È difficile parlare di alta cucina senza citare Alain Ducasse. Figura iconica nel mondo della gastronomia con quattordici stelle Michelin, autore di libri, fondatore dell’École de Cuisine Alain Ducasse, è considerato uno dei più celebri chef al mondo, e a ben dire. La sua carriera straordinaria ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama culinario mondiale, ispirando quantità di giovani talenti e dando vita a creazioni sofisticate, che raccontano storie, evocano emozioni e suscitano sensazioni gustative indimenticabili, delle vere e proprie celebrazioni della cucina, e non solo quella francese.
La sua storia inizia il 13 settembre del 1956, in una piccola fattoria a sud-ovest della Francia, a soli 100 chilometri dal confine spagnolo. Nelle campagne della sua terra natìa educa il suo palato con i prodotti della sua terra, con le ricette della sua famiglia. Così, a soli sedici anni, nonostante il parere contrario dei genitori, Ducasse inizia la sua formazione professionale al ristorante Pavillon Landais, nelle Lande, e si iscrive poco dopo all’istituto alberghiero Gascogne di Talence.
Il suo percorso lo porta di ristorante in ristorante, al fianco di rinomati chef e pasticcieri, come Michel Guérard, Gaston Lenôtre e lo chef provenzale Roger Vergé, che lo direziona verso un’idea di cucina francese alleggerita, delicata, dove il burro viene, in parte, sostituito dall’olio d’oliva. Momento chiave del suo apprendistato è il periodo passato con Alain Chapel, a Mionnay, nel 1978: qui comprende appieno cosa significa amare il prodotto, ricercare la perfezione e, soprattutto, preoccuparsi di lasciare un senso di felicità e piacere ai propri ospiti. Lo studio e la ricerca di Ducasse si trasformano, nel 1984, nelle sue prime due stelle Michelin assegnate al ristorante La Terrasse dell’hotel Juana in Costa Azzurra. Un grave incidente aereo, nello stesso anno, ferma temporaneamente la sua ascesa: unico sopravvissuto, Ducasse è costretto a un anno di ospedale, durante il quale riflette profondamente anche sulla sua filosofia culinaria.
Dopo la sua convalescenza, l’attività di Ducasse riprende nel 1987 alla guida del Le Louis XV di Montecarlo: fortunate coincidenze unite al talento straordinario, a 33 anni, dopo 33 mesi di apertura, il ristorante riceve 3 stelle della Guida Michelin. Ed è solo l’inizio di una carriera costellata di premi, onorificenze e riconoscimenti, con alcune date fondamentali: il 1995, quando rileva il ristorante di Joel Robuchon nell’Hotel du Parcin rue Poincaré, che dopo soli otto mesi gli vale tre stelle Michelin; il 2000, con l’apertura dell’Alain Ducasse at the Essex House a New York, primo ristorante USA; il 2007 con l’inaugurazione della scuola di cucina a Parigi e del centro di formazione ad Argenteuil. Nel 2005, con le tre stelle assegnate al ristorante Alain Ducasse dell’hotel Dorchester di Londra, è il primo chef al mondo a gestire contemporaneamente tre ristoranti tristellati. A oggi, Alain Ducasse possiede trentaquattro ristoranti, dalla Francia al Giappone passando per Thailandia e Qatar, tra fine dining, bistrot, cucina provenzale, brasserie, ma anche delle proposte orientali e mediterranee, fino alla cucina italiana “contemporanea” del Cucina Mutualité di Parigi.
“La conoscenza è nulla se non condivisa”: il motto dello chef Ducasse ben esemplifica la sua visione ed è il fondamento dei suoi libri, della sua scuola di cucina e dei suoi ristoranti. Il suo successo è il risultato di una costante ricerca dell’eccellenza e di una curiosità insaziabile per nuove sfide, ma anche della rivisitazione di classici che, in mano a Ducasse, acquistano un aspetto del tutto nuovo: è il caso del suo dessert preferito, il babà, simbolo di Napoli, considerato da lui il dolce tra i dolci, inserito nel menù del Louis XV di Montecarlo sin dagli albori. Così, tra un aroma di oli di vinaccioli, un trionfo di panna, vaniglia e polpa di albicocca, Alain Ducasse porta avanti la sua missione: preservare e tramandare i valori della cucina tradizionale rivista in ottica del tutto innovativa, spiritosa e divertente, promuovendo l’eccellenza e la creatività tra le nuove generazioni di chef.