Una sovrapposizione di gesti, una stratificazione di significati e la compresenza di artisti diversi sono gli elementi attraverso il quale si può leggere in maniera corretta la mostra “Primo disegno” di Giovanni Ferrario presso la Fondazione Achille Castiglioni.

Si sa che la fondazione Castiglioni è un luogo dove la ricerca e la commistione di diversi mondi è pratica pressoché quotidiana. In questo caso i due mondi che vengono messi a contatto sono quelli del fotografo Giovanni Ferrario con la sua mostra artistica e del designer Marco Marzini con la mostra di ricerca “Fa ballà i man” alla sua conclusione. I gesti sono alla base del racconto di “Primo disegno” con un’antologia di oggetti effimeri che si relazionano con le mani e con il vetro di uno scanner fotografico, e che tramite il concetto del tocco e del tatto entrano in relazione con l’esperienza tattile offerta da Marco Marzini all’interno dei suoi coni oscuri che invitano a scoprire gli oggetti che contengono.

Partendo da questa suggestione Giovanni Ferrario apre un dialogo continuo con Marzini e Castiglioni inserendosi discretamente con le sue realizzazioni artistiche e rileggendo gesti e spazi alla luce delle connessioni progettuali già presenti in precedenza. Le mani, l’uovo, le briciole, il fumo sono i capitoli di un racconto continuo che si svela stanza per stanza e che connette esperienze vitali e vibranti attraverso una sensibilità progettuale delicata, nonché dedicata alla riscoperta delle tematiche fondamentale del vivere attraverso gli anni.

Dal 21 febbraio fino al 30 marzo 2024 Fondazione Achille Castiglioni
Piazza Castello 27, Milano

Photo credits: Allegra Martin