Quando arriva l’estate non so voi, ma io mi sento una contraddizione continua. Vorrei essere al mare a rilassarmi ma poi mi annoierei. Vorrei vestirmi in modo semplice e comodo ma poi mi sembrerei sciatto. Insomma mi sento Shabby chic.

Shabby chic vuol dire letteralmente Chic squallido, un ossimoro più facilmente traducibile in “trasandato ma elegante”, proprio come mi sento io d’estate.

Lo shabby chic Style è uno stile in cui mobili, accessori e arredi si presentano volutamente invecchiati. Per questo il legno si presta benissimo: intarsi e ferite che mostrano l’usura del tempo.

Davanti al mare ognuno di noi diventa riflessivo, accigliato, intarsiato. Come un legno “shabbato” diventiamo polverosi ma pastellati, riflessivi ma colorati.

I colori più utilizzati sono l’avorio, il giallo pastis, il verde salvia, l’azzurro polvere o carta da zucchero e il bianco in tutte le sue versioni non lucide.

Lo stile shabby chic è nato in Gran Bretagna, dove si vedevano i primi esempi nelle case di campagna. Il termine è stato coniato, per la prima volta, dalla rivista “The World of Interiors” nel 1980, diffondendosi poi in tutto il mondo.

Uno stile con pochi dogmi, interpretabile a proprio piacimento. Sicuramente attrae la possibilità di riciclare qualcosa di vecchio, ritrovare qualcosa del proprio passato e proiettarlo nel presente.

Un portone, una scala, un appendiabiti. È piacevole trovare uno stile che sintetizzi la bipolarità, l’essere un po’ bianco un po’ nero, l’essere complessi come un pezzo di legno vecchio e usurato, ma anche chic e colorato.