Sì, lo so. Voi direte: sei solo al secondo capitolo e già cambi le carte in tavola?
Beh, forse è questo il segreto di un buon mangaka (漫画家, autore di fumetti giapponesi).
E questo cambio di rotta è stato dettato dalla prematura dipartita di uno dei più importanti tra loro, Akira Toriyama, conosciuto in tutto il mondo per aver ideato Dragon Ball.

Se in molti anime il legame tra spazio, architettura e design si palesa manifestamente, nell’animazione della sua opera (アニメ /anime/) Akira Toriyama ci mostra piccole pillole di design futuristico scaturite forse dalla sua formazione scolastica alla Prefectural Industrial High School di Tokyo in disegno industriale.

Ebbene, partiamo da qui. Dalle pillole. In Dragon Ball esiste la Capsule Corporation, un’azienda la cui fortuna nasce dalle Capsule Hoi Poi, inventate dal fondatore Dr. Brief. Una capsula Hoi Poi ha lo scopo di trasportare in modo molto comodo numerosi oggetti come edifici molto piccoli, come un monolocale, mezzi di trasporto grandi, come gli elicotteri o le navicelle, e tanto altro. Come? Modificando la densità delle particelle di case o auto.
Le capsule vengono raccolte in un cofanetto, colorate e numerate per distinguerne il contenuto. Per poterne usufruire basta prenderla in mano e schiacciare il pulsante all’estremità un momento prima di lanciarla in aria, in modo da permettere all’oggetto di ingrandirsi in uno spazio libero. Per rimettere l’oggetto nella capsula solitamente basta premere un pulsante posto all’esterno.
Nel caso foste interessati, una capsula con macchina volante standard da quattro persone costa 1.480.000 Zeni, mentre varia per gli altri prodotti in base al contenuto. Una capsula vuota, invece, potrete acquistarla per soli 200.000 Zeni.

Il poter usufruire di queste capsule deriva anche dalla conformazione urbana delle città in Dragon Ball. L’architettura proposta da Akira Toriyama si sviluppa in verticale, addensando e raggruppando gli edifici circondati da vasti terreni. Lo spostamento da un centro urbano all’altro necessita un lungo tragitto attraverso foreste, terreni, montagne da cui nasce un approccio smart agli accessori da viaggio, alla sosta notturna, all’uso di mezzi. La soluzione urbanistica tende così ad una convivenza lineare della natura con la modernità, contestando il mondo metabolico ingurgitante e rimodellante di Akira.
La natura si integra dolcemente con la modernità ed è anche il motivo per cui in Dragon Ball possiamo avere battaglie molto tradizionali, anche se la sequenza temporale è soprattutto futuristica.

L’universo di Dragon Ball, tuttavia, non si limita al pianeta Terra ma è vasto e intricato, con molteplici dimensioni, pianeti e razze. Dalle vivaci città della Terra ai lontani pianeti abitati da potenti alieni, dal pianeta Namecc al pianeta natale dei Saiyan, Vegeta, ogni luogo nell’universo di Dragon Ball ha le sue caratteristiche e i suoi abitanti unici. La serie ci porta in un viaggio attraverso un cosmo ricco e diversificato.
La serie esplora anche il concetto delle Sfere del Drago, artefatti mistici che esaudiscono i desideri quando raccolti, fungono da elemento centrale della trama, guidando le motivazioni dei personaggi e fornendo opportunità di avventura.
L’universo di Dragon Ball è vasto e pieno di mondi vibranti, razze uniche e artefatti mistici. Questo vasto universo è una testimonianza della creatività e dell’abilità di Akira Toriyama nella costruzione di mondi.

Come artista, Toriyama aveva un modo acuto e distintivo di animare. Seguendo le regole classiche per comunicare le emozioni, Toriyama ha voluto essere più forte, più intenso.
La sua opera ha ispirato e continuerà in futuro ad ispirare intere generazioni di registi, autori, scrittori, produttori e designer che elencarli tutti sarebbe un’operazione superflua ma divertentemente infinita.
Ma la cosa più divertente sapete quale è per voi che siete arrivati a questo punto? Sapete “cosa c’è di divertente nel futuro? Tu non esisti lì.”

Cover photo credits: Akira Toriyama, 1982 © Jiji Press, AFP, Getty Images