Colpa (o merito) della pandemia, la voglia di ripartire e tornare a vivere con entusiasmo si fanno sentire sempre di più. E guarda caso, tra i trend del momento spiccano gli anni ’50, ovvero quel “decennio d’oro” caratterizzato da un fervore e una vitalità assoluti.

La nostalgia dei 50s spopola sui social a suon di hashtag: #50s supera i due milioni di mentions, e #anni50 sfiora i 150mila. Ma non solo. Gli anni Cinquanta hanno invaso anche i mondi “live”, dallo sport allo star system, dalla moda alla cultura, dai media al design, fino al packaging dei prodotti. E mentre il fashion system sfoggia look squisitamente Fifties (alla voce celebrities spiccano Lady Gaga, Adam Lambert e Taylor Swift) e il foulard torna in voga come accessorio must have delle fashioniste più cool, la casa apre le porte agli arredi retro, alle riedizioni dedicate ai grandi designer dell’epoca e alle nuove inedite interpretazioni del “bello, funzionale e moderno”.

Perché non realizzare una versione moderna della vecchia sedia da club inglese?” deve aver pensato Charles Eames (insieme a Ray Eames) quando decise di creare la sua Lounge Chair per tradurre in un’unica seduta comfort e qualità assolute. Un esercizio di tecnica e stile, che nel 1956 dettò i nuovi standard delle poltrone da club. E che ancora oggi definisce il concept di classico nella storia del mobile moderno. Alias intramontabile.

©2021 VITRA International AG

Sotto lo sguardo irriverente di Maurizio Cattelan, Stefano Seletti e Pierpaolo Ferrari gli anni Cinquanta si trasformano in un gioco di interpretazioni pop: nasce ToiletPaper Home, la nuova collezione in pieno mood anni’ 50, decorata in perfetto stile Seletti.

© 2020 Seletti spa

Il design anni 50 sprigiona speranza e buonumore. E mentre “la forma segue la materia”, per citare l’architetto Louis H. Sallivan, linee bombate, colori pieni, materie plastiche alternate a giunco, midollino e gommapiuma vestono arredi modulari e prodotti in serie e riempiono la casa di accessori inaspettati come i piccoli elettrodomestici dai colori pastello. Basti pensare ai modelli di Smeg, che oggi tornano in voga per attrezzare e decorare la cucina con le tipiche tinte pastello.

© 2020 SMEG S.p.A

Tra gli arredi che danno il via al design iconico dell’epoca, invece, non si può non citare la Plastic Chair disegnata nel 1950 da Charles&Ray Eames per Vitra. Esempio perfetto di design democratico, fu la prima sedia in plastica ad essere prodotta industrialmente. Accanto a lei, ecco la poltrona Lady di Marco Zanuso che trasformò la gommapiuma nel nuovo materiale d’arredo votato al relax. Lanciata da Artflex nel 1951, conquistò subito il mondo dell’arredo tanto da essere premiata, nello stesso anno, con la Medaglia d’Oro al IX Triennale di Milano. Oggi, questa icona indiscussa di stile e comfort torna a far parlare di sé rieditata nella collezione “I Maestri” di Cassina.

© 2021 CASSINA

Gli anni Cinquanta non conoscono crisi e le riedizioni dei pezzi memorabili si moltiplicano. Per festeggiare l’intramontabile eredità di Hans J. Wegner e una collaborazione di oltre 70 anni, Carl Hansen&Son presenta la Limted Edition delle prime sedie che Wegner disegnò nel 1950: First Masterpieces Collection, 5 modelli reinterpretati da Ilse Crawford in una nuova gamma di colori.

© Carl Hansen & Søn

Innovativa all’epoca, attuale e chic oggi, Margherita di Bonacina 1889 è la poltrona in giunco curvato disegnata da Franco Albini nel 1951. Esposta al MoMa di New York, al Vitra Design Museum in Germania e in Triennale a Milano, fu premiata anche lei con la Medaglia d’Oro della IX Triennale come la prima poltrona senza gambe e rappresenta, ancora, l’impeccabile e ben riuscita sperimentazione sul midollino e la celebrazione, con un occhio nuovo, della tradizione artigianale dei cestai.

La nostalgia del passato, non c’è dubbio, influenza la casa, ma anche il cinema (l’ultimo film d’azione Disney Pixar “Luca” è ambientato in una luminosa Liguria degli anni Cinquanta), lo sport (la squadra di football americano dei Green Bay Packersha una nuova uniforme in perfetto stile fifties, mentre il team di baseball Miami Marlins ha puntato su una divisa “vintage” ispirata ai Cubar Sugar Kings), il packaging e la grafica. Basta dare uno sguardo al libro Mid-Century Modern Complete di Thames & Hudson per capirlo: le grafiche originali che esplorano il lavoro di oltre 60 designer dell’epoca ci rimandano alle sedie Eames, agli orologi di George Nelson, a Gio Ponti e a Poul Henningsen. E conquistano al primo sguardo.

Intramontabili lo sono anche certe luci, seppur disegnate oltre sessant’anni fa. La lampada PH Artichoke Copper di Louis Poulsen by Poul Henningsen è stata creata nel 1958 per il Langelinie Pavilion, un ristorante modernista di Copenhagen. Dove, ancora oggi, continua a illuminare e scaldare l’atmosfera.

© Louis Poulsen

Iconici, con un’aura onirica, retro, ma con uno spirito squisitamente attuale. I pezzi firmati Fornasetti sono l’emblema di un’epoca senza tempo, che non passa mai di moda, ma anzi precorre le mode. Dal troumeau disegnato da Piero Fornasetti e Gio Ponti e presentato per la prima volta alla Triennale di Milano del 1951 ai vasi con il volto della cantante lirica Lina Cavalieri (musa di Fornasetti), prodotti in esclusiva da Bitossi, la decorazione si sovrappone alla forma e la forma ispira la decorazione, in un continuo gioco che sfida il tempo e le convenzioni.

A sfidare il tempo è anche l’iconica Egg Chair di Arne Jacobsen. Progettata nel 1958 per arredare le lobby room del SAS Royal Hotel di Copenhagen, la poltrona avvolgente come un nido continua a essere presente nel catalogo di Fritz Hansen, come un pezzo simbolo del design scandinavo.

© Fritz Hansen

L’elenco potrebbe continuare all’infinito. Ma se temete di non riconoscere le icone anni Cinquanta e fare un buco nella memoria, per un ripasso veloce basta affidarsi a Domitilla Dardi che tra le pagine del libro “Anni Cinquanta: la dolce vita in Italia” (ed. 24 ore Cultura) vi aiuterà a scoprire quel design che ha saputo “trasformare in poetico canto ogni rappresentazione formale dell’esistenza: dal cucchiaio alla città”, come direbbe l’architetto e teorico italiano Ernesto Rogers.

© 24 ORE Cultura

Perché, in fondo, fare un salto nel passato può essere un elegante e stimolante esercizio di stile. Parola di Barbie, regina delle trendsetter che come ultimo outifit sfoggia lo stile dell’intramontabile “King of Rock’n’Roll” Elvis Presley.

©2021 Mattel