Quando i piatti si trasformano in una tela, l’armonia tra questi e il cibo diventa una vera e propria opera d’arte. Questo è il senso della nuova linea tableware, nata dalla collaborazione di due note realtà: Meneghello Paolelli e Infinito Design. Il primo, uno studio di design fondato nel 2006 da Marco Paolelli e Sandro Meneghello, le cui collaborazioni si estendono dall’Italia fino all’estero; il secondo, Infinito Design, un’azienda specializzata nella creazione di prodotti d’arredo per la tavola attraverso collezioni di piatti in materiali innovativi come il Krion K-life Solid Surface.

In questo articolo parliamo di queste opere contemporanee, le quali saranno presentate al Taste di Firenze, una manifestazione gastronomica dove moltissimi produttori del settore si riuniscono per presentare i propri prodotti d’eccellenza.

La nuova linea presenta collezioni uniche nel loro genere: il perfetto esempio di unione tra product design e food d’autore. Una serie di accessori per la cucina pensati per le eccellenze del campo, da ristoranti a Chef stellati, attraverso le loro forme e linee armoniche e sinuose. L’obiettivo dei due studi di design è stato quello di creare un dialogo tra tavola e cibo stesso, progettando non semplici piatti ma vere e proprie culle per ogni ingrediente, puntando alla creazione di una presentazione artistica, quasi scenografica. “Anche l’occhio vuole la sua parte” e le collezioni di piatti Opera, Gemini e Imperfetto lo dimostrano al meglio.

La collezione Opera, come si può evincere dal nome, punta sul vero e proprio lato artistico del settore del Food&Beverage. Si tratta di piatti che fanno da cornice, appunto, ad un’opera d’arte. Non prendono posto del cibo, ma lo accompagnano nel viaggio dalla cucina alla tavola, presentandolo come un pezzo unico e irripetibile. Il design di questa collezione prende ispirazione dal cartoncino tagliato a 45° usato come passe-partout per dare risalto alle stampe. Questa particolarità del bordo laterale, molto spesso, è fondamentale per concentrare il focus al centro.

Passiamo alla collezione Gemini. Il nome deriva proprio dalla divisione del piatto in due aree, asimmetriche e di due colori diversi: al bianco, infatti, si accosta il grigio chiaro. Questi due spazi all’interno del cerchio possono essere sfruttati dallo Chef proprio per unire ingredienti complementari o diversi tra loro, o semplicemente come decoro per bilanciare la presentazione di ogni elemento. Il risultato finale è una pura simmetria nonostante aree di grandezze diverse, questo perché il cibo completa al meglio l’opera artistica iniziata dai dai designer.

Abbiamo visto insieme come ogni nome della collezione ha un significato ben preciso, una rappresentazione didascalica del piatto stesso: un’ulteriore conferma è data dalla collezione Imperfetto. Il bordo esterno di questo piatto non si chiude, infatti, perfettamente ma c’è un dettaglio che rende il piatto quasi dinamico, sempre con semplicità e minimalismo ma senza perdere la sua riconoscibilità.

L’utilità e la bellezza del design abbraccia ogni settore, anche quello del food. Il ruolo del piatto nella presentazione del cibo, soprattutto nei ristoranti più raffinati, è cruciale. Il design di ogni piatto riveste, infatti, un’importanza fondamentale nell’armonizzare la presentazione del cibo con l’esperienza gustativa: le collezioni di Infinito Studio e Meneghello Paolelli lo dimostrano. Sebbene il gusto rimanga prioritario, la prima impressione gioca un ruolo significativo: un piatto viene mangiato prima con gli che con la bocca.

Photo Credits © Meneghello Paolelli