Barbara Crimella è di origine olandese da parte di mamma, nasce a Rho e vive a Saronno in provincia di Milano. È una scultrice e designer: non è diventata artista, è nata artista amando usare le mani fin da bambina per disegnare soggetti molto decorati e soprattutto le piante e le foglie, gli elementi della natura a cui è legata da sempre, quella natura grazie a cui esplora l’animo umano.
Si definisce un’artista multimateriale, dinamica e con mille sfaccettature che riflettono la sua vita con gli aspetti positivi e negativi: le sue opere sono la sintesi dell’emotività e sensibilità d’artista.
Già alle scuole elementari disegnava e le piacevano le stoffe da cucire per creare i vestiti delle bambole, i mobili per curiosare nei cassetti, la natura raccogliendo le foglie per farne quadri. Tra i suoi ricordi c’è quello di bambina che trovò un piattino rotto e lo volle ricostruire.
Alle scuole medie nasce anche la passione per le decorazioni e le greche realizzate con i pennarelli.
Il suo percorso scolastico prosegue deciso con l’iscrizione al liceo artistico e poi all’Accademia di Belle Arti di Milano. Al liceo incomincia a muoversi da sola ed è capace di prendere il treno alla mattina presto per andare a Parigi e rientrare a Milano la notte stessa. Preferisce fare le sue cose in solitaria: collaborare con gli altri è importante per un’artista, ma Barbara lo scoprirà da grande.
In accademia inizia ad utilizzare il silicone creando delle sculture che sono calchi del corpo per una sua ricerca personale di analisi del malessere interiore, in cui usa la scultura come metodo curativo; a queste seguono i calchi in silicone con l’inserimento di trucioli di ferro a rappresentare donne incinta per affrontare il tema della procreazione ed i figli sono piccoli totem. Realizza anche foglie in ottone, dal colore caldo ed accogliente che rappresentano germogli di vita.
Dopo alcuni anni abbandona il silicone per il ferro ed inizia a lavorare sugli allestimenti, stand e vetrine di negozi confrontandosi con il paesaggio; lo spazio esterno e non più solo quello interiore e cambia il suo punto di vista. Si dedica inoltre alla ricerca dell’abbigliamento lavorando per stilisti, diventando costumista ed entrando in seguito in Mediaset e utilizzando altri materiali per le sue “nuove sculture “. Iniziano i lunghi viaggi in USA, Giappone, India e segue un corso per la lavorazione del marmo con uno scalpellino di Carrara.
Si aprono nuovi orizzonti: la Biennale di Trapani della sua amata Sicilia le chiede di occuparsi dell’organizzazione della parte esterna della mostra e di esporre alcune delle sue sculture nelle saline della città.
Tramite alcune amicizie incontra poi la coppia di artisti milanesi Jukai che la invitano a partecipare ad una mostra presso la Fabbrica del vapore di Milano in occasione del Fuori Salone 2019.
Con i designers giapponesi di arte dei giardini Enzo Satoru Tabata e Daiken Eiji Suzuki, Barbara partecipa all’evento del Fuori Salone negli spazi della Fonderia Napoleonica Eugenia di Milano.
Il 2019 è anche l’anno della svolta, quando entra a far parte del progetto “Il borgo degli artisti” di Bienno; qui, grazie alla sinergia creativa con la direttrice Daniela Gomboló, nasce il progetto “LoCar-arte in cammino” volto a riqualificare il territorio legato al Cammino di Carlo Magno grazie ad un parco sculture che si snoda lungo un percorso di quasi 180 km e che viene inaugurato con la scultura posizionata a Berzo inferiore “The place of Soul and Wind”.
In quest’opera Barbara utilizza i materiali locali della Val Camonica: il porfido e la pietra naturale. Il progetto è un omaggio al vento Ora del lago (ora dal latino preghiera): è quindi una preghiera affidata al vento. Le diverse croci, inserite nella pietra come comunione di popoli e religioni, sono un simbolo per esprimere questo concetto.
Il 2022 dà a Barbara l’occasione di esprimere una sua grande passione: l’amore per la cultura orientale. Grazie al maestro paesaggista Enzo Satoru Tabata, Barbara viene invitata a partecipare con i designer giapponesi ad Orticolario, nel parco di Villa Erba a Cernobbio, sul lago di Como.
Il tema della manifestazione è il bambù, considerato un simbolo di reincarnazione. I designer giapponesi lo interpretano creando un grande cerchio con un bosco di bambù a simboleggiare il paesaggio terrestre e delle aree ricoperte di ghiaia, simbolo del terreno lunare. La rappresentazione racconta la più antica leggenda giapponese, quella della principessa Kaguya-Hime. A Barbara viene chiesto di interpretare la fiaba della principessa soprannominata Gemma di bambù e lei lo fa suddividendo la storia in sei momenti e creando sei diverse sculture in ottone, posizionandole lungo un percorso interno ed ai margini del boschetto di bambù. Una passeggiata nella storia della principessa che arriva dalla luna rinascendo all’interno di un bambù sulla terra e qui, man mano che cresce, la sua purezza viene contaminata.






Le sculture sono composte da foglie e riccioli in ottone: la foglia d’oro è la nascita della principessa che crescendo perde la purezza intaccata dalla vita terrena ed inizia ad arrugginirsi fino alla trasformazione della foglia in una forma rigida, causata dall’aumentare dell’infelicità. Ciò porta infine la principessa a chiedere aiuto alla luna e qui la foglia è per metà nera e per metà oro, la metà che ancora rappresenta la speranza.
In questa installazione Barbara si ritrova nel suo amato mondo: la natura con i suoi elementi, il paesaggio esterno che la porta a seguire movimenti interiori, le pieghe dell’anima che conducono alle emozioni che Barbara trasforma in sculture che, qualunque sia il materiale usato, sono messaggi pieni di gioia, di dolori… di vita.
La natura con le sue piante officinali e l’ausilio del plexiglass, sarà il tema di un suo prossimo progetto. Barbara, al termine del nostro incontro, s’abbandona ai suoi elementi: la musica, non solo quella varia che ascolta mentre crea, ma la vera musica che è il suono della natura; i colori, il rosso dei suoi capelli ed i colori vari e vivi dei suoi vestiti ed oggetti, i colori naturali delle sue opere; l’acqua, col lasciarsi trasportare e cambiare luogo, simbolo di un nuovo germoglio.
E poi il viaggio, quello casuale o causale, che ha portato Barbara Crimella ad incontrare la principessa splendente Gemma di bambù. Provate ora ad entrare in questo sito: la pricipessa splendente. Resterete sorpresi di quante analogie e messaggi si trovano in queste due figure di donne di mondi e tempi lontani tra loro: una che parla attraverso la sua arte, l’altra attraverso la narrazione di una leggenda.