Il 2024 dovrebbe vedere ultimati i lavori per la Shenzen Opera House, il più importante tra i dieci edifici per attività culturali di cui la città cinese si sta dotando e per i quali ha coinvolto importantissimi studi di architettura attraverso bandi di concorso. Quello per la Shenzen Opera House, lanciato nel 2020, ha visto protagonisti delle fasi finali i progetti di BIG, Kengo Kuma, REX, MVRDV, Diller Scofidio+Renfro, Snøhetta e Ateliers Jean Nouvel, decretato poi vincitore a marzo del 2021. Il bando chiedeva ai partecipanti di progettare un edificio di riferimento per l’arte a livello internazionale, nonché una piattaforma globale di scambi nella baia di Guandong-Hong Kong-Macao, progetto “guida” per le altre nove strutture culturali da realizzarsi.

L’area di progetto assegnata è bagnata dal Mar Cinese Meridionale e per questo i progetti hanno dovuto fare i conti con un paesaggio molto particolare in quanto direttamente rapportato all’acqua. Sebbene i progettisti finalisti abbiano usato un approccio non troppo dissimile, la giuria ha voluto premiare Jean Nouvel per l’originalità del design in relazione all’unione di temi, anche distanti, quali musica, architettura e mare, integrando in esso la costa, la città, i parchi e fondendosi con i rilievi montani circostanti. Nella descrizione del progetto, lo studio stesso dichiara che esso è destinato a stabilire una profonda connessione con il mare, celebrando la storia di Shenzen, storicamente villaggio di pescatori.

Non sono ancora diffusi molti dettagli e disegni sul progetto, ma solo alcuni render e descrizioni da parte dello studio e della committenza, dai quali comunque si intuiscono chiaramente gli obiettivi formali e funzionali ricercati dai progettisti. L’Opera House sarà circondata dal mare su tre lati e si costituirà come un enorme scatola di vetro, proprio per sottolineare una sorta di appartenenza dell’edificio al mare. Per permettere a quest’ultimo di penetrare all’interno dell’edificio, nel foyer principale sarà utilizzata abbondantemente la madre perla, materiale luminoso e brillante che sembra bagnato quando è asciutto, e che darà risalto, con il suo luccicare, alle superfici curve delle balconate e alle geometrie dell’edificio. Servirà inoltre, secondo Jean Nouvel, a indicare i diversi usi degli spazi del teatro, in una poetica concretizzazione dell’incontro tra il mare e le sale da concerto.  Queste saranno tre: una sala per l’opera da 2.300 posti, un altro teatro da 1.800 posti e una sala più piccola, sempre per rappresentazioni operistiche, da 800 posti. Oltre a queste, saranno presenti numerose altre strutture satellite, non solo di servizio, ma anche commerciali, racchiuse sotto un guscio sinuoso, le cui forme si confondono con lo sfondo delle montagne alle sue spalle

Photo credits: © Atelier Jean Nouvel