A fine febbraio ha ufficialmente aperto la nuova sede di Google a New York, realizzata da Cook Fox Architects, Gensler Architects per il progetto degli interni, Future Green Studio per la parte paesaggistica e sviluppato da Oxford Properties.
Gli uffici si trovano presso la ex stazione ferroviaria St. John’s Terminal, un edificio degli anni ´30 del novecento, ultima fermata della Highline, oggi iconico parco lineare sopraelevato della grande mela.
Questo progetto di riuso e ampliamento unisce innovazione e radicamento al territorio tramite un design sostenibile, spazi di lavoro orientati al futuro e soluzioni che si mettono in dialogo con il contesto e la sua storia tramite interpretazioni e citazioni visibili sin dalla facciata settentrionale su Houston street.
Dal fabbricato è stata infatti rimossa una parte, permettendo di lasciare a vista la struttura dell’edificio e il tracciato di quelle che erano le rotaie, per ricordare la funzione originaria dell’ex stazione, aprendo inoltre un collegamento pedonale tra il quartiere adiacente e il waterfront.
Il complesso primigeneo del terminal St. John è poi la base per un nuovo blocco di uffici che determina un’architettura di 12 piani in totale (3 esistenti e 9 nuovi) per un’altezza complessiva di 70 metri.
Google ha comunicato che il riuso e l’ampliamento dell’edificio esistente, rispetto alla creazione di un progetto ex novo, ha consentito un risparmio stimato di circa 74,8 milioni di chili di emissioni di anidride carbonica, equivalenti a togliere dalla strada circa 17.000 autovetture per un anno.
Nell’edificio sono poi presenti 1,5 acri di vegetazione per migliorare la vivibilità dello spazio ma anche per contribuire all’ecologia dell’ambiente circostante. Oltre il 95% delle piante presenti all’esterno sono originarie dello stato di New York e in collaborazione con NYC Audubon (un’organizzazione ambientale senza scopo di lucro) è stato osservato che oltre 40 specie di uccelli, compresi quelli in volo migratorio transatlantico, utilizzano quello che è un vero e proprio habitat integrato con l’edificio.
Dal punto di vista della sostenibilità gli uffici sono poi dotati di pannelli solari, di un sistema di accumulo dell’acqua piovana e di parti in legno recuperate dalla passerella di Coney Island dopo l’uragano Sandy. In merito all’efficienza energetica questa sede ha ottenuto la certificazione LEED v4 Platinum per la parte architettonica e sta cercando di ottenere questo riconoscimento anche per gli spazi interni.
Per quanto riguarda l’organizzazione interna la nuova sede di Google per i suoi 3000 dipendenti non ha scrivanie assegnate ma un sistema di posti a sedere condivisi suddivisi in 60 aree (quartieri). Ogni zona ha poi diverse aree a seconda della tipologia di lavoro che si svolge durante la giornata: scrivanie, sale riunioni, cabine telefoniche, tavoli comuni, aree caffe ́, terrazze, piccole cucine, biblioteche, auditorium (sempre con sedute ergonomiche e prese di corrente ovviamente) il tutto per favorire la coesione del gruppo, le connessioni sociali e per avere la libertà di scegliere come e dove lavorare.
L’edificio fa parte poi di un piano generale dell’azienda per l’intera area circostante che comprende altri due uffici attualmente in costruzione, per arrivare a ospitare 14000 dipendenti. Numeri niente male se a riguardo i dirigenti di Google ricordano come all’inizio, a New York, l’azienda operava in città con una sola persona che lavorava in una caffetteria dell’Upper West Side!
Il concetto di lavoro è radicalmente cambiato negli ultimi anni complici diversi fattori. La risposta di questa multinazionale nel campo della tecnologia, tra innovazione e connessione con il territorio sembra davvero molto promettente: vedremo se con i prossimi due edifici adiacenti riusciranno a confermare le grandi aspettative inaugurate da questo progetto.
courtesy © Google
English text
St. John’s Terminal, Google’s new headquarters in New York between innovation, sustainability and genius loci
Google‘s new headquarters in New York officially opened at the end of February, designed by Cook Fox Architects, Gensler Architects for the interior design, Future Green Studio for landscape design and developed by Oxford Properties.
The offices are located in the former St. John’s Terminal railway station, a 1930s building that was the last stop on the Highline, now the Big Apple’s iconic elevated linear park.
This reuse and extension project combines innovation and “genius loci” through sustainable design, future-oriented workspaces and solutions that establish a dialogue with the context and its history through interpretations and references that are already clear from the northern façade on Houston street.
A part of the former building has in fact been demolished, enabling the structure of the building and the lines of the former rails to be visible, to recall the original function of the old station, while also opening up a pedestrian connection between the neighbourhood and the waterfront.
The original St. John terminal compound is then the foundation for a new office block, leading to an overall 12-storey architecture (3 existing and 9 new) with a total height of 70 meters.
Google reported that the reuse and enlargement of the pre-existing building, compared to the construction of a new project, saved an estimated 74.8 million kilos of carbon dioxide emissions, equivalent to taking about 17,000 cars off the road for a year.
The building also includes 1.5 acres of vegetation to improve its liveability but also to contribute to the environmental ecology of its surroundings. More than 95 per cent of the outdoor plants are native to the state of New York, and in collaboration with NYC Audubon (a non-profit environmental organization) it was observed that more than 40 species of birds, including those in transatlantic migratory flight, use the habitat integrated with the building.
In terms of sustainability, the offices are also equipped with solar panels, a rainwater storage system and wooden parts recycled from the Coney Island boardwalk after Hurricane Sandy. In terms of energy efficiency, this building has obtained LEED v4 Platinum certification for the architectural part and is seeking this recognition for the interior spaces as well.
As far as interior design is concerned, the new Google headquarters for its 3,000 employees has no assigned desks but a system of shared working places divided into 60 areas (districts). Each zone then has different areas depending on the type of work performed during the day: desks, meeting rooms, telephone booths, shared tables, coffee ́ areas, terraces, small kitchens, libraries, auditoriums (always with ergonomic seating and power sockets, of course) all to foster group cohesion, social connections, and to have the freedom to choose how and where to work.
The building is also part of the company’s master plan for the entire surrounding area, which includes two more offices currently under construction, to accommodate 14,000 employees. Quite impressive numbers when Google’s managers recall how in the beginning, in New York, the company operated with only one person working in a coffee shop on the Upper West Side!
The conception of work has radically changed in recent years due to various factors. The response of this global company, between innovation and local integration, seems very promising indeed: we will now see whether with the next two adjacent buildings they will succeed in confirming the great expectations inaugurated by this project.