguaggio, come la scrittura per esempio. Certo è molto difficile costruire una corretta educazione all’immagine. Non credo sia un problema legato alla quantità delle immagini che vediamo quotidianamente, quanto alla complessità del mondo che raccontano. È innegabile che ci sia della manipolazione, ma un buon background culturale ci può permettere di sviluppare un senso critico più forte e non convenzionale.

Progetto: studio wok

Federico ci ha portato oggi dietro quell’obiettivo fotografico che spesso sorvoliamo, andando direttamente al prodotto finale: l’immagine.

Spero sia stato anche per voi un dibattito stimolante; è sempre bello, almeno per me, cambiare inquadratura e per una volta guardare quello che abbiamo davanti attraverso occhi nuovi e diversi. Ciao Federico, grazie e auguri per il tuo anniversario professionale!

Photo credits: @Federico Villa