All’ultimo piano della Fondazione Luigi Rovati in Corso Venezia, il nuovo ristorante dello chef due Stelle Michelin Andrea Aprea diventa il palcoscenico dove ad andare in scena è l’esperienza gastronomica dello chef, maturata in un processo di ricerca tra anteriorità e contemporaneità. Proprio questo rapporto tra memoria del cibo ed esperienza dei sensi è ciò che ha spinto Andrea Aprea, chef partenopeo classe 1977, a innescare un processo di scambio tra diversi luoghi dell’esperienza. Dal ricordo allo sguardo, dall’olfatto al gusto. E’ anche ciò che gli ha permesso di ottenere due Stelle Michelin: la prima nel 2012 nelle vesti di Executive chef del ristorante Vun Andrea Aprea, la seconda nel 2017.

Non a caso l’architetto Flaviano Capriotti, che si è occupato di seguire il progetto nella sua realizzazione, ha voluto creare uno spazio che fosse cornice per contenere ed esprimere la filosofia gastronomica che da sempre contraddistingue lo chef Aprea. L’ambiente, infatti, risulta essere fortemente scenografico e accoglie gli ospiti con un’ampia vetrata panoramica che mette in risalto non solo Parco Venezia, ma anche tutto lo skyline milanese. Sviluppato su 400 mq, l’interno del locale è definito da un alternarsi di chiaro e scuro che getta le basi per un percorso conoscitivo e di scoperta. Senza perdere il rapporto tra tempo e memoria, tematiche centrali del dialogo tra esperienza gastronomica, spazio e materiali. Ma anche con le opere d’arte site-specific, realizzate dagli artisti Andrea Sala e Mauro Ceolin.

Ad abitare lo spazio sono 36 coperti con otto tavoli disposti nella sala centrale, caratterizzata da pareti rivestite in bucchero e un lampadario circolare in vetro di Murano con foglie d’oro.  Lo sguardo dell’intera sala è però rivolto verso la cucina, completamente a vista. E’ qui che lo chef pluristellato si diverte a esaltare i rapporti tra acidità, sapidità, amaro e dolcezza, insieme ad un gioco di consistenze che coinvolge i sensi e li stuzzica. Non manca, però, l’attenzione verso le materie prime, che sono le radici dell’esperienza gastronomica. Andrea Aprea mette in risalto l’italianità attraverso l’amore per la natura e la cultura dell’artigianato che ha forgiato i prodotti alimentari nel corso della nostra storia regionale. A completare l’esperienza gastronomica, la cantina guidata dalla maître e sommelier Jessica Rocchi che raccoglie una selezione di 650 etichette da tutto il mondo e racconta come le emozioni e i terroir si trasformino in sapori e note olfattive.

Questo percorso di scoperta e di sorpresa viene a chiudersi nel Caffè Bistrot, uno spazio in grado di evocare la tradizione delle caffetterie milanesi del primo ‘900 con lo stile della Milano cosmopolita odierna. Non mancano, infatti, suggestioni provenienti dalla materia e dai colori, che ancora una volta sottolineano la centralità del rapporto tra tempo e cibo.

In questo caso a stare sotto i riflettori è un iconico bancone semicircolare in cui vengono messi in scena i fondamentali della cucina italiana proposti anche sotto forma di focacce, sandwich e insalate. Un luogo che accoglie gli ospiti e il pubblico cittadino con un momento di convivialità e buon gusto ad ogni ora.