Come sarebbe un ristorante creato dall’intelligenza artificiale? Come, quest’ultima, potrebbe mai immaginare i sapori e gli odori al fine di creare un menù culinario bilanciato e rivolto ad un pubblico umano?

Sembra inimmaginabile pensare che l’IA possa generare ciò che è tangibile solo per gli esseri umani, qualcosa che ha a che vedere solo con i cinque sensi. E invece ci troviamo proprio davanti ad un esempio più unico che raro.
Contestualizziamo: nel mese di marzo 2023 Applejack Hospitality ha lanciato una competizione al fine di spingere i limiti dall’IA nell’industria dei ristoranti in Australia. Il contest “Crea il ristorante dei tuoi sogni” ha visto diversi partecipanti esplorare le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale, al fine di creare un proprio concept di ristorante che, se vincitore, sarebbe stato realizzato dal team di Applejack. Il ristorante vincitore si chiama Luminary, un locale temporaneo che ha aperto come pop-up di una settimana al Rafi del North Sidney nel mese di luglio.

La maternità del progetto appartiene a Stefanie Wee, una ricercatrice di Perth che è riuscita a realizzare il tutto con l’aiuto di Chat GPT e il generatore di immagini di Canva. Wee ha inserito su Chat GPT prompt di “fascia alta”, “sperimentale” e il risultato ottenuto è che l’intelligenza artificiale si è occupata di tutto, dall’interior design all’illuminazione, fino allo stesso menù successivamente rivisto e adattato da Chef professionisti quali il direttore culinario di Applejack, Patrick Friesen, e l’Executive Chef di Rafi, Matias Cilloniz.

«La proposta di Wee – afferma Joanna Steuart, direttrice marketing e partnership di Applejack – è stata dettagliata, partendo dal nome del ristorante e dalla sua storia di brand, fino ai tipi di luci di tendenza da installare e dove farlo, fino alle diverse opzioni di menù che avrebbero contribuito al tema dell’illuminazione.”

Il menù pensato dall’IA si basa sui quattro elementi fondamentali: acqua, terra, fuoco e aria, resi protagonisti in ogni piatto proposto. L’intelligenza artificiale suggerisce ricette precise per ogni elemento e di conseguenza il generatore di immagini di Canva riproduce una sorta di scatti fotografici delle pietanze immaginate con una precisa inquadratura e composizione; non c’è stata quindi solo quindi una ricerca nei gusti e accostamenti di sapori ma anche una vera e propria messa in scena dell’impiattamento.

Oltre al menù sorprendentemente innovativo coglie l’attenzione anche l’idea di design proposta dall’IA. Nel mondo della ristorazione un ruolo fondamentale nel momento della scelta di un’esperienza culinaria precisa è assunto anche dagli stessi interni dei ristoranti, dai dettagli di design e soprattutto dalla capacità di un luogo di coinvolgere a trecentosessanta gradi il cliente e raccontare la propria idea di cucina attraverso un’atmosfera ben precisa. Luminary si presenta come uno spazio artistico in cui i giochi di luce sono inspirati dagli stessi elementi utilizzati per la creazione del menù. Tutto si intreccia perfettamente e genera un’avventura immersiva che unisce tutti gli aspetti fondamentali del locale.

Siamo davanti alla nascita di un nuovo significato di cucina, figlio dell’unione tra uomo e macchina. L’IA propone, pensa e comunica delle idee che partono dalla costruzione fisica del locale fino alla creazione di ricette precise in base ai prompt dettati da Wee e successivamente gli chef cercano di rendere il tutto alla portata dei gusti umani. Questo esempio ci dimostra come l’intelligenza artificiale, almeno per ora, interviene al fine di coadiuvare la figura umana nella creazione di panorami, contesti e luoghi prima d’ora inimmaginabili.

Il cibo, la cucina, i prodotti della natura assumono un ulteriore significato: possiamo parlare di artificiale? Oppure anormale? Non siamo abituati a pensare alla cucina se non come ambito umano fatto di tradizioni, culture e storie anche passate. Siamo pronti oggi a lasciarci trasportare dall’arte dei nuovi “assetti virtuali” nella creazione di qualcosa che è sempre stato figlio di un pensiero umano?

Cover photo credits: © Jessica Nash, Luminary