Classe 1982, Adam Nathaniel Furman è un artista e designer di “influenza” argentina, giapponese e israeliana, con base a Londra. Non si dedica solo al design di prodotto e di interni, ma anche alla scrittura, all’insegnamento e alla ricerca.

I suoi progetti, facilmente riconoscibili, si contraddistinguono per i colori accesi e le grafiche psichedeliche, attingono sempre dal passato (nell’idea, nelle forme e nel significato) per diventare elementi totemici del presente ed essere fonte di riflessione sul futuro e per il futuro.

“Kalliope, Kallistrate e Kallisto” sono tre icone, tre suggerimenti, tre assaggiatrici.

Sono tre vasi scultura di ceramica, di grandi dimensioni, in edizione limitata, realizzati artigianalmente con l’antica tecnica dell’engobbio per Bitossi. In un momento di completo stallo, in un’epoca di storia morta è il momento di far risorgere le tre donne dell’apocalisse e da loro rinascere, dimenticare regole e dogmi, la pesantezza che domina il quotidiano per ritornare ad essere liberi, leggeri e colorati, non solo fuori, ma soprattutto dentro.

“Nagano Twins” sono così caratterizzati e forti nella loro personalità da sembrare personaggi di un fumetto immaginario, una coppia d’arredo che sa come farsi notare, che sa animare lo spazio in cui si trova. Ispirati al Nagano Broadway di Tokyo, un centro commerciale, i “Gemelli” sono travestiti dei loro migliori costumi, seguono i loro proprietari grazie alle ruote di cui sono dotati e soprattutto sono flessibili nell’uso, si adattano a differenti situazioni o possono anche essere semplicemente dei fedeli e colorati compagni di stanza.

“Angiolo, Anselmo, Annibale e Augusto” sono invece una serie di quattro elementi d’arredo riccamente decorati, ispirati all’Italia. Diversi pattern, coreani, cinesi e thailandesi, si fondono con le forme dell’architettura italiana, dando vita a degli elementi che illuminano e cambiano la percezione dello spazio. Anche in questo caso il messaggio è più profondo: in un’epoca in cui sempre di più si tende all’isolamento, il colore diventa espressione del desiderio di viaggiare, conoscere, fondersi con gli altri e le altre culture, ammirare esterrefatti nuove cose.

E allora, un’ultima riflessione: se gli oggetti e i progetti, espressione della nostra società e della realtà di ciascuno di noi, sono messaggi così forti e chiari per un cambiamento, possiamo essere noi stessi, in prima persona, persone più colorate e irriverenti giocolieri?