Sebbene lo smart working sia diventato una realtà ormai consolidata a cui abbiamo fatto l’abitudine, il bisogno di socializzazione e scambio di esperienze, soprattutto sul luogo di lavoro, è sempre più importante. Dopo la pandemia, il “Social Furniture” è diventato sempre più importante, trasformandosi in un fenomeno virale che sta attraversando tutto il mondo.
Snøhetta, studio internazionale di architettura e design con sede a Oslo, declina questa tendenza grazie a Summit, un sistema di seduta che si adatta a ogni situazione, semplicemente assemblando dei blocchi multiformi. Il divano, se così possiamo definirlo, diventa un luogo dove le persone possono interagire, lavorare o semplicemente riposare.
Una catena montuosa indoor imbottita, composta da moduli con una superficie calda e morbida e forme che si ispirano alla natura. Sei moduli unici che possono essere montati a seconda delle esigenze, da piccole sedute fino a un divano più grande pieno di sinuosità.
I progettisti hanno dato una forma semplice ai mobili, in modo che gli utenti possano facilmente costruire una piccola scala, uno schienale ondulato o una panca curva, a seconda dell’ambiente selezionato e della necessità di ogni situazione, che si tratti di una pausa con i colleghi, una riunione o una conferenza.
Così il Social Furniture permette di ridefinire continuamente lo spazio a seconda delle persone che lo vivono.
Ispirato dalla giocosità del parco giochi per bambini e alla socialità degli anfiteatri classici, Summit promuove il divertimento e l’interazione. Il progetto è il risultato di un forum di design guidato dal comportamento sul tema della condivisione, organizzato da +Halle nel 2019.
La tappezzeria, le cuciture e l’imbottitura sono curate nei minimi dettagli e creano un ambiente confortevole. La sua versatilità e modalità consentono non solo flessibilità d’uso, ma stimolano anche la creatività e lo scambio di esperienze.
Che sia da seduto, in piedi, da sdraiato o semplicemente camminandoci sopra, l’interazione con Summit ha lo scopo di creare libertà d’uso e avvicinare le persone tra di loro.