Quasar è un istituto di alta formazione per il Design di cui ultimamente si è sentito molto parlare, soprattutto dopo la nascita della sua Factory.

Le origini dell’accademia risalgono agli anni ‘80, quando l’architetto e docente Benedetto Todaro fondò un piccolo centro che allora approfondiva, oltre all’architettura e al design, anche gli interni, la grafica e la comunicazione.
Di quell’imprinting oggi resta l’approccio «dal cucchiaio alla città», come descritto da Alessandro Gorla, fondatore di Studio Algoritmo e direttore creativo della Quasar Factory, il laboratorio interno alla scuola che nell’ultimo anno sta dando al progetto lustro e visibilità.

Anche se l’interno del laboratorio è il sogno di ogni nerd della prototipazione rapida – al suo interno si trovano stampanti 3D, frese a CNC, stampanti UV e altre tecnologie innovative – non è l’ennesimo Fab Lab, sia per gli intenti che per il contesto in cui è stato creato.
I servizi di Quasar Factory, spiegano Alessandro e il designer Gianmarco Guarascio, non si fermano solo alla consulenza tecnica e alla prototipazione. La Factory, il cui progetto è stato fortemente voluto dalla scuola e portato avanti dal suo team creativo, è un centro che attira studi e aziende molto noti che si affidano al sistema creato dall’istituto.

Uno degli ultimi progetti di cui si è occupata Quasar è l’installazione che celebra i 70 anni della macchina da scrivere Lettera 22 disegnata da Marcello Rizzoli per Olivetti, reinterpretata attraverso 70 diverse riproduzioni in resina colorata. Un progetto dell’architetto Francesco Carofiglio che ora è in lizza per il Compasso d’oro.

In breve tempo Quasar ha collaborato con designer, startup e aziende, come Very Simple Kitchen, Forma&Cemento o KeepLife (la startup campana che ha realizzato il primo materiale derivato da gusci di frutta secca). Con loro, i designer stanno realizzando una nuova collezione di giochi da tavola da viaggio molto resistenti e – inaspettatamente – compostabili.

Tra le collaborazioni in cui sono stati coinvolti gli studenti del master, anche un poetico progetto sviluppato per UpGroup, la storica azienda di marmi per cui nei gloriosi anni ‘60 lavorarono nomi come Sottsass, Castiglioni e De Lucchi. Per celebrarli, Quasar ha prodotto la serie Ritratto di Famiglia, composta da piccoli rompicapo in marmo ciascuno sviluppato seguendo la filosofia di ogni maestro.

«Dal mio punto di vista è fondamentale che esista un circuito che metta in comunicazione aziende, università e studenti». Infatti, il sistema messo in piedi nell’ultimo anno dalla scuola (anche se chiamarla così a questo punto suona riduttivo) punta tutto sulla valorizzazione degli studenti come giovani professionisti e si impegna attivamente affinchè i designer abbiano la possibilità di confrontarsi con commissioni reali e costruire sin da subito un portfolio valido di lavori.
Durante la conversazione che abbiamo avuto nella loro sede di Roma, Alessandro e Gianmarco citano diversi esempi di come i progetti sviluppati durante i corsi dei master siano finiti nei cataloghi di aziende note e affermate.

Un’opportunità non da poco per i giovani che ambiscono ad entrare nel mondo del Design, che spesso, a causa della fluidità verso cui si sta muovendo questo campo, devono affrontare non poche incertezze e difficoltà.

«Quello del designer non è un percorso lineare. Cerco spesso di far capire ai miei studenti che non basta una buona scuola di design per diventare subito dei professionisti».
Ma, secondo Gorla, lamentarsi non serve: «Bisogna saper incassare i no e continuare a lavorare con costanza. Alla fine si riesce. Il mondo del design è saturo, ma questo non significa che non ci sia più nulla da progettare. La costanza e la passione per questo lavoro sono gli unici segreti».

Sempre nell’ottica di valorizzare al massimo le competenze sviluppate all’interno dell’università, Quasar Factory ha da poco lanciato un progetto di ecommerce, il primo in Europa (e forse nel mondo) che permette di acquistare prodotti disegnati e sviluppati ad hoc dagli studenti. Delle collezioni in vendita fa parte le capsule collection Flatlandia, una serie di prodotti concepiti con componenti piatte che, assemblate, prendono forma in oggetti tridimensionali, e che è già distribuita anche nel bookshop del museo Macro di Roma.

«Tra i progetti per il prossimo futuro, c’è sicuramente quello di ampliare le collezioni e i prodotti fatti coi nostri studenti, e continuare a costruire il rapporto con le aziende esterne. Speriamo di diventare un hub accentratore di diverse realtà.»

Consiglio di spulciare tutti i prodotti qui.