© Carla A. Bordini Bellandi

In un periodo travagliato e confuso come questo, ho bisogno di blu: blu come introspezione, blu come infinito, blu come tranquillità e pace. All’azzardo, al clamore caotico del rosso sento di voler contrapporre il blu della certezza, dell’affidabilità, del silenzio a volte vagamente malinconico, quel blu che si oppone drasticamente all’assertività del rosso.
Questi due colori incarnano immagini archetipiche e simboli antitetici, come se i loro mondi si trovassero agli antipodi.

© Carla A. Bordini Bellandi

Per esempio, blu e rosso stanno per freddo e caldo sui rubinetti del lavandino, anticipando la sensazione termica dell’acqua sulle mani.  In un passato che appartiene ormai ai nostri ricordi, rappresentavano giusto e sbagliato nei segni che la maestra, usando una grossa matita bicolore, tracciava sul foglio per correggere il compito. Blu e rosso classificavano rispettivamente femminile e maschile – il blu calmo ed emotivo, passivo; il rosso energico, attivo, potente -prima che, con l’avvento del secolo breve, qualcuno scombinasse le carte in tavola, cominciando a utilizzare le versioni tenui, invertite rispetto alla simbologia originale, di questi stessi colori per distinguere l’abbigliamento di bambini e bambine: così un rosso pallido e leggero si è trasformato nel colore tenero e romantico che ancor oggi incarna lo stereotipo femminile, mentre un blu schiarito, considerato più “serio” (?), meno lezioso, è stato attribuito ai maschietti.

Tornando alla polarità fra i due colori, l’arte del recente passato ha prodotto, in momenti diversi, un vuoto profondo e sensibile, centripeto – il cerchio blu ultra-brillante di Yves Klein (Disque bleu 1957) – in apparente contrapposizione al perentorio quadrato rosso di Malevic: la dimensione evanescente dell’immenso contrapposta alla forza straripante e fragorosa della materia.

Divano Bocca Gufram

Così, nel design del prodotto il rosso esprime senza dubbio consapevolezza e seduzione. Il divano Bocca di Gufram, ispirato all’opera Mae West di Salvador Dalì, ne è un esempio irriverente e originale: l’atto del sedersi su due labbra gigantesche sembra reiterare senza soluzione di continuità l’idea surrealista di partenza, della quale il rosso è parte integrante.

Lucida e fiammante, una Panton Chair di colore rosso (Verner Panton, 1960, prodotta da Vitra) –non è l’unico colore della serie ma senza dubbio quello nel quale l’oggetto maggiormente si identifica – manifesta, insieme all’orgoglio dell’oggetto-sedia di assumere per la prima volta l’identità di un monolite, il coraggio della sperimentazione pionieristica del designer e la sua caparbietà nel metterla in pratica, nonostante i numerosi rifiuti ricevuti prima di vederla finalmente prodotta. Essere rosso sottolinea l’identità del pezzo di design in quanto segno che lascia un’impronta, in quanto risultato di un atto creativo che ha ragione di esistere non soltanto attraverso la propria funzione,  bensì per l’idea estetica che esso rappresenta.

© Carla A. Bordini Bellandi

Rosso è il colore appariscente e sfrontato della bellezza e quello che, d’altro canto, ne riproduce il cliché: in russo antico l’aggettivo  rosso equivale anche a bello; così piazza Rossa  significa bella piazza. La polarità fra blu e rosso, qui, si realizza in un’opposizione di tipo diverso, manifestandosi su piani paralleli: al fascino carnale e prorompente del rosso corrisponde l’incanto astratto del blu.

Ben distante dall’invadente visibilità del rosso, però, l’algida discrezione e la riservatezza del blu, con la sua tendenza a rimanere sullo sfondo, fanno sì che oggetti di questo colore passino in secondo piano rispetto alle corrispondenti versioni rosse. Perciò esistono pochi oggetti-icona caratterizzati specificatamente dal colore blu; fra questi, la mitica Bugatti dalla livrea blu brillante e l’Alpine Renault, l’auto sportiva francese che nell’immaginario degli appassionati è associabile a una serie di blu anche piuttosto diversi fra loro, che si sono susseguiti nel corso degli anni.  Il Bleu de France, del resto, è il colore ufficiale delle auto da corsa francesi fin dal 1900 mentre il Rosso Corsa ha contraddistinto quelle italiane. A ben vedere, però, in questo campo fra i due colori non c’è storia: il blu connota estrema eleganza, ma è senz’altro il rosso a esprimere in maniera inequivocabile velocità e vittoria.

Enchanted Nature, Blu e rosso © Carla A. Bordini Bellandi