Chi è un filmaker, cosa significa questo neologismo entrato nell’uso comune della lingua italiana?
Io preferisco il significato dato nella lingua inglese a questo vocabolo: regista cinematografico.
Ho visto lavorare Davide personalmente, attraverso la realizzazione di un mio showreel: prima che essere un regista, un tecnico, un coordinatore, è un uomo attento, meticoloso, sensibile, focalizzato sulle inquadrature dell’anima attraverso le riprese dell’occhio che ne è lo specchio.

All’inizio del nostro incontro gli ho disegnato tre triangoli con una parola in ogni angolo: il primo Milano-Abruzzo-Moltrasio; il secondo Acqua-Lago-Movimento; il terzo Arte-Occhi-Emozione.

Ho conosciuto Davide casualmente sulla spiaggetta di Moltrasio: ero andato lì a giocare col mio bimbo e lui è arrivato a giocare con Ryan il suo cane e dopo quell’incontro ne sono succeduti altri, amichevoli…ma la sua storia nasce altrove.
Davide nasce a Cernusco sul Naviglio, Milano con un inizio buio, non facile per una situazione famigliare particolare e dovrà aspettare il trasferimento a San Felice, una piccola oasi di verde fuori Milano, per trovare la spensieratezza dentro di sé grazie alla bellezza della natura del luogo.
Sarà un periodo che durerà fino a nove anni con il trasferimento in Abruzzo per cadere in un nuovo buio che contrasterà armandosi di tanta fantasia.
Dopo la scuola, inizieranno gli studi odontotecnici per seguire le orme del fratello, ma senza convinzione, l’inizio del lavoro e un anno di Marina militare.
A vent’anni, grazie alla sorella che lavora in BBE, entra in una casa di produzione come editor, montatore pubblicitario che gli permette di essere accanto a registi di spot pubblicitari.

È un difficile percorso che dopo cinque anni lo riconduce a Milano come filmaker, free lance: come in un romanzo, l’amore per una ragazza gli dà l’occasione fantastica di partire per l’Everest grazie all’Associazione EV-K2-CNR e girare un video.

Nel 2015, al ritorno da questa esperienza, l’acqua del fiume che scorre ha preso una direzione precisa e con un socio fonda Coblanco, un laboratorio di comunicazione audiovisiva con sede in Svizzera, nel Canton Ticino: sorge quindi la necessità di trovare un’abitazione nelle vicinanze. È un causale aperitivo alla “Vecchina” di Moltrasio, paesino sul lago di Como, che gli fa conoscere una casetta in Via del Noce, vicino alla cascatella che scorre nel mezzo del paese dove va a vivere, accanto all’acqua.

L’acqua, elemento essenziale per Davide: che sia quella del mare o del lago o del torrente. Perché l’acqua è un elemento primario, più forte del fuoco, che trasporta e con il suo fluire genera fantasia.
L’acqua in cui tuffarsi per nuotare e giocare, per immergersi e restare sott’acqua; acqua da bere, essenziale quando sei in Africa o in cima all’Everest.
A Moltrasio l’acqua che preferisce è quella della cascata, perché in un luogo magico, unico, solitario e silenzioso; quella del lago è per nuotare, per solcarla sul battello che lo porta da un paesino all’altro delle due sponde.

Il significato dell’acqua è il movimento: la corrente e le onde. L’acqua sorge, scorre, scende dal monte al lago, dal lago al mare, dal mare all’oceano: il viaggio, l’infinito, fantasia e realtà che si abbracciano. L’emozione del viaggio che ti fa sentire puro e libero e addirittura ti fa perdere i sensi.

Davide si è avvicinato all’arte a Milano, grazie al pittore romano Roberto Ciaccio, grazie ad un rapporto affettuoso, amichevole e di collaborazione insegnandogli ad usare la videocamera come un pittore usa i pennelli. Insieme all’arte la musica, gli elementi essenziali per generare emozioni.

Tutti questi elementi sono di contorno a ciò che Davide pone in primo piano: lo sguardo degli occhi.
Gli occhi sono la parte più importante del corpo, legati al cuore da cui escono le emozioni, sono lo specchio dell’anima e sono come un mondo fuori dal nostro mondo.

Da filmaker vado vicino alle persone, dice Davide, a cercare le pupille che hanno la forma di un pianeta: m’interessa capire le persone per conoscerle ed amarle ed esprimere nei miei lavori amore in contrapposizione alla tecnologia. La mia intenzione è creare video che generino emozione: per emozionare mi devo emozionare continuamente unendo la fantasia al sogno fino quasi ad un volo immaginario. Per emozionare nel mio lavoro è necessaria la qualità.
All’interno delle persone e degli oggetti ci sono sfumature infinite, un mondo vario che con i miei video cerco di tirare fuori e contemporaneamente, grazie a questo impegno, io cresco professionalmente ed umanamente.
E pensando a Davide mi tornano alla mente le parole di Franco Battiato “ed è in certi sguardi che s’intravede l’infinito”.

IL BACKSTAGE Lo Zoo di 105 “Wild” from COBLANCO on Vimeo.