Le icone del design, si sa, sono pezzi intramontabili che surfano tra trend e correnti di stile senza mai perdere l’onda del successo (e l’irresistibile appeal). Anche, anzi soprattutto, a distanza di anni. Ne sono la prova le anteprime, pardon riedizioni, che hanno attirato i riflettori del Salone del Mobile 2023, facendosi largo tra novità assolute, sperimentazioni avveniristiche e ispirazioni avant garde. Il design senza tempo ripescato dai cassetti e dagli archivi delle aziende ancora una volta si è dimostrato la carta vincente e l’espressione di un gusto che sa essere performante a qualunque età. Ammettiamolo: gli arredi dei grandi maestri del Novecento attirano sempre sguardi e consensi, trasformandosi tout court negli oggetti del desiderio del nuovo millennio.
I pezzi che fanno parte dell’immaginario e del vissuto collettivo sono rassicuranti, parlano di cultura e valori autentici e sanno essere in qualche modo ancora inediti. E allora ecco a voi le nostre “regine di stile”: dalla versione outdoor della mitica chaise longue D.150.5 degli anni Cinquanta di Gio Ponti al famoso appendiabiti Sciangai progettato negli anni Settanta, dal vincitore del Compasso d’Oro (1979) Maralunga di Magistretti all’inedita e mai prodotta lampada Cabanon di Le Corbusier.
D.150.5 di Molteni. Progettata da Gio Ponti nel 1952 per gli spazi esterni della nave da crociera Andrea Doria, la “nuova” chaise longue D.150.5 inaugura ufficialmente la collezione outdoor 2023 di Molteni&C. Realizzata in massello di teak con cuscini in poliuretano rivestito da tessuto in fibra di poliestere riciclabile, mantiene gli stilemi del progetto originale e ne aggiorna il lessico.
Sciangai50 di Zanotta. Edizione limitata e numerata per l’appendiabiti disegnato nel 1973 da De Pas, D’Urbino e Lomazzi, l’unico ai tempi richiudibile. Compasso d’oro nel 1979, per i suoi 50 anni si veste in una Special Edition che riprende il progetto originale multicolore.
Maralunga di Cassina. Altro Compasso d’Oro 1979, il divano Maralunga di Vico Magistretti, divenuto ambasciatore del Made in Italy in tutto il mondo, torna sotto i riflettori nell’esclusiva versione in nabuk rosso, la tinta amata dal Maestro. Maralunga 50 mantiene il poggiatesta che si muove per alzare e abbassare lo schienale grazie a un meccanismo sviluppato da una semplice catena per bicicletta e aggiunge, a sottolineare le curve e l’eleganza ancient, una particolare cucitura ai profili.
Taliesin® di Yamagiwa. Il leggendario architetto Frank Lloyd Wright (1867-1959) era affascinato dal modo in cui la luce del sole e della luna filtra attraverso foglie e rami e le lampade Taliesin®, un serie di scatole in massello impilate, rappresentano proprio questo effetto magico. Una bellezza poetica e senza tempo, che Yamagiwa, unico marchio al mondo autorizzato dalla Frank Lloyd Wright Foundation a riprodurre le opere dell’architetto, ha voluto riportare letteralmente alla luce.
Dialogo di Tacchini. 50 di eleganza e razionalità: con la sedia Dialogo l’architetto veneziano Tobia Scarpa ha scolpito un incastro magistrale di eleganza stilistica e funzionale. La riedizione 2023 di Tacchini ne è la conferma: la tipica struttura a doppio cavalletto di Scarpa è un inno al comfort essenziale e senza tempo.
Cabanon di Nemo. La firma è quella del grande maestro Le Corbusier, e il progetto è di quelli inediti (anno 1952) mai messi in produzione. Cabanon è l’archetipo dell’essenzialità, progettato secondo le regole del Modulor sul mare, il rifugio degli ultimi anni dell’architetto. La base, infatti, nasce da un porta-proiettili di mortaio ritrovato dalla spiaggia a cui si aggiunge il paralume in carta da lucido. Un perfetto esempio di upcycling, in linea con i tempi moderni.
Due Più di Acerbis. Ironica ed enigmatica, la poltroncina Due Più disegnata da Nanda Vigo nel 1971 attinge dal vocabolario estetico di domani per combinare, con un effetto a sorpresa, volumi geometrici e sensazioni tattili sognanti. Due rulli, una pelliccia di Mongolia: ecco il manifesto eccentrico quanto minimale della designer, che ora rivive con una nuova logica circolare, in abito di pelliccia recuperata dagli scarti dell’industria alimentare.
PK4 di Fritz Hansen. Si tratta di uno dei primi progetti di Poul Kjærholm, immaginato dal designer subito dopo il diploma alla Danish School of Arts and Crafts di Copenhagen (1952). Oggi la struttura a “X” è più solida e arricchita da un cuscino tondo che aggiunge comfort alla seduta in corda nautica (tutt’uno con lo schienale). Il carattere, però, rimane quello del progetto originale, perché come ha detto Marie-Louise Høstbo, creative design director di Fritz Hansen: “quando si aggiunge qualcosa a un design storico, bisogna farlo con rispetto”.
Proprio così. Sarà il fascino dell’heritage, il gusto di saperlo ravvivare con un quid attuale (che sia un colore, un rivestimento o un dettaglio tecnico) o la spinta alla sostenibilità che ci porta a ridurre i consumi e rivalutare il “vecchio” di valore, ma di certo “rieditare” è una sfida (o un trend) sempre più attuale. Non resta che scegliere: io le immagino già, tutte, nella mia casa.