La Costa Smeralda, tratto a nord della Sardegna, che si estende tra Budoni e Santa Teresa di Gallura, è oggi una delle zone turistiche più esclusive in Italia e all’estero: quella che in molti definiscono “i Caraibi d’Europa”.
Patria del vento, spiagge tanto belle da togliere il fiato, paesaggi selvaggi e vegetazione fitta fino in riva al mare: la Costa Smeralda ogni anno ospita milioni di turisti da tutto il mondo ed è simbolo delle vacanze di qualità e di lusso. Porto Cervo, La Maddalena, il Golfo Aranci, Caprera, Palau, Cala Brandinchi, Orosei . . . Sono tra le spiagge e le località di mare più belle del Mediterraneo
Ma come nasce veramente quello che viene definito il “mito della Costa Smeralda”?
Tutto inizia al principio degli anni ’60, quando la Costa Smeralda era un territorio scarsamente popolato e abitato per lo più da pastori e quasi sconosciuto al mondo: in alcuni borghi era assente addirittura la corrente elettrica e le infrastrutture e i collegamenti, da e per la Sardegna, erano quasi inesistenti. Sicuramente da considerarsi un paradiso incontaminato dall’uomo.
Se la Costa Smeralda ora è conosciuta a livello internazionale il merito è del principe Aga Khan, l’Imam dei musulmani Ismailiti Nizariti, che all’inizio degli anni ’60, crea il Consorzio Costa Smeralda.
Il suo progetto era investire tanto in infrastrutture quanto in beni immobili e strutture ricettive, che potessero accogliere turisti da tutto il mondo e valorizzare il territorio, mantenendolo il più possibile incontaminato e importando un modello di turismo di qualità ed esclusivo, che non snaturasse la bellezza della costa.
Venne istituito, ed è tuttora attivo ed è stato ampliato, anche un regolamento edilizio che stabiliva modalità e tipologie di costruzioni ammesse sulla Costa, allo scopo di preservare la giusta proporzione tra natura e contaminazione dell’uomo.
Uno dei simboli della nascita del mito della Costa Smeralda è l’Hotel Cala di Volpe: originariamente un piccolo borgo marinaro, vicino Porto Cervo, convertito in un albergo di lusso proprio dallo stesso Aga Khan, ed inaugurato nel 1963 e ampliato nel 1970.
Progettato, tra il 1961 e il 1963, dagli architetti Jacques Couëlle, Michele Busiri Vici e Luigi Vietti, in collaborazione con lo stesso Principe, è uno dei primissimi alberghi di lusso realizzati dal Consorzio. L’idea fondante era rappresentata dalla creazione di uno stretto legame tra l’architettura e il territorio, attraverso spazi che valorizzassero il tratto di Costa, senza privarlo delle sue caratteristiche originarie.
Le forme irregolari della costruzione, i materiali locali, l’intonaco a rustico, la pietra, il legno scuro, i colori caldi, i vetri colorati all’interno, le finestre dalle forme disomogenee sono tutti elementi tipici dell’architettura mediterranea e vernacolare.
Il recente restauro, terminato nel 2019, commissionato da Smeralda Holding (attuale proprietaria dell’Hotel) e affidato allo studio francese 4BI & Associés e agli architetti Bruno Moinard e Claire Bétaille, ha interessato gli spazi privati, e non, adattando l’hotel alle mutate esigenze della clientela, mantenendo sempre invariata l’anima originaria del progetto di Couëlle, Vici e Vietti.
Il rinnovamento si è incentrato sulle aree comuni (i ristoranti e la reception in particolare), ma ha riguardato anche il restyling di 10 suite, l’ampliamento del bar centrale, l’apertura del ristorante giapponese Matsuhisa e la creazione di una wellness SPA firmata da Dordoni Architetti.
Tutti i progettisti hanno lavorato come dei veri e proprio “scultori” e “artisti” intervenendo in maniera peculiare e puntuale sulla struttura esistente, integrando degli elementi e dei confort che inevitabilmente erano assenti nel progetto originario degli anni ’60.
Il valore dell’albergo e ciò per cui è conosciuto a livello internazionale: oltre all’integrazione con il paesaggio che lo circonda, è il rapporto con le tradizioni autoctone, l’utilizzo di materiali locali e il coinvolgimento di maestranze del luogo per la realizzazione a mano di pezzi singolari di arredo su misura.
Nonostante l’albergo sia frequentato da ospiti provenienti da tutto il mondo, da oltre mezzo secolo rappresenta un luogo cult della Costa Smeralda, senza mai conformarsi a standard, materiali commerciali o mode passeggere, al contrario ha sempre mantenuto l’inconfondibile e peculiare anima sarda di cui, tanti anni fa, un giovanissimo Aga Khan si era perdutamente innamorato.
Cover photo credits: ©destination costa smeralda