Ho conosciuto Valentina nel 2013, in occasione di Brera Design District, nella show room del brand brasiliano Dudalina e mi ha colpito il suo sorriso, segno di allegria e vivacità, la sua curiosità e forza: caratteristiche che tuttora rimangono e che, dopo varie esperienze nella danza e nella moda, l’hanno portata ad incamminarsi sulla strada dell’arte. Da bambina le piace andare a scuola, fin dalle elementari cerca il riconoscimento e vuole essere la più brava; la passione per la pittura e le arti sboccia fin da bambina. In Lettonia si dedica alla ricerca del colore cimentandosi con l’acquerello, prima, e passando poi allo studio del pastello con la pittrice lettone Valeria Shuvalova. Da ragazza ha già la passione per il disegno e per la danza e si iscrive a una scuola di bigliardo e a corsi di arrampicata. Dopo le superiori inizia gli studi di economia e commercio e sviluppa la passione per la danza orientale, tanto che dopo la laurea inizia una scuola di danza e coreografia che la fa diventare ballerina, maestra e coreografa. È ancora ventenne quando con un’amica cura dei festival di danza in Lettonia: in occasione del suo ventesimo compleanno viene per la prima volta in Italia per una settimana, a Milano, e in quei pochi giorni sentirà nascere l’amore verso questa terra. A ventitré anni si laurea in coreografia, ma in seguito ad un trauma al ginocchio deve interrompere quella professione e si butta nella moda: Fashion TV la coinvolge in un progetto che la porta nuovamente in Italia, a Milano dove resterà finalmente a vivere, lavorando inizialmente nella moda. Milano è anche l’occasione d’incontrare Giusy Boncinelli, artista fiorentina di pittura figurativa ad olio. Proprio da Giusy Boncinelli eredita una libertà espressiva in pittura tale da infonderle il coraggio necessario a credere nelle proprie potenzialità, così da intraprendere il mestiere e la carriera di artista. Realizza una sua prima mostra di disegni, vendendoli tutti: nonostante il successo, dopo una vacanza in Spagna dove raccoglie conchiglie di ostrica, abbandona il disegno figurativo per l’astrattismo e si distacca così dalla pittura figurativa praticata dalla sua insegnante, procedendo sempre più in direzione di un astrattismo caratterizzato dalla presenza di forme naturali ben riconoscibili, una tra tutte la conchiglia di ostrica.

Nel 2014 Valentina mi mostra i primi quadri realizzati in nero, oro e l’inserimento dell’ostrica con l’intenzione di presentarli allo Spazio Manuzio di Milano e decido di scrivere la presentazione di Black sand: “Credo che prima di andare alla ricerca di significati concettuali ed artistici nelle prime opere di Valentinaki, ci si debba fermare sulla spinta emotiva e naturale che ha portato l’artista ad usare questi materiali, questi nomi e significati, gli anni passati a Riga camminando sulla sabbia del mar Baltico e guardando la petroliere ancorate nel porto, gli ultimi anni trascorsi a Milano lavorando nel mondo della moda……questi luoghi, questi mondi diversi e spesso contrastanti, portano Valentinaki ad esprimersi in “Black Sand” attraverso materiali e metafore che sono al limite dell’equilibrio, che trovano un’armonia negli opposti, che si rafforzano unendosi l’uno con l’altro e dalla contaminazione di ori e sabbia lasciano uscire il bianco madreperla di un’ostrica. Mentre Valentinaki “incrosta” le sue tele con sabbia e oro che si mischia al nero a rappresentare appunto il petrolio, detto oro nero, racconta come un elemento così naturale sia vita e morte al tempo stesso, come possa far sognare con le sue sfumature, come sia fonte di ricchezza, ma come possa creare povertà, inquinamento e distruzione. Nasce così l’interrogativo: il petrolio serve per vivere, ma il petrolio si porta anche via la vita!! È cosi anche il nome della mostra: Black Sand dove Sand sta per sabbia, natura e Black per nera, morta. Ma il mio sguardo e il mio pensiero si fermano sulla conchiglia: l’ostrica bianca che pura esce da contaminazioni di colori e materiali, da contrasti e contraddizioni e ci lascia un messaggio in rilievo, un guscio in cui cercare protezione.

Ed altri critici d’arte iniziano ad esprimere le prime recensioni seguendo questi toni: l’ostrica è il materiale principale della gran parte delle creazioni di Valentinaki: l’ostrica svolge il ruolo concettuale di perfezione imperfetta, tanto unica quanto tangibile nel piano della realtà fenomenica; una riscoperta grazie alla quale l’artista plasma composizioni materiche, dall’aspetto naturale e armonico. L’osservazione della materia nella sua semplicità, il rispetto dell’ordine tridimensionale della realtà, la scelta volontaria di mantenere equilibrio e coerenza tra gusto poetico e gusto estetico sono tra le caratteristiche principali dell’opera di Valentinaki. La sua attuale direzione artistica si imposta su un astrattismo teso verso la celebrazione degli aspetti più tangibili del pianeta: la natura, il mare, l’elemento acqua, osservati a lungo e riecheggiati in lavori, anche di considerevoli dimensioni.

E ancora: la conchiglia di ostrica si fa materiale principale della gran parte delle creazioni di Valentinaki: l’ostrica svolge il ruolo concettuale di perfezione imperfetta, tanto unica quanto reale nel piano esistente della vita, una riscoperta grazie alla quale l’artista plasma forme astratte straordinarie. L’osservazione della materia nella semplicità naturale, il rispetto dell’ordine tridimensionale della realtà, la scelta volontaria di mantenere equilibrio e coerenza tra gusto poetico e gusto estetico.

La direzione artistica di Valentinaki si imposta sul genere pittorico astratto, ma si tratta di un’astrazione verso la celebrazione dei caratteri più tangibili del pianeta: la natura, il mare, l’elemento acqua, osservati a lungo direttamente dall’artista che ripropone i soggetti in opere anche di considerevoli dimensioni.

Dopo l’oro nero di Black Sand, arriva Golden Sand, Blue Magic, Untitled, Icons, Green Magic e White Sand, mostra che Marco De Crescenzo ci spiega così: “… Il bianco racchiude tutti i colori, tutte le emozioni e tutte le pulsioni dell’animo. Il bianco diventa per Valentinaki integrazione con la materia, in particolare con le conchiglie e le ostriche bianche elemento distintivo della sua pittura. Le ostriche sono protagoniste, come in Black Sand erano elemento depurativo e vitale dello spettro vuoto del nero, figura retorica legata al petrolio e all’inquinamento del mondo, in questa nuova serie assumono nuovi significati creando figure che danno dimensione al bianco portandolo a creare una sorta di frattura primordiale e generativa o più semplicemente diventano ornamento e contorno della potenza maestrale dell’enfatizzazione del colore perfetto …

Con White Sand terminano le opere caratterizzate dalle ostriche e Valentinaki presenta le mostre Panthalassa e Alchemy, l’installazione Liquid Blue e Post – Plastic – Fauna una riflessione sull’inquinamento della natura dato dalla plastica e con l’ambra come concetto della memoria.

Accanto al percorso artistico legato alle mostre personali e collettive con EOTW, con ARC gallery di Antonella Giovenzana, Affordable Art Fair, Valentina si avvia lungo una strada parallela: quella del design.

L’utilizzo delle resine la porta all’azienda milanese Gobbetto che organizza corsi per artisti sull’uso della resina; grazie a Geovana Clea ed Eddy Ratti di EOTW conosce i Cibartisti, gruppo che unisce il food and beverage all’arte e partecipa all’evento Acqua allo Spazio Feelin Food e a Mad For Brasil, Mad for design al Boscolo Hotel a Milano in occasione del Fuorisalone; si esprime in una performance live dipingendo otto quadri con i colori degli smalti Fedua in occasione della presentazione dell’azienda, presso la show room Moroso.

Infine ad aprile, in occasione del Fuori salone di Milano 2022, organizza con il patrocinio dell’Ambasciata della Lettonia, la mostra The Baltic vibes, raggruppando sette artisti baltici che espongono i loro oggetti di design in vetro, ceramica, pietra e metallo; anche Valentina ha tra le idee per il futuro di entrare nel mondo del design realizzando dei prodotti per brand di arredo e di luci oltre a realizzare dei nuovi quadri con le perle.

mostra The Baltic vibes

Per il momento si gode la vita milanese: le piace l’Italia per il sole con la sua luce e colori, per la cultura, per la gente, per il bello che si ammira ovunque e adora Milano per la sua energia.

Certo le mancano gli affetti della Lettonia e soprattutto il Mar Baltico: il mare è da sempre la sua ispirazione; ricorda che da bambina sua madre la portava, ogni anno, in un museo della Crimea dove erano esposti quadri di un pittore che dipingeva solo soggetti marini e Valentina non si stancava di rivederli. Soprattutto davanti all’opera intitolata “In mezzo alle onde” aveva la sensazione dell’immensità. In segno di gratitudine Valentina continua ad omaggiare il suo Mar Baltico con le sue opere artistiche. L’acqua del mare e dell’oceano rappresenta la forza, il movimento, l’infinito e soprattutto il ritorno al ventre della madre; Valentina nella vita e nella professione ama immergersi nel blu profondo.

Mi viene spontaneo chiudere la storia di Valentina con una frase dedicata al film Le grand bleu di Luc Besson: LE BLEU DE LA MER EST SANS LIMITE!!