
Nel corso dell’ultimo secolo gran parte del globo terrestre si è popolato di grandi infrastrutture viabilistiche per rispondere alla necessità di muovere un sempre maggior numero di veicoli e merci, comandati dall’esigenza impellente di risparmiare tempo e spostamenti. Dovendo collegare luoghi distribuiti nel territorio, queste grandi arterie hanno spesso dovuto fare i conti con urbanizzazioni già sviluppate o zone dall’orografia movimentata, trovandosi costrette a sopraelevarsi.
La diretta conseguenza di questo guadagno di quota è stata fin da subito la creazione di spazi di risulta, terre di nessuno spesso trasformatesi in aree abbandonate e poco sicure.

In diverse occasioni questi spazi sono diventati oggetto di studio e approfondimento da parte di studi di architettura e urbanistica, con l’obiettivo di trasformare uno spazio di scarto in risorsa a servizio della cittadinanza. Un recente esempio di questa categoria è rappresentato dalla Gardiner Expresswa di Toronto, il cui impalcato è divenuto un vero e proprio polo multifunzionale, restituito alla popolazione locale e non solo.
Il progetto è stato curato da Tei Carpenter, alla guida dello studio newyorkese Agency-Agency, e dall’artista canadese Reza Nik e prevede una riqualificazione dello spazio a terra rimasto sotto le campate stradali, inserendoci uno spazio espositivo e un laboratorio di ecologia, dove educare i visitatori ad una maggiore consapevolezza dell’ambiente.

Il recupero urbanistico non si limita esclusivamente alla restituzione dello spazio pubblico, è stato studiato infatti un sistema di raccolta delle acque piovane provenienti dalla strada, per convogliarle all’interno di grandi aiuole riempite con specie vegetali autoctone come l’alga, l’agastacea e l’achillea, e prevenire eventuali inondazioni(ci troviamo vicino al lago Ontario).
L’intervento, inoltre, ha favorito il ripristino delle aree umide antecedenti alla costruzione della strada, riportando un equilibrio naturale più simile a quello originario, con la speranza che nel tempo anche flora e fauna tornino ad una condizione simile a quella preindustriale.

Il Progetto, studiato ad hoc per quest’area, porta con sé una strategia applicabile anche in aree simili, declinandola di volta in volta a seconda delle esigenze del luogo per favorire la rinascita di tessuti urbanistici altrimenti destinati al declino.
Cover photo credits @ Samuel Engelking