Ascoltando i racconti di Benta e guardandola cucinare il flan di patate nel video che troverete alla fine di questa sua storia, ho riconosciuto in lei quegli elementi degli insegnamenti Zen che spingono la mente in una direzione diversa dalla razionalità della routine, una direzione che porta a liberare la creatività e l’intuizione.
Lo Zen è una forma mentale, uno stato dello spirito: essere Zen è un’attitudine a sperimentare l’attimo presente ed essere parte del flusso dell’universo. Lo Zen non è niente e tutto allo stesso tempo, è vuoto e pieno, circonda tutto ed è circondato da tutto, è l’inizio e la fine.
Benta nasce a Brisbane nel nord dell’Australia, un paese che ha sempre accolto persone di altre terre, tra cui parecchi greci; fin da bambina, grazie al padre architetto che lavora in Oriente occupandosi di progetti nel settore residenziale, vive un anno a Singapore e infine si stabilisce, dopo la laurea in architettura, in Italia a Reggio Emilia. Il viaggio è da sempre parte integrante della sua vita, è una grande fonte d’insegnamento: “la miglior cosa nella mia situazione – dice Benta stessa – è che sono in Italia, ma lavoro ovunque nel mondo con spirito australiano e stile italiano“.

Da ragazza, grazie alla passione dei genitori per i viaggi, passa tre mesi di vacanza con loro attraverso l’Europa partendo da Parigi in auto e arrivando per la prima volta a Milano in inverno; l’anno successivo visita le isole Fiji.
Anche la storia di Benta, personale e professionale, è un viaggio in cui le strade corrono parallele, a volte s’intrecciano, altre volte si uniscono e lei le percorre sempre con passo deciso e determinato, curiosa, gioiosa e talvolta saltellando spensieratamente.

Benta inizia gli studi di architettura trasferendosi a Milano e presto lo studio si mischia all’amore in quanto all’università conosce un ragazzo con cui si fidanza: diventato architetto lui si trasferisce a lavorare a Parigi nello studio di Mario Cucinella e dopo la laurea, a sua volta Benta lo raggiunge. A Parigi però non trova un lavoro retribuito come architetto, ma decisa a vivere lì risponde ad un annuncio di ricerca di assistente che parli inglese, francese e italiano in un ufficio di pubbliche relazioni e viene assunta: quel lavoro, oltre alla possibilità di restare a Parigi e sposare il fidanzato, si rivelerà anche una grande scuola di vita.
Successivamente Mario Cucinella decide di aprire uno studio di architettura a Bologna: è l’occasione per Benta e marito di tornare in Italia, lui come architetto e lei come esperta in comunicazione per cinque anni prima del trasferimento a Reggio Emilia dove inizia un nuovo percorso … Benta giovane mamma.

Decide inoltre di rispondere ad un bando di concorso a Pescara: titolo del dottorato di ricerca “Comunicazione come generatore di qualità del progetto “. Lo vince e la borsa di studio le permette per tre anni di girare tra Lisbona, Barcellona, Venezia, Cosenza e Pescara per compiere il suo dottorato di ricerca.
Terminata questa esperienza, Benta intraprende finalmente la professione d’architetto.

Inizia grazie a due amici che le affidano gli interni, uno di un ristorante e l’altro una SPA e con il passa parola arrivano altri lavori di residenze e hotel e così lo studio di Benta Wiley s’ingrandisce.
Con un passo indietro torna al passato di bambina: il padre architetto, che ancora lavora a Singapore, la mette in contatto con un suo cliente locale che gli ha chiesto un progetto d’interni e l’acquisto degli arredi in Italia per la sua casa; Benta e l’uomo di Singapore s’incontrano in Italia e grazie al parlare inglese e italiano, aver studiato e vivere in Italia, essere esperta in comunicazione e potersi dedicare alla logistica (acquisto e spedizione degli arredi), Benta conquista professionalmente l’uomo e firma il contratto per il progetto della sua casa (insieme ad un suo amico designer Luca Mercatelli). A quel primo progetto ne seguono altri e per Benta inizia un periodo impegnativo di avanti e indietro dall’Italia all’Oriente, viaggi che diventeranno anche l’occasione per portare le due figlie di 10 e 15 anni a Singapore e far conoscere il luogo dove lavora e dove è stata da bambina con il babbo.

Questi progetti permetteranno a Benta di tenersi in equilibrio tra artista ed imprenditrice, esperta di interior design e di branding e comunicazione.
Benta architetto non si sente archistar, non vuole imporre il suo look: cerca di capire i gusti, i desideri, le esigenze dei suoi clienti per interpretarli e con la sua professionalità guidarli, a volte lasciandosi anche guidare da loro. Ama mantenere un senso di armonia e di rispetto del contesto e della specificità del luogo in cui sta operando che sia una casa o un ufficio o un ristorante perché, pur rinnovandolo, rimanga uno spazio speciale.
Per lei è importante, al di sopra dell’estetica, capire il budget e la logistica.

Attualmente Benta Wiley è Cofondatrice dell’agenzia di design e branding Between srl con sedi in Italia e Singapore. Between srl con un team di oltre 25 persone fa parte del gruppo ORYOKI (www.oryoki.it). L’agenzia è specializzata in strategie di branding, comunicazione ed interior branding design.
Benta Wiley dal 2014 è fondatrice di Italian Detail Singapore, la unit di Benta Wiley Architetti che si occupa di interior design e strategie di branding per il mercato sud est asiatico.
La storia di Benta professionista s’intreccia con quella personale di donna, attraverso l’equilibrio di essere mamma e architetto con un quotidiano intenso.

È una viaggiatrice e per lei essere nomadi e viaggiatori fa parte del DNA degli architetti; non distingue un viaggio di lavoro da una vacanza, è sempre un’esperienza importante.
Tra i tanti viaggi ha una predilezione per quelli in Grecia dove si vive la storia attraverso il segno lasciato dall’uomo: è qualcosa di inspiegabile forse dovuto a quando da bambina andava alla scuola anglicana frequentata da ortodossi e aveva tante amiche di origine greca e andando ai loro battesimi e feste assaporava la cultura greca. O forse perché il primo viaggio in Grecia, nelle isole, è stato con le figlie, incontrando un’infinità di Greci che hanno parenti in Australia e ritrovando un senso di appartenenza attraverso gli odori della natura che sono gli stessi della natura australiana.
Nel nostro incontro, Benta continua raccontandomi del suo rapporto con l’acqua: le piace guardarla dalla terra senza necessariamente entrarci, ma non le piace guardare la terra dall’acqua, lago o mare che sia.
L’acqua si collega alla musica, la musica colonna sonora di particolari momenti della vita; l’acqua e la musica insieme le danno l’ispirazione e l’aiutano a trovare idee e soluzioni legate al lavoro.

Mi parla anche di cucina e del suo rapporto col cibo: le piace organizzare cene soprattutto per invitare amici e colleghi di lavoro, a volte clienti e condividere momenti di vita, incontrarsi e ritrovarsi.
Guardando il breve video credo che Benta sia anche una brava chef!!! Riflettendo su architettura e cucina, quindi architetto e chef, ho pensato spesso quanto siano simili: ambedue contengono l’arte dell’inventare e disporre.