Il masterplan di Milano Santa Giulia prende ispirazione dalle piante, dalle foglie e dalle loro venature: elementi che sono in scambio continuo con l’ambiente circostante e che si adattano al clima.
Il disegno urbano si ispira a un ecosistema nel quale i percorsi organici agiscono come vene che nutrono l’intero sistema e i volumi costruiti si fondono con gli elementi naturali.”

Mario Cucinella – Founder & President MCA

Piante e foglie, elementi organici e naturali: parole chiave che risaltano e risuonano nella descrizione del nuovo quartiere di Milano – Santa Giulia.
Oggi non esiste progetto che non si ispiri o che non pensi all’ecosistema, che non guardi all’uomo o agli organismi viventi. Non è una novità, le radici di questo pensiero trovano terreno fertile in epoche storiche che ci superano di gran lunga e che hanno sempre proiettato il proprio concept oltre il mero artificio del costruire, fine a sé stesso.
Si costruisce per l’uomo.
Pensiamo a Leonardo che con l’uomo vitruviano ci ha lasciato un’eredità silente: da un’analisi puramente dimensionale (di cui diventa protagonista indiscusso il modulor di Le Corbusier), necessaria per definirne fabbisogni funzionali e organici che orbitano attorno ad un progetto architettonico, oggi si arriva ad investire il problema della difficoltà di costruire dentro una grande città, nel rispetto di una natura sempre più in rivolta.
Il paradosso del mondo contemporaneo in cui viviamo: l’uomo, misura di tutte le cose, vittima e carnefice per sua stessa mano.
Ma oggi più che mai, oggi più di “ieri”, non possiamo permetterci di pensare al design, all’architettura, all’urbanistica e alle città senza che ci sia una connessione oltre che con l’uomo, anche e soprattutto con l’ecosistema. Il “costruire” è sempre più nei secoli diventato un atto organico: progettare edifici non più solo per l’uomo, ma edifici che “respirano” e vivono all’unisono con il paesaggio e la natura circostante è l’unico modo per far dialogare due facce di una medaglia che per troppo tempo si è voltata le spalle e si è guardata solo da un singolo lato, ledendo inevitabilmente l’altro.

Santa Giulia è un quartiere a sud-est di Milano. Il progetto di rigenerazione del masterplan, firmato dallo studio MCA – Mario Cucinella Architects per Lendlease, copre un’area di circa 650.000 mq; cominciato nel 2019 è tutt’ora in corso d’opera.
Nel sistema di connessione dell’hinterland meneghino, Santa Giulia rappresenta il crocevia, il punto di apertura, come linfa vitale, per Milano verso le periferie a sud. Il progetto diventa una parte di un ecosistema che si ramifica nel cuore di una città che sempre più vuole “respirare”.
Qui le infrastrutture si fondono a polmoni verdi, i vuoti urbani diventano corridoi ecologici, i tessuti storici si rigenerano e riprendono vita attraverso un continuo rimando del progetto al paesaggio circostante, agli spazi verdi urbani e alle aree agricole. Una mimesi con il contesto fa si che Santa Giulia non solo abbia un volto rigenerato ma che ne riprenda le fisionomie morfologiche e identitarie perdute.
Due assi ben distinti, come due arterie, ne configurano lo spazio centrale e principale che è quello che diventerà il terzo più grande parco urbano di Milano; da questo cuore pulsante si diramano e identificano i quattro quadranti funzionali dell’intervento: un museo per bambini, l’ala della musica (che ospiterà una sezione distaccata del Conservatorio Verdi), un’Arena e un polo commerciale.
La circolazione viene spostata a perimetro mentre i due assi di percorrenza, di cui uno a mobilità slow e l’altro per il trasporto pubblico, rimangono gli unici due segni infrastrutturali che tagliano l’area e fungono da direttrici per il collegamento con il centro città.

Il progetto verrà registrato al protocollo LEED Neighborhood Development che rappresenta una classificazione statunitense che definisce i principi della progettazione e crescita smart e del Green building nella realizzazione dei quartieri.
Nella progettazione degli edifici, del loro orientamento e della loro collocazione, si è tenuto conto a monte di un’analisi ambientale e atmosferica utile per ottimizzare le prestazioni dell’involucro. Esso sfrutterà l’energia solare diretta per la produzione rinnovabile efficientando al massimo il comfort interno dei complessi residenziali.
Non per nulla il concept di Santa Giulia ha preso piede da un’analisi differente, quasi biologica e anatomica partendo per l’appunto dalle piante, dalle foglie, dalle nervature, dalla linfa e da lì tutto un sistema di ramificazioni organiche che hanno permesso di arrivare al vero goal del progetto: una città, pensata come un organismo, non può vivere se almeno una delle sue parti, anche quelle più recondite, muore.
Bisogna quindi rivitalizzare il flusso linfatico verso le periferie che a loro volta, attive, possono pompare verso il cuore della città all’unisono, senza che il sistema si inceppi e senza perdere o far ammalare organi.
In una concezione di economia e crescita circolare, sempre più green, questa visione è l’unica e ultima possibilità (oltre che azione) che ci rimane.