Arte, ready-made, magia, voglia di fare le cose con le mani o semplicemente il desiderio di giocare e scherzare con la luce. Nascono così le creazioni di Davide Groppi, capolavori che pare riduttivo chiamare semplicemente “lampade”. Perché partono e arrivano dal cuore, con intuizioni che trasudano semplicità, emozione e stupore.

Ecco, quindi, che la luce diventa uno strumento meraviglioso per emozionare e colpire, con raffinatezza ed eleganza. Non a caso alcuni dei più importanti chef stellati, da Cracco a Perbellini, da Bottura a Cedroni, hanno scelto proprio le sue creazioni per i loro ristoranti, così come numerose altre aziende di caratura internazionale.

Tante le nuove creazioni che meritano una menzione. “Ribbon”, per esempio, con una base in marmo nero, i bracci in alluminio verniciato nero opaco, collegati da un tubo in silicone nero. Lo snodo, particolarmente tenace, permette l’orientamento della lampada lungo l’asse verticale. Il trasformatore è a spina e l’alimentazione è fornita attraverso una porta USB-C. L’accensione e la regolazione della luce sono sensoriali: basta toccare l’estremità del tubo superiore.
E poi “Stop”, simbolo di essenzialità grazie alla tecnologia che ha permesso di ripensare alla classica lampada da terra cercandone l’essenza della sua funzione: una base, uno stelo, una testa, e Stop, proprio come il nome della creazione. O “Viceversa”, una lampada da parete, semplice ed elegante, dove la luce viene diffusa sia verso l’alto sia verso il basso, regalando al progetto grande leggerezza.

Infine, c’è MILANO MANZONI 38, naturalmente in via Manzoni, oltre 200 metri quadrati su due livelli, nel cuore pulsante di Milano, che si vanno ad aggiungere agli spazi di New York, Porto, Mallorca, Seoul, Piacenza, Bologna, Parma, Verona, città in cui Davide Groppi racconta la luce, in tutte le sue declinazioni. Progettato con lo studio 967arch, MILANO MANZONI 38 fa vivere e vibrare la luce, protagonista indiscussa, dialogando con gli ambienti e gli oggetti di arredo. Ne scaturisce uno spazio aperto a tutti, dove gli occhi si perdono stupiti in quel sottile equilibrio che si viene a creare tra luci e ombre. Luce quindi protagonista da ogni prospettiva, sia nella sua versione artificiale sia in quella naturale, grazie alle vetrine affacciate sulla via e a un’ampia vetrata, sul fronte posteriore, che amplifica gli spazi mettendo in comunicazione gli interni con il cortile del palazzo, dal quale si riesce a intravedere la presenza della soluzione a sospensione “Moon”. L’alternanza tra la presenza degli arredi scandinavi e i vuoti dello spazio accentua il sapore domestico e di ospitalità che il nuovo spazio vuole offrire, generando nuove suggestioni visive. Da vedere, insomma. E da riflettere, proprio come la luce.